Christian Greco, direttore del Museo Egizio, si è detto pronto ad accogliere i clochard che vivono nel centro di Torino: la questione ha creato un dibattito
La presenza di numerosi clochard in
centro ha acceso il dibattito a Torino: a commentare la questione,
in un’intervista a La Stampa, è stato Christian Greco,
direttore del Museo Egizio, che si è detto pronto ad accoglierli proprio
all’interno della struttura. “Non è assolutamente una provocazione. Se da una
cabina di regia in cui tutti ci mettiamo a disposizione della città e delle sue
debolezze si convergesse sulla necessità di una chiamata alla responsabilità,
siamo pronti a fare la nostra parte”.
Il direttore del Museo, in
tal senso, vuole innanzitutto che il tema vada inquadrato per quello che è.
“Prima di parlare dei portici mi piacerebbe far presente che abbiamo davanti
donne e uomini con percorsi di vita difficili che si trovano a sopravvivere in
una condizione non dignitosa”. È per questo motivo che loro sono la priorità.
“Trovo inaccettabile per una società civile che i termini di questa emergenza
vengano posti sul decoro o non decoro del centro: se abbiamo raggiunto questo
paradigma di approccio vuol dire che abbiamo toccato il fondo”.
Clochard a Torino,
Greco: “Museo Egizio pronto ad accoglierli”. L’appello alla comunità
Christian Greco, direttore del Museo
Egizio, sulle colonne de La Stampa, ha dunque rivolto un appello
alla comunità di Torino affinché si risolva la questione dei
clochard in centro. “Negli ultimi anni ci siamo dimenticati che facciamo parte
di una collettività. In una città ideale non esistono i senza tetto perché la
collettività si prende cura di tutti. Se ciò non accade allora tutto il resto è
inficiato da questo vulnus. È inutile organizzare vetrine, progettare grandi
cose, se poi non riusciamo ad evitare che la catena si spezzi”, ha
sottolineato.
Da qui la proposta di promuovere
l’uguaglianza. “È necessario portare tutti quantomeno ad uno standing minimo
culturale, sociale ed economico. Comune, Regione, Città Metropolitana,
Ministero della Pubblica Istruzione e altri soggetti si siedano ad un tavolo”,
questa la sua richiesta.
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