Nel contesto
del sempre più evidente disinteresse di Washington per la Nato e la UE la
posizione bellicista di molte capitali europee assume sempre di più la logica
del giocatore d'azzardo che per non perdere tutto rilancia. Quella che
preparano a Londra, Parigi e Berlino è sempre di più una guerra degli zombie
contro la Russia.
Mentre sul
campo di battaglia ucraino appare sempre più evidente la rotta delle truppe del
regime di Kiev, sul piano della diplomazia a rompere l'inerzia è il piano di
pace proposto da Trump che poi non è altro che la presa d'atto di ciò che il
conflitto armato ha decretato e che, al massimo, può essere visto come il
tentativo da parte della Casa Bianca di limitare i danni militari, diplomatici
ed economici innanzitutto per gli USA, ma anche per i suoi scriteriati vassalli
europei.
Definire
scriteriato il comportamento europeo non può essere considerato esagerato
perchè chiaramente fondato sulla completa negazione della realtà ovvero
l'evidenza che l'Ucraina ha perso la guerra nonostante l'enorme aiuto della
Nato, degli USA e della UE sia sul piano militare che su quello diplomatico ed
economico. Va detto che per i paesi europei questa è una realtà difficilissima
da accettare perché sancisce la completa e catastrofica sconfitta anche
della Nato e della UE come istituzione. Alla luce di questo si
comprendono i tentativi europei di questi giorni di riuscire a sabotare le
trattative di pace sia portando Zelensky dalla propria
parte, sia usando metodi poco ortodossi tra alleati come quello di divulgare
intercettazioni tra il plenipotenziario americano Witkoff e i suoi interlocutori
russi. Tentativi
che molto probabilmente non fermeranno la volontà di Washington di arrivare ad
una soluzione che consenta certamente di limitare i danni e probabilmente di
avere un profitto diplomatico ed economico dalla veste di paciere che vuole
indossare in questa fase
Ma perchè
l'Europa anziché percorrere la via pragmatica della limitazione dei danni
insiste a voler applicare la logica del muro contro muro con Mosca? Certo, c'è
una certa negazione della realtà ma c'è anche una logica fondata sugli
interessi economici vitali. I tre più importanti paesi europei, Francia, Gran
Bretagna e Germania hanno infatti enormi problemi economici che spingono le
loro classi dirigenti a puntare sul conflitto con la Russia nella speranza di
farla collassare e così depredarla come nei ruggenti anni 90 post caduta
dell'Unione Sovietica. Più precisamente, Francia e Gran Bretagna sono afflitte
da un enorme debito estero che espone il loro sistema finanziario di fronte ad
una possibile crisi sistemica mentre la Germania, pur essendo ancora oggi
ricchissima, è completamente priva di prospettive economiche causata dalla
perdita di competitività del proprio sistema produttivo orfano delle materie
prime e dell'energia a buon mercato che venivano fornite dalla Russia.
Molto
probabilmente però, in questa scelta dei più importanti paesi europei c'è
dell'altro oltre al mero interesse economico, per quanto vitale possa essere. A
tale proposito a svelare l'arcano è stato l'ex militare e diplomatico
norvegese Dan Viggo Bertgun che in una intervista al giornale Steigan ha
dichiarato: “La NATO
non si sta indebolendo. La NATO sta morendo. Non con una forte esplosione, ma a
causa di una marcescenza politica iniziata molto prima dell'Ucraina, la
sconfitta in Afghanistan ha spogliato l'alleanza di tutta la sua autorità ed è
diventato il momento in cui la NATO ha effettivamente perso il suo sostegno
strategico." per poi concludere in maniera emblematica che la Nato si sta
trasformando in un: “pezzo da museo di un'epoca in cui l'Occidente credeva
ancora di controllare il mondo, perdendo il contatto con le reali dinamiche
globali”. Anche l'amministrazione USA peraltro, sembra non avere
posizioni dissimili da quelle di Bertgun, infatti in più di una circostanza a
Washington hanno trattato l'Alleanza Atlantica come un mero cliente per
l'acquisto di armi, per non parlare poi dell'offerta fatta dall'ambasciatore USA presso
la Nato di lasciare il ruolo di Capo Militare (Saceur) dell'organizzazione ad
un tedesco che dimostra un assoluto disinteresse di Washington per la difesa
dell'Europa. E come se
queste prese di posizione non fossero abbastanza chiare circola sempre più insistentemente
la voce che il Segretario di Stato non parteciperà al prossimo summit
dell'Alleanza che si svolgerà il prossimo 3 di Dicembre a Bruxelles. Segno che ormai a Washington
vedono questa alleanza come un mero residuato del passato privo di qualunque
importanza.
Non pare
azzardato allargare le considerazioni di questo diplomatico norvegese anche
all'Unione Europea. Una sconfitta militare e diplomatica come quella che si
prospetta in Ucraina potrebbe causare la stessa dislocazione del progetto
europeo. Sia perchè il meccanismo economico che la sostiene non è più in grado
di funzionare proprio perchè la locomotiva tedesca si è fermata, sia perchè ci
sono comunque forti discrepanza di idee all'interno dell'Unione: se da un lato,
come si è già detto, paesi come la Germania e la Francia sembrano fermamente
disposti a continuare la guerra con la Russia, dall'altro lato paesi come
l'Ungheria non intendono recedere dalla loro idea di mantenere ottimi rapporti
con Mosca. Una situazione questa che lascia intravvedere le prime crepe,
infatti il Parlamento Europeo ha votato
favorevolmente per richiedere l'attivazione delle misure sanzionatorie
(compreso il diritto di voto) per l'Ungheria che starebbe trasgredendo in
maniera continuativa e persistente “i valori fondamentali della UE” come la
Democrazia, i Diritti Umani e lo Stato di Diritto così come previsto
dall'Articolo 7 del Trattato sull'UE.
Quindi, non
solo enormi problemi economici per i paesi europei a causa della sconfitta
ucraina ma un sempre più evidente terremoto che potrebbe far crollare
l'architettura delle istituzioni che governano l'europa dalla fine della
Seconda Guerra Mondiale sia sul piano politico che sul piano militare. E'
proprio in questo contesto che l'idea di continuare il conflitto contro la
Russia che viene portata avanti in molte capitali europee assume sempre di più
il senso di un irresponsabile salto in avanti tipico di chi ritiene di perdere
tutto e che quindi è costretto a rilanciare sperando nella buona sorte.
Quella che
stanno progettando a Londra, Parigi, Berlino e Bruxelles è di fatto la guerra
degli zombie europei contro la Russia. Questo è ciò che si evince
dall'orizzonte degli eventi che si sta prospettando.
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