Nel nome di Alex: un
appello alla diserzione immediata e all’accoglienza dei disertori
Nel nome di Alex:
sviluppiamo la scienza e la tecnologia per la innocuizzazione delle armi
Il 3
luglio ricorre l’anniversario della morte di Alex; un “costruttore di ponti” la
cui assenza oggi pesa come un macigno. Il movimento pacifista è obiettivamente
inefficace o meglio inesistente. Dire no alla guerra con lo sciopero del 20
maggio è stato importante e doveroso ma assolutamente insufficiente. In questi
mesi i teologi hanno detto cose più sagge ma anche più realistiche di tutte le
istituzioni politiche parlamentari. Inviare armi all’Ucraina è stato ed è
profondamente sbagliato: serve solo a tenere in vita l’escalation. L’industria
bellica sta facendo affari d’oro in un conflitto che era evitabile e che, con
una vera azione politico-economica della comunità internazionale, sarebbe
finito in 24 ore. Invece no: si è preferito il confronto armato piuttosto che
un serio boicottaggio dell’aggressore associato alla pratica della
autodeterminazione dei popoli e condito da fantasiose teorie per tentare di
giustificare l’uso delle armi quando siamo invece di fronte adun”già visto”
conflitto capitalistico per la contesa delle risorse. La politica attuale della
Russia sta incrementando la escalation generale degli armamenti che si
ripercuote negativamente su tutto il pianeta. Le opposizioni alla guerra, su
entrambi i fronti, sono state troppo deboli se non evanescenti ed è
assolutamente mancato un movimento per la diserzione che sarebbe stato via via
più importante se fosse riuscito a innestarsi sul sentimento di demotivazione e
sulla repressa volontà di pace dei soldati russi che Putin sta cercando di
tamponare reclutando militari nelle aree più povere e disperate dell’impero.
Non sufficiente anche se eroica la resistenza del movimento anarchico e di
opposizione in Russia. Occorre rafforzare le pulsioni pacifiste – oggi ridotte
quasi al silenzio – su entrambi i fronti. Ma è necessario evitare di rincorrere
gli eventi e limitandoci alle riflessioni del giorno dopo.
Chi
scrive non ha pregiudizi sulla questione delle armi: il ricordo va ai
partigiani contro il nazifascismo ma torna pure in mente la campagna di Lotta
Continua (1973) per «armi al Mir» (il Movimento Izquierda Rivolutionaria che in
Cile tentò di opporsi ai golpisti). Ma il contesto storico era completamente diverso:
si trattava di sostenere una resistenza che, realisticamente, avrebbe potuto
vincere se lo scontro fosse stato interno al Cile. Ma i golpisti di Pinochet
erano sostenuti dagli Usa, il Paese che ancor oggi cerca di
accreditarsi come difensore ed “esportatore” di democrazia, magari in compagnia
del governo turco che si dice sensibile ai diritti degli ucraini mentre
massacra i curdi e altri popoli.
Abbiamo
il dovere, anche nel ricordo di Alex Langer, di rifondare il movimento
pacifista e disarmista con gli strumenti dell’economia, della politica, della
diplomazia, della democrazia e della ricerca scientifica.
Ci
chiediamo infatti per quale motivo non sia sviluppata una scienza disarmista in
grado di impedire il funzionamento di strumenti di morte che colpiscono bambini
e civili come fabbriche chimiche pericolose, edifici imbottiti di amianto e di
eternit (lo vediamo chiaramente tutti i giorni dai reportages fotografici, cosa
non sorprendente visto che l’amianto sia in Ucraina che in Russia è “legale”).
Nel corso
della guerra di Bosnia si sentì parlare di nuove tecnologie belliche USA, per
esempio nuvolette di grafite in grado di mandare in tilt i carri armati. Non
che la grafite sia inerte ed innocua ma il concetto è: possiamo usare la nostra
intelligenza per disarmare, senza spargimenti di sangue, eserciti e arsenali?
Se
esiste il gas nervino sono pensabili gas … esilaranti? Una provocazione certo:
come metafora di strumenti e tecnologie per il disarmo e per fondere il motore
del carro armato.
Perché
i governi non finanziano progetti per rendere innocue le armi, un terreno su
cui vorremmo vedere lavorare Leonardo, Finantieri e simili, oltre a certe
banche? Alcuni fabbricanti di mine antiuomo – vedi ex Valsella sud poi Tecnovar
di Modugno (Bari) – hanno cercato di accreditarsi come esperti nel disinnescare
le mine ma sarebbe stato meglio pensarci prima di fabbricarle.
Se oltre ad accogliere profughi civili (come è
doveroso) lanciassimo un appello alla diserzione dei militari garantendo
accoglienza nelle aree geografiche non belligeranti? Sarebbe possibile una
guerra con eserciti che disertano?
Il
parlamento di Bruxelles dovrebbe lanciare un appello alla diserzione: ben più
efficace ed ergonomico (per così dire) dell’invio di armi che comunque si
rivolterà sempre contro la popolazione, civile o militare che sia, e contro
l’ambiente. Ma si tratta di una ipotesi politica in conflitto con gli interessi
della industria bellica.
Siamo
sicuri che Alex Langer sarebbe d’accordo: un appello da tutto il mondo
per la diserzione ; PIU’ CHE UN CORRIDOIO UMANITARIO SAREBBE LA STRADA MAESTRA
PER RENDERE INNOCUI TUTTI I GUERRAFONDAI DEL PIANETA
Alex ha
scritto: «continuate in quello che è giusto»
Nessun commento:
Posta un commento