Tren Maya:
la nuova colonizzazione - Claudio Ochoa Huerta
Questo
video, tratto dal portale dell’agenzia stampa messicana Latinus, mostra gli
effetti degli espropri sul percorso del Tren Maya, con le case distrutte, gli
abitanti costretti a vivere in baracche improvvisate, senza aver ricevuto alcun
risarcimento.
Il tracciato del treno, lungo oltre 1.460 km, abbatte la foresta, passa
senza chiedere permesso sui campi coltivati con fatica, mentre il governo
organizza assemblee per mentire ai contadini, e convincerli a vendere per
quattro soldi le terre comuni. Alcuni si fanno comprare, altr* resistono e
rievocano la fine che fece, 120 anni fa nel Quintana Roo, il treno di Porfirio
Diaz.
Il
Messico apre la strada a un nuovo modello di sviluppo - Naji Makarem
Siamo nel bel mezzo di un re-inizio per trasformare le nostre
città e tutti i settori della nostra economia in fabbriche di produzione e
catene di valore a bassa emissione di carbonio, zero residui e rispettose
dell’ambiente, con particolare attenzione a NetZero (zero emissione di gas a
effetto serra).
Tuttavia c’è il pericolo che la risposta venga orientata
dalla stessa agenda politica che ha creato per prima il problema: lo sviluppo
stimolato dalle esportazioni per cui le grandi corporazioni multinazionali
dominino tutti i mercati, lasciando poche opportunità commerciali per migliaia
di milioni di persone in tutto il mondo, spingendo sempre di più gli
agricoltori verso il debito, la povertà e la bancarotta. Fino a dovere,
eventualmente, abbandonare la terra e trasferirsi in città prive di servizi
pubblici e/o di opportunità.
Invece dobbiamo ripensare
al nostro modello di sviluppo. Per fortuna, c’è una soluzione emergente legata
all’essenza dello sviluppo regionale, che sembra essere popolare al giorno
d’oggi: sviluppare economie regionali inclusive, ecologiche e circolari. Il
commercio internazionale e l’interconnessione mondiale possono scaturire da un
punto di vista regionale e non al contrario. Prendiamo come esempio il settore
degli alimenti e delle bevande.
I piccoli imprenditori
stanno sviluppando applicazioni e piattaforme che connettono gli agricoltori
indipendenti comuni con i mercati urbani. Fortunatamente (per il pianeta), i
mercati più redditizi per i piccoli agricoltori sono quelli organici e quelli
regionali. Perché in queste piccole ma in crescita nicchie di mercato i
consumatori scelgono prodotti regionali organici, senza plastica, al posto di
prodotti agricoli globalizzati. I prezzi sono sempre alti, per cui questi
mercati sono attraenti per gli agricoltori, ma i prezzi e i costi si andranno
riducendo man mano che si espande il mercato. Ma questo non può succedere senza
due elementi: la domanda dei consumatori e l’appoggio del governo.
I governi hanno appoggiato
l’agricoltura della monocoltivazione su grande scala dalla metà del ventesimo
secolo. Oggi devono spostare la loro attenzione verso l’agricoltura
rigenerativa e per la rinascita degli agricoltori organici ed ecologici a
piccola scala. Le tecnologie per questa transizione sono accessibili nelle
economie collaborative e conducono a più alti rendimenti se ben gestiti.
Tuttavia, la transizione è rischiosa e richiede del tempo. Proprio qui la
politica industriale può aiutare gli agricoltori a capire che cosa funziona, in
che luogo, e per accedere a nicchie di mercati organici regionali in crescita.
Mentre i governi della
maggioranza dei paesi stanno centrando l’attenzione sull’energia e la mobilità
ecologiche orientate verso l’emissione zero di carbonio, il Messico sta
adottando una posizione differente.
Il Governo messicano,
guidato dal suo primo presidente progressista, Andrés Manuel López Obrador, sta
trasformando l’agricoltura e i mercati nella penisola dello Yucatán grazie al
suo programma “Piantando vita” e al progetto “Tren Maya”, il famoso treno che
mette in comunicazione 19 fermate intorno alla penisola con trasporto
passeggeri (turisti e prezzi locali sovvenzionati) e merci.
“Piantando Vita” invita i
piccoli agricoltori ( con circa due ettari e mezzo di terra) a unirsi al
programma offrendo a ogni agricoltore l’equivalente di 250 dollari mensili di
base, sviluppo di capacità e appoggio tecnico per la transizione verso
un’agricoltura rigenerativa, organica ed ecologica. Questo progetto include uno
dei programmi di riforestazione più grandi e ambiziosi del mondo che si propone
di piantare circa 500 milioni di alberi e privilegia gli agricoltori che
piantano alberi da frutta a breve e medio termine, nonché cedro e caoba di alto
valore per la rendita a lungo termine.
“Piantando Vita” offre agli
agricoltori indipendenti e ai produttori di alimenti e bevande una marca
condivisa di cui si possono servire per far crescere i mercati regionali,
ecologici e organici della penisola. Il Tren Maya agevolerà la distribuzione di
questa produzione agricola nella regione e permetterà che i lavoratori migranti
dei principali centri turistici di visitare più frequentemente i loro familiari
in altri luoghi della penisola (un territorio della grandezza del Regno Unito).
Presumibilmente i turisti sceglieranno di comprare prodotti organici locali
invece di cibi e bevande importati come si fa a Cancun.
La prospettiva del
presidente per un grande re-inizio, che lui chiama la Quarta Trasformazione, è
estremamente popolare fra gli elettori. Il 10 aprile, più del 90% dei votanti
che hanno partecipato a una consultazione popolare hanno confermato di
approvare che López Obrador completi il suo mandato presidenziale (che finisce
nel 2024), e quattro dei sei Stati hanno votato recentemente per il partito di
López Obrador nelle elezioni regionali, rafforzandone ancora di più la
popolarità.
Se si chiede alla gente
che ha votato per López Obrador perché vogliono che rimanga al potere, i
messicani qualunque elencheranno una serie di politiche, tutte rivolte ad
aumentare l’autosufficienza nazionale e ad appoggiare i cittadini comuni:
la messa in opera del nuovo aeroporto di Città del Messico e l’uso
dell’esercito perché venga costruito in tempo e nei limiti del bilancio, il
progetto di pensione universale, l’aumento del salario minimo, la costruzione
della raffineria di Dos Bocas per ridurre la dipendenza dalle importazioni di
petrolio messicano raffinato e, naturalmente, “Piantando Vita” e il famoso Tren
Maya nella Penisola dello Yucatán; tutto ciò senza ricorrere al Fondo Monetario
Internazionale o alla Banca Mondiale in cerca di prestiti.
Vi sono opinioni
contrastanti sullo sviluppo del Treno Maya, comprese le preoccupazioni molto
legittime dei popoli indigeni. Tuttavia, il governo insiste a sostenere che il
progetto porterà un tipo di sviluppo diverso nella regione, uno sviluppo
inclusivo, socialmente giusto e ambientalmente sostenibile, rispettoso della
cultura e del patrimonio maya preservando e rigenerando il bello e vasto
paesaggio naturale. In ogni modo, alcuni settori della società sono critici
rispetto al Tren Maya e alcuni capi delle comunità maya sono profondamente
preoccupati che il treno possa perpetuare la forma consueta di fare affari
(spargendo il modello di sviluppo di Cancun nel resto della penisola).
Tuttavia, la grande
maggioranza dei cittadini comuni, compresi gli indigeni maya, dicono di
approvare il progetto perché permetterà ai lavoratori migranti di tornare con
maggior frequenza in famiglia in altre parti della penisola, aumenterà la
domanda delle loro piccole imprese (grazie ad un aumento previsto del turismo)
facilitando il trasporto dei loro prodotti nella penisola.
Fra i critici che hanno
fatto sentire più forte la loro voce c’è un campagna condotta da gruppi
ambientalisti e di artisti con lo slogan #selvamedeltren, che sostiene che il
treno minaccia di distruggere tutto il sistema di antichi pozzi, i “cenotes”, e
di grotte attraversando i letti dei fiumi sotterranei che scorrono verso la
costa nel tratto fra Cancun e Tulum. Anche così, questa prospettiva apocalittica
non è ampiamente condivisa dagli ambientalisti ed è stata messa in discussione
dai membri delle terre comunitarie (ejidos) che traggono benefici dai turisti
che visitano i cenotes nel territorio dove passerà il treno.
Mentre scrivo questo articolo,
uno Studio di Impatto Ambientale su questo controverso tratto del treno –il
tratto 5 Sud- è stato pubblicato dal Fondo Nazionale per il Turismo (Fonatur)
che dirige il progetto del Tren Maya ed è stato sottoposto a un consulto
pubblico fra il 23 maggio e il 17 giugno. L’8 giugno c’è stata una riunione
pubblica sullo Studio di Impatto Ambientale in cui si sono sentite voci molto
diverse.
Una preoccupazione davvero
legittima è che il modello di investimento e sviluppo di Cancun e l’espansione
urbana mal amministrata associata si estendano nella penisola permettendo che i
grandi interessi corporativi e finanziari multinazionali estraggano una parte
sproporzionata del valore generato dal turismo mentre causano contaminazione,
degrado ambientale e segregazione sociale come hanno fatto a Cancun. Tulum ne è
un esempio.
Dal 2008 la speculazione
immobiliare ha messo in pericolo le aree naturali protette. Nonostante i
programmi di sviluppo urbano a grande scala, una gran parte degli
sviluppi turistici non rispondono alle leggi di pianificazione municipale e
pochissimi esibiscono piani di valutazione ambientale. E’ ancora più
preoccupante che il vorace sviluppo alberghiero nella regione comporta enormi
problemi di scarsezza di acqua per i residenti di Tulum mentre sovraccarica
l’infrastruttura urbana che non può far fronte alla quantità di rifiuti solidi
e di acque residuali non trattate che contaminano l’ambiente.
Questi problemi non
faranno che peggiorare se il Treno Maya attrae più turisti a Tulum senza
un’attenta programmazione e un investimento socialmente responsabile. Il
rischio è che questi problemi potrebbero riguardare molti più paesi e villaggi
della penisola dopo la costruzione del Treno. Comuni come quello di Tulum
devono sfruttare l’opportunità del treno per capitalizzare l’imminente crescita
delle economie locali in modo da risolvere le proprie sfide (come l’accesso
all’acqua e ai servizi di base) ed essere all’altezza del proprio potenziale di
luoghi belli per viverci, lavorare e visitare.
Il presidente e il suo
governo scommettono che il Tren Maya scatenerà una nuova epoca di sviluppo
inclusivo e sostenibile nella Penisola. Ma se questo governo vuole mantenere
tale promessa deve permettere che i governi municipali e le parti locali
interessate sviluppino i loro progetti per affrontare le sfide dell’espansione
urbana in concordanza con i propri valori e aspirazioni, d’accordo con una
visione nazionale condivisa di inclusione e sviluppo sostenibile.
La buona notizia per i
residenti e per i governi municipali è che per la prima volta nella loro vita
hanno un governo progressista che cerca di trasformare e rimodellare
radicalmente il futuro del Messico grazie a quello che il presidente chiama
Quarta Trasformazione.
Mentre il mondo si
concentra sul cambio climatico e sulla strada verso l’emissione zero carbonio,
prestando meno attenzione allo sviluppo di sistemi alimentari più resilienti e
rigenerativi, il Messico sembra aver sviluppato un suo punto di vista
innovatore, centrato principalmente sulla sicurezza alimentare e
sull’agricoltura rigenerativa attraverso il programma “Piantando Vita”. E’ un
programma ambizioso che ha un bilancio equivalente a 1.200 milioni di dollari
all’anno, sempre senza bisogno di chiedere l’elemosina al FMI o alla Banca
Mondiale.
“Piantando Vita” è
probabilmente quello di cui tutti hanno bisogno: un appoggio affinché i
semplici agricoltori facciano una transizione rigenerativa e la sostituzione di
importazioni di alimenti e bevande con prodotti organici generati localmente
per creare sicurezza alimentare in un mercato globale sempre più fragile che è
di aiuto per pochi e che obbliga gli agricoltori ad abbandonare le loro terre.
L’esempio innovativo del
Messico è contagioso. Il Messico si è impegnato ad appoggiare e a finanziare
parzialmente l’espansione di questo programma nei paesi vicini come il
Guatemala. E’ un momento emozionante per l’America Latina, dove il Messico e la
sua presidenza giocano un ruolo guida.
Non c’è dubbio che questo
modello di sviluppo alternativo è pieno di sfide. C’è un rischio grande che i
governi locali adottino o perseguitino una prospettiva di affari a lungo
termine per il capitale internazionale, permettendo investimenti in progetti di
estrazione su grande scala come i mega hotel a Cancun e il sito di Vulcan
Materials Company (noto come CALICA) vicino Tulum, che continua a distruggere
il bosco per produrre materiale di costruzione per le strade in Texas.
Il governo federale
messicano e le sue agenzie Fonatur, Semarnat, Sedatu, Sedena (ingegneri
dell’Esercito) e la Segreteria del Bienestar sono decisi a farne una realtà.
Forse sarebbe ora che l’opposizione di lunga data allo Stato messicano si
impegni invece di attaccare la Quarta Trasformazione.
Sempre più gente di tutto
il mondo sta imparando ad allineare modelli e pratiche commerciali alle
necessità delle persone e dell’ambiente. C’è bisogno di avere un ambiente
regolatore propizio e politiche governative per procedere alla transizione
verso un tipo chiaramente diverso di economia che metta le persone e l’ambiente
al primo posto. L’intenzione del governo messicano e delle sue numerose agenzie
è proprio questa.
In Messico è sorta una
nuova era di governabilità. La strada da percorrere è piena di sfide ed esige
che tutti i settori della società messicana si uniscano ad un governo ben
intenzionato e a un presidente molto popolare. Si tratta di un sito di
interesse per persone di tutto il mondo profondamente preoccupate del futuro
del nostro pianeta; è straordinario che la transizione verso uno sviluppo
regionale inclusivo ed ecologico non sia guidata dai paesi sviluppati
dell’occidente ma da un paese in via di sviluppo che fino a poco tempo fa era
considerato una causa persa. Occhi sul Messico che guida la strada verso il
grande re-inizio!
(El País, 3 luglio 2022 -
Traduzione in italiano di Nostramerica)
*Naji Makarem è professore di Economia Politica dello
Sviluppo all’University College of London. E’ un esperto di sviluppo inclusivo
e sostenibile
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