Cos’altro deve accadere affinché i
cittadini israeliani si scrollino di dosso la loro paralizzante apatia? Quali
altri orrori devono verificarsi affinché i media di medio livello si degnino di
svolgere il loro ruolo e di denunciarli? Cosa potrebbe incrinare la narrazione
del 7 ottobre in cui è impantanato Israele, con la sconvolgente affermazione
che sulla sua scia tutto è lecito e che solo lui è la vittima?
Ora sembra che niente possa aiutare.
Niente infrangerà l’involucro di cristallo che Israele ha costruito per sé
stesso per evitare di affrontare i fatti. E i fatti stanno arrivando ora,
accompagnati da prove definitive: Israele sta perpetrando barbari Crimini di
Guerra a Gaza. Non come eccezioni, ma come politica.
Non come eccezionalità, ma come una
questione sistemica. Non si può più negare il messaggio, anche se Israele ci
sta ancora provando. Altri diecimila bambini morti basteranno a sconvolgere
questo Paese? Altri mille video raccapriccianti toccheranno qualcuno? Forse
l’esecuzione di mille uomini ammanettati di fronte a un muro? È molto
improbabile.
L’immorale armatura in cui si è
avvolto Israele è impenetrabile. È impermeabile a qualsiasi atrocità. Forse se
intraprendesse una campagna per eliminare 100 cani al giorno a Gaza, le
fondamenta tremerebbero e la coscienza nazionale si risveglierebbe. Solo
allora.
Non è una coincidenza che l’esercito
abbia un ordine specifico che proibisce l’uccisione di cani, come riportato dal
riservista Haim Har-Zahav nella sua testimonianza modello, che avrebbe dovuto
causare un cataclisma. Qualsiasi altra cosa, oltre all’uccisione di cani, che è
scioccante di per sé, incluso il danneggiamento di masse di persone innocenti a
Gaza, sarà giustificata o negata da tutti gli israeliani, i cattivi e i buoni.
Con una tale coscienza, anche il trasferimento della popolazione sarà accolto
con indifferenza. I Campi di Concentramento e persino di Sterminio troveranno
alcuni sostenitori. È il 7 ottobre.
La testimonianza sconvolgente,
fattuale e pertinente di Har-Zahav dovrebbe essere una lettura obbligatoria per
ogni israeliano. Nell’esercito, nelle scuole, nelle sinagoghe, nelle yeshive
(scuole religiose) e nelle università. Tutti dovrebbero leggere Har-Zahav. Ma
questo non accadrà, perché Israele non vuole sapere. Nessuno può negare le
affermazioni di Har-Zahav. Non è un nemico della nazione ed era lì, nel
Corridoio Netzarim, in contrasto con la stragrande maggioranza delle persone
che negano gli orrori. Come se la testimonianza di Har-Zahav non bastasse, il
giorno dopo è uscito un articolo di Nir Hasson su Haaretz su un progetto di
documentazione portato avanti dal coraggioso storico Lee Mordechai.
Questa storia è ancora più
sconcertante. Il dottor Mordechai ha presentato la serie più sistematica e
dettagliata di Crimini di Guerra perpetrati dalle Forze di Difesa Israeliane a
Gaza. Persino il sobrio Hasson ha testimoniato che approfondire la molteplicità
di prove di Mordechai è stata un’esperienza terribile.
Millecentoquaranta famiglie sono
state completamente spazzate via; forse la cifra più orribile è la morte di 710
bambini di età inferiore a un anno; 489 membri del personale sanitario, tra cui
55 medici; 100 professori; 243 atleti; e quattro neonati prematuri, morti
quando l’esercito ha costretto l’infermiera che si prendeva cura di loro ad
abbandonarli alla morte. 240 feriti e malati sono stati imprigionati in un
ospedale per una settimana senza cibo.
Cosa si fa dopo aver visto tutti
questi dati? Cosa si può dire? Ma per favore, evitate un conteggio dei punti in
stile commercio al dettaglio tenuto da buoni israeliani, come il giornalista
Nadav Eyal (“questo non è un rapporto, è un guazzabuglio”): i dati non sono
affidabili, è il Ministero della Sanità di Hamas, che vi ha detto che questa
era la verità, si dovrebbe aspettare una commissione d’inchiesta, che non verrà
mai istituita, tutte queste scuse non sono più valide. Non con questi numeri
allarmanti di vittime, non in considerazione delle prove che si accumulano da
tutte le parti, fino a quando persino l’ex Capo di Stato Maggiore dell’IDF e
politico di destra Moshe Ya’alon non definisce questi dei Crimini.
Non è una commissione d’inchiesta
quella che serve, ma una commissione di coscienza. Non statistiche precise, ma
occhi e un cuore. Guardate qualsiasi stazione televisiva che non sia israeliana
e vedrete voi stessi. Se 700 neonati morti non possono toccare il cuore dei
genitori israeliani, che amano così tanto i propri figli, allora la coscienza
di Israele è mortalmente malata, forse è già morta in questa guerra. La
barbarie ha invaso il Paese. È diventato privo di qualsiasi traccia di umanità.
E potrebbe rimanere con noi per generazioni a venire.
Traduzione: Beniamino Rocchetto –
Invictapalestina.org
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