articoli e video di Michele Santoro, Dario Fabbri, Alessandro Barbero, Lucio Caraccioli. MEAN, Europe for Peace, Antonio Mazzeo, Umberto Franchi, Alberto Negri, Vittorio Rangeloni, Carlo Rovelli, Enrico Euli, Gianandrea Gaiani, Pungolo Rosso, Costituente Terra, Domenico Gallo, Fabio Mini, Fulvio Scaglione, Manlio Dinucci, Marco Travaglio, Toni Capuozzo, Roberto Buffagni, Stefano Orsi, Francesco Masala, Franco Ferrari, Andrea Zhok, Giulietto Chiesa
Ipocrisia – Carlo Rovelli
Poche volte mi sono sentito come
in questo periodo, così lontano da tutto quanto leggo sui giornali e vedo alla
televisione riguardo alla guerra ora in corso in Europa orientale. Poche volte
mi sono sentito così in dissidio con i discorsi dominanti. Forse era dai tempi
della mia adolescenza inquieta che non mi sentivo così ferito e offeso dal
discorso publico intorno a me.
Mi sono chiesto perché. In fondo,
sono spesso in disaccordo con le scelte politiche e ideologiche dei paesi in
cui vivo, ma questo è normale — siamo in tanti e abbiamo opinioni diverse,
letture del mondo diverse. Anche del mio pacifismo, poi, sono poi così sicuro?
Ho dubbi, come tutti. Allora perché mi sento così turbato, ferito, spaventato,
da quanto leggo su tutti i giornali, e sento ripetere all’infinito alla
televisione, nei continui discorsi sulla guerra?
Oggi l’ho capito. L’ho capito
proprio ritornando col pensiero al periodo della mia prima adolescenza, quando
tanti anni fa la gioventù di tanti paesi del mondo cominciava a ribellarsi a
uno stato di cose che le sembrava sbagliato. Cos’era stata quella prima spinta
al cambiamento? Non era l’ingiustizia sociale, non erano i popoli massacrati
dal Napalm come i Vietnamiti, non era il perbenismo, la bigotteria,
l’autoritarismo sciocco delle università e delle scuole, c’era qualcosa di più
semplice, immediato, viscerale che ha ferito l’adolescenza di mezzo secolo fa e
ha innescato le rivolte di tanti ragazzi e ragazze di allora: l’ipocrisia del
mondo adulto.
L’istintiva realizzazione da
parte della limpidezza della gioventù che gli ideali ostentati erano sepolcri
imbiancati. Che i nobili valori dichiarati erano coperture per un egoismo
gretto. Che l’ostentato moralismo, la pomposa prosopopea della scuola, la
pretesa autorità delle istituzioni erano coperture per privilegi, sfruttamento,
bassezze e grettezze. Questo d’un tratto era insopportabile, per gli occhi
limpidi di un ragazzo o una ragazza.
Sono passati tanti anni da
allora. Il mondo mi appare infinitamente più complesso, difficile da decifrare,
difficile da giudicare, di quanto mi apparisse allora. L’illusione che tutto
possa essere pulito e onesto nel mondo l’ho persa da tempo. Ma l’esplosione
dell’ipocrisia dell’Occidente in questo ultimo anno è senza pari.
D’un tratto, l’Occidente, tutti
insieme in coro, ha cominciato a cantarsi come il detentore dei valori, il
baluardo della libertà, il protettore dei popoli deboli, il garante della
legalità, il guardiano della sacralità della vita umana, l’unica speranza per
un mondo di pace e giustizia. Questo canto a quanto l’Occidente sia buono e
giusto e quanto gli stati autocratici siano cattivi è un coro in unisono
ripetuto all’infinito da ogni articolo di giornale, ogni commentatore
televisivo, ogni editoriale. La cattiveria feroce di Putin è additata,
ostentata, ripetuta, declamata, all’infinito. Ogni bomba che cade sull’Ucraina
ci ripete quanto la Russia sia il male e noi il bene.
Io sarei felice di unirmi al
coro, se ogni volta che condanniamo il fatto —del tutto condannabile— che una
potenza militare abbia attaccato con futili pretesti un paese sovrano, mi
aggiungerei al coro se ogni volta l’Occidente aggiungesse “E io Occidente
quindi mi impegno a non fare mai più nulla di simile in futuro, come ho fatto
in Afghanistan, in Irak, in Libia, a Grenada, a Cuba, e in tantissimi altri
paesi. Lo abbiamo fatto ma ora che lo fanno i Russi ci rendiamo conto di quanto
sia doloroso, non lo faremo più.”
Sarei felice di unirmi al coro,
se ogni volta che condanniamo il fatto —del tutto condannabile— che i confini
delle nazioni non sono rispettati, e la Russia ha riconosciuto l’indipendenza
del Donbas, mi aggiungerei al coro se l’Occidente aggiungesse “E io Occidente
quindi mi impegno a non fare mai più nulla di simile in futuro, come ho fatto
quando ho subito riconosciuto l’indipendenza della Slovenia e della Croazia,
cambiando i confini dell’Europa, innescando una sanguinosissima guerra civile,
e strappando terre alla Yugoslavia.”
Sarei felice di unirmi al coro,
se ogni volta che condanniamo il fatto —del tutto condannabile— che Mosca
bombarda Kiev, ammazzando civili innocenti, adducendo come motivo che Kiev
bombardava il Donbas, mi aggiungerei al coro se l’Occidente aggiungesse “E io
Occidente quindi mi impegno a non fare mai più nulla di simile in futuro, come
ho fatto quando ho bombardato Belgrado, uccidendo mille persone, donne e
bambini innocenti, adducendo come motivo che Belgrado bombardava il Kossovo”.
Sarei felice di unirmi al coro,
se ogni volta che condanniamo il fatto —del tutto condannabile— che la Russia
pretende di cambiare il regime politico di Kiev perché questo regime le si
ribella, mi aggiungerei al coro se l’Occidente aggiungesse “E io Occidente
quindi mi impegno a non fare mai più nulla di simile in futuro, come ho fatto
quando ho bombardato la Libia, invaso l’Irak, destabilizzato governi del mondo
intero, dal Medio Oriente al Sud America, dal Cile all’Algeria, dall’Egitto
alla Palestina, ogni volta che un popolo votava per un governo troppo poco
favorevole agli interessi occidentali, buttando giù governi democraticamente
eletti come in Algeria in Egitto o in Palestina, per invece sostenere dittature
come in Arabia Saudita solo perché fa comodo, anche se i Sauditi continuano a
massacrare Yemeniti”.
Sarei felice di unirmi al coro
che si commuove per i poveri Ucraini, se questo coro si commuovesse anche per
gli Yemeniti, i Siriani, gli Afghani e tutti gli altri, con la pelle di
tonalità leggermente diversa, invece di lasciare fuori tutti gli altri a
marcire.
E forse sarei in disaccordo ma
non così schifato, se semplicemente sentissi dire “siamo i più forti, vogliamo
dominare il mondo con la violenza delle armi, per difendere la nostra
ricchezza, e lo domineremo. Almeno non ci sarebbe l’ipocrisia, almeno potremmo
discutere se questa sia o no una scelta lungimirante, e non sia più
lungimirante smorzare lo scontro e cercare collaborazione.
Invece siamo immersi nella più
sfrenata ipocrisia. Arriviamo a eccessi che rasentano il surrealismo. I nostri
giornali parlano della logica “imperiale” della Cina e della Russia. La Cina
non ha praticamente un solo soldato al di fuori dei confini cinesi riconosciuti
internazionalmente. La Russia ne ha solo a pochi chilometri dai suoi confini. I
più lontani sono in Transnitzia, a poche decine di chilometri dai suoi eserciti.
Gli Americani hanno cento mila soldati in Europa, hanno basi militari in Centro
America, in Sud America, in Africa, in Arabia Saudita, nel Pacifico, in
Giappone, in Corea, e via via, praticamente ovunque nel mondo. Eccetto in
Ucraina, dove pero le stavano iniziando. Hanno portaerei nel mare della Cina.
Chi ha una politica imperiale? Dalle coste cinesi si vedono le navi da guerra
americane, non direi che da New York si vedano navi da guerra Cinesi. Eppure i
nostri giornalisti surrealisti riescono distorcere la realtà fino a parlare
della logica imperiale di Russia e Cina!
Si paventa l’uso della bomba
atomica. Ma è l’Occidente l’unico ad aver usato la bomba atomica per affermare
con l’estrema violenza il suo incondizionato domino, addirittura guerra già
vinta, nessun altro lo ha fatto. Si dice che la Cina è aggressiva. Ma non ha
fatto una solo guerra dopo la Corea e il Vietnam, mentre l’Occidente ha fatto
guerre in continuazione nel mondo intero. Chi è l’impero?
Il pentagono pubblica
regolarmente liste di esseri umani uccisi in ogni parte del mondo dai suoi
droni. Riconosce pubblicamente che molti innocenti vengono uccisi per sbaglio.
Il New York Times arriva all’orrore di scrivere un lungo articolo per
denunciare il fatto che i poveri soldati americani che guidano questi droni da
remoto non hanno abbastanza supporto psicologico per sopportare il duro lavoro
e lo stress di dover spesso ammazzare innocenti! Lo scandalo, per il paludato
organo di stampa dei padroni del mondo, non è che siano ammazzati innocenti, è
che i soldati che ammazzano non hanno adeguato supporto psicologico!
Neppure l’impero Assiro ricordato
nell’antichità per la sua violenza era mai arrivato a una simile arroganza e
disprezzo per il resto dell’ umanità! Ma i nostri giornalisti ignorano
felicemente che ogni settimana nel mondo qualcuno viene ucciso da droni
americani, e ricordano piuttosto indignatissimi di una persona uccisa dai russi
anni fa a Londra…. Come sono orrendi i Russi! E via via così…
La Russia si è permessa di
commettere anch’essa una versione in tono minore degli orrori che l’Occidente
continua a commettere. L’Irak e L’Afghanistan non avevano fatto male a nessuno:
l’Occidente li ha invasi e ha fatto molte centinaia di migliaia di morti, nelle
due guerre. E si permette di fare l’anima candida con la Russia?
Che lo faccia promettendo di non
invadere più nessun paese, di non infilarsi più in nessuna guerra, di non voler
dominare il mondo con la violenza. Allora mi unirò anch’io al coro di condanna
dei cattivi Russi.
Abbiamo sentito l’assurdo. Gli
Americani invocare la corte internazionale di giustizia, che hanno sempre
ostacolato e a cui non hanno aderito. Invocare la legalità internazionale,
quando le loro ultime guerre sono state condannate dalle Nazioni Unite e loro
hanno fatto di tutto per esautorarle, compreso non pagare la loro quota.
Amo l’America. Ci ho vissuto
dieci anni. La conosco. La ammiro. Ne conosco gli splendori e gli orrori. La
brillantezza delle sue università, la vitalità della sua economia, la miseria
infame dei ghetti neri e dei ghetti bianchi, le sue carceri dove tengono quasi
un americano ogni cento, la violenza per noi europei inconcepibile delle sue
strade. Amo anche l’Europa, dove sono nato. Ho amato quella che mi sembrava
essere la tolleranza e la cautela ereditate dalla devastazione della Guerra
Mondiale. Ma non posso non vedere come questa parte ricca e potente del mondo
stia sempre più chiudendosi su se stessa in un parossismo di violenza contro il
resto del mondo e si stia trasformando in un sepolcro imbiancato. Amo
l’Occidente, ma per la ricchezza culturale che ha regalato al mondo intero, non
per essere diventato padrone grazie alla la schiavitù, sterminando interi
continenti, depredando tutto e continuando a farlo, non per questa sfrenata
violenza e ipocrisia che continuano gli orrori del passato.
Amo anche la Cina e l’India, di
cui pure ho visto miserie e splendori. È stupido discutere su chi sia migliore,
come se dovessimo tutti fare la stessa cosa, come se qualcuno dovesse
necessariamente vincere sugli altri e imporre il proprio modo di esser agli
altri. Il problema del mondo non è chi deve comandare, che sistema politico
dobbiamo adottare tutti uniformemente. Il problema del mondo è come convivere,
tollerarsi, rispettarsi, collaborare.
Il mondo ha diversi miliardi di
abitanti. La maggioranza di questi sono fuori dall’Occidente. Ce ne sono in
Cina, in India, in Russia, in Brasile, nel resto del Sud America, dell’Africa,
dell’Asia. Sono la maggioranza dell’umanità. Non hanno più simpatia per l’Occidente.
Ne hanno sempre meno. Non partecipano alle sanzioni contro la Russia, molti si
sono rifiutati perfino di votare la condanna della Russia all’ONU, nonostante
la Russia fosse ovviamente condannabile. Non perché siano cattivi, perché amino
la violenza, o abbiano biechi motivi. Ma perché vedono la sfrenata ipocrisia
dell’Occidente, che riempie il mondo dei suoi eserciti, si sente libero di
massacrare, e poi fa l’anima candida se un altro si comporta male.
Il mondo, nella sua vasta
maggioranza, vorrebbe che i problemi comuni dell’umanità, il riscaldamento
climatico, le pandemie, la povertà, fossero affrontati in comune, con decisioni
prese in comune. Vorrebbe che le Nazioni Unite contassero dii più. L’Occidente
blocca questa collaborazione, si sente in diritto di comandare, perché ha le
armi dalla sua, la violenza dalla sua.
Ora l’Occidente si sente inquieto
perché la Cina sta diventando ricca, per questo la stuzzica, la provoca, la
accusa di ogni cosa accusabile (e ce ne sono: scagli la prima pietra chi è senza
colpe). L’Occidente cerca lo scontro con la Cina. Vorrebbe umiliarla
militarmente prima che cresca troppo e questo diventi impossibile. La classe
dominante occidentale ci sta portando verso la terza guerra mondiale. I
problemi dell’Ukraina si potrebbero risolvere come alla fine l’Occidente ha
voluto risolvere la Yugoslavia: una guerra civile che si trascina da tempo, con
interventi militari esterni, che ha portato a una separazione in parti diverse.
Ma Occidente non vuole una soluzione, vuole fare male alla Russia. Non fa che
ripeterlo.
Alla televisione sfilano le facce
felici delle riunioni dei leaders occidentali, felici delle loro portaerei, le
loro bombe atomiche, le loro armi innumerevoli, trilioni di euro usati per fare
armi, con cui si potrebbero risolvere i problemi del mondo, e invece sono usati
per rafforzare un predomino violento sul mondo.
E tutto questo colorato delle
belle parole: democrazia, libertà, rispetto delle nazioni, pace, rispetto della
legalità internazionale, rispetto della legge. Dietro, come zombi, i
giornalisti e gli editorialisti a ripetere. Sepolcri imbiancati. Su una scia di
sangue di milioni di morti straziati negli ultimi decenni dalle nostre bombe.
Da Hiroshima a Kabul. E continueranno.
Decalogo dell’Impero padrone
del mondo – Giulietto Chiesa
Come tenere in pugno il mondo. E’
«il decalogo che ha creato l’Impero e che ci ha portato alla guerra, anzi alla
Superguerra», dice Giulietto Chiesa, rispolverando le pagine scritte nel 2002
per il profetico “La guerra infinita”, edito da Feltrinelli. Dieci regole
d’oro, anzi: di ferro.
La prima: “Fai in
modo che la tua moneta sia l’insostituibile moneta di riserva per tutti, o quasi
tutti, gli altri paesi”.
La seconda: “Non
tollerare alcun controllo esterno sulla tua creazione di moneta. Potrai così
finanziare i tuoi deficit commerciali con il resto del mondo, rendendoli
praticamente illimitati”.
La terza: “Definisci
la tua politica monetaria in base, esclusivamente, ai tuoi interessi nazionali
e mantieni gli altri paesi in condizioni di dipendenza dalla tua politica
monetaria”. ….Ancora sulla moneta
la quarta regola: “Imponi
un sistema internazionale di prestiti a tassi d’interesse variabile espressi
nella tua valuta. I paesi debitori in crisi dovranno ripagarti di più proprio
quando la loro capacità di pagare è minore. Li avrai in pugno”. …E così –
Regola numero 5 –
sarà possibile mantenere nelle proprie mani “le leve per determinate,
all’occorrenza, situazioni di crisi e d’incertezza in altre aree del mondo”.
Risultato: “Stroncherai sul nascere ogni eventuale aspirante competitore”.
Regola numero 6: Già,
la competizione esasperata dalla globalizzazione neoliberista: “Imponi, con ogni
mezzo, la massima competizione tra esportatori del resto del mondo. Avrai un
afflusso d’importazioni a prezzi decrescenti rispetto a quelli delle tue
esportazioni”, Edward Snowdenrecita
la regola numero 6, strettamente collegata con la successiva,
Regola numero 7:
“Intrattieni i migliori rapporti con le élite e le classi medie degli altri
paesi, a prescindere dalle loro credenziali democratiche, perché esse sono
decisive per sostenere la tua architettura”. Le élite, ovviamente, perché
cospirino contro i loro popoli: “E’ essenziale che le élite e le masse di quei
paesi non si uniscano attorno a idee di sviluppo nazionale, o comunque ostili
al tuo dominio e alla tua egemonia”. Per questo –
Regola numero 8 –
è fondare promuovere con ogni mezzo “una totale mobilità dei capitali, insieme
alla libertà d’investimento internazionale”. In questo modo i capitali, nelle
condizioni sopra delineate, “verranno al tuo indirizzo”, semplicemente “perché
è il luogo migliore, il più sicuro e il più redditizio”.
Quanto agli investimenti esteri,
“assicurati che le tue corporations possano liberamente soccorrere le élites
nazionali nella gestione delle loro proprietà finanziarie, dell’educazione
privata e pubblica, della tutela della salute, dei sistemi pensionistici”.
Regola numero 9: “Promuovi
con ogni mezzo il libero commercio. Esso varrà per tutti, cioè per gli altri,
che non potranno sottrarvisi, mentre tu lo applicherai se e quando ti
converrà”. E infine, decimo comandamento: “Per controllare che tutto ciò si
realizzi ordinatamente, senza conflitti troppo evidenti, ti occorre una
struttura di istituzioni sovranazionali che all’apparenza si presentino come
riunioni di membri a pare diritto. Darai l’impressione di rispettare un certo
pluralismo, mantenendo il loro Giulietto Chiesafinanziamento e il loro
controllo nelle tue mani”. Giulietto Chiesa aggiungeva una nota: tutto questo
si può fare con la persuasione, con l’aiuto dei media, e anche con la
coercizione, con l’uso della forza.
Regola numero 10; “I
piani si formano camminando, nella pratica, ma ci vogliono gli intellettuali
per dar loro una forma, per magnificarli agli occhi del pubblico, per
nobilitarli e spiegarli”, recita la nota del 2002. “Bisogna formarli, questi
propagandisti, convincerli e, se necessario, comprarli, corromperli. E poi
bisogna togliere di mezzo gli ostacoli, i testardi, gli increduli, i cacasenno.
Con le buone, se è possibile, altrimenti con le cattive”. All’epoca, annota
oggi Chiesa sul “Fatto Quotidiano”, Edward Snowden non era ancora apparso all’orizzonte.
Dunque, «non sapevamo che “loro” potevano sapere tutto quello che facciamo
prima ancora che cominciamo a farlo, basta che ne sospiriamo. Vale anche per la
signora Merkel e per il nostro Matteo». Ma, se non ci fossero stati i
giornalisti e gli economisti, tutti perfettamente allineati e compiacenti, come
avrebbe potuto realizzarsi un simile sogno? «Infatti si è realizzato. Adesso,
però bisogna andarlo a spiegare agli altri sei miliardi».
da qui
Quando il dito indica i padroni
del mondo tutti guardano i loro vassalli – Francesco Masala
Bisognerebbe riuscire a dare un
nome ai padroni del mondo, al complesso militare-industriale e politico.
Joe Biden, Ursula von der Leyen,
Emmanuel Macron, Mario Draghi, Jens Stoltenberg, fra gli altri, sono solo
vassalli, spesso impresentabili, di sicuro mediocri, dirà la storia, ma
possiamo già anticiparlo.
La qualità dei valvassini e dei
valvassori (ministri parlamentari dirigenti vari, comunicatori sono quasi
sempre figurine di un gioco a perdere, cinghie di trasmissione di ordini che
arrivano dall’alto, spesso senza coerenza).
E poi ci sono i servi della
gleba, quasi tutti noi, le ultime ruote del carro, che ci lamentiamo, e
proviamo a essere rappresentati senza riuscirci, ai piani bassi di un
grattacielo i cui ultimi piani neanche vediamo, spesso invisibili per la
nebbia.
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