martedì 31 dicembre 2024

Elogio della neotenia - Giuseppe Bagni

 

Con l’intelligenza artificiale tra qualche anno i professori spariranno? In realtà dimentichiamo che l’IA sa quasi tutto ma sa solo quello che si è accumulato negli anni, per questo è in grado di suggerire a grandi velocità soltanto le strade più probabili. Molti animali nascono più o meno come l’intelligenza artificiale, già grandi, il cervello umano impiega invece una ventina di anni per svilupparsi. Insomma non siamo pronti alla vita, abbiamo bisogno di cure, di imparare dagli altri grazie al linguaggio, di sperimentare creatività per risolvere i problemi che incontriamo. Siamo programmati al cambiamento. In biologia, la proprietà di alcune specie animali di tendere verso il nuovo si chiama neotenia. In classe, a volte si aprono brillanti discussioni di intelligenza collettiva più che di intelligenza artificiale

 

Cara Gessica, anche oggi hai sbagliato a non venire a scuola. Il prof ci ha fatto un discorso strano, all’inizio nessuno capiva di cosa stesse parlando, ma poi alla fine c’è piaciuto a tutti.

Allora, parto dall’inizio. Alberto, lo sai che vuol sempre farsi notare, ha detto al prof che tra un paio d’anni con l’intelligenza artificiale i professori spariranno dalla faccia della terra, ci sarà solo un computer perché l’IA – lui per fare il ganzo l’ha detto in inglese: “ei ai”, che noi si credeva si fosse fatto male! – perché sa già tutto e basterà lei per imparare. Il prof ha sorriso e ha detto che è vero che l’intelligenza artificiale sa quasi tutto, che sarà utilissima, ma sa solo quello che si è accumulato negli anni. Conosce il passato, forse potrà arrivare a conoscerlo tutto, una cosa impossibile per un singolo essere umano, per questo le scelte che ci propone di fare saranno certamente le più probabili di successo. È come un animale che nasce già “saputo”, cioè che già da cucciolo ha in memoria già tutto. Nasce grande mentre noi nasciamo piccoli, eppure è il nostro vantaggio.

Alberto gli ha chiesto: “Perché prof? Nascere “saputi” è un grande vantaggio, così non devi faticare a imparare!”.

“Voi ovviamente non sapete cos’è la “neotenia”, vero?” ci ha chiesto. “Io penso che venga dal dialetto leccese perché mia nonna viene da lì e ogni tanto racconta che quando era ragazza di soldi “nulla tenìa” per dire che erano poveri in canna” ha detto Michela.

Il prof ha fatto una bella risata, poi “No ragazzi, è una parola della biologia che viene dal greco e mette insieme le parole “nuovo” e “tendo”. Capite ora? Si riferisce alla proprietà di alcune specie animali di tendere verso il nuovo”. Poi ha continuato: “Molti animali nascono più o meno come l’intelligenza artificiale, già grandi. Per esempio il cucciolo di ragno appena nato sa fare la sua ragnatela; il puledro si alza immediatamente sulle quattro zampe e sa muoversi da solo”. “Vale a dire che la natura ha fornito gli animali di comportamenti innati e pure di istinti che permettono loro di adattarsi immediatamente all’ambiente dove vivono per soddisfare i loro bisogni. Ecco perché appena nati non serve loro molto tempo per imparare. Sanno già tutto quello che serve loro sapere”.

“E noi no prof? Siamo i più coglioni tra gli animali, che appena si nasce non siamo buoni a fare nulla da soli?” mi è scappata questa battuta un po’ pesante, ma il prof per fortuna ha sorvolato sulla parolaccia. “Come vi dicevo noi siamo una specie neotenica. Si nasce con la scatola cranica ancora non saldata, senza peli, deboli muscolarmente. Non siamo capaci di camminare e dipendiamo dalle cure di chi ci sta accanto per nutrirci e sopravvivere. Pensate che il cervello di una scimmia appena nata è già al 70 per cento delle crescita e si completa nei primi sei mesi, il nostro finisce di svilupparsi intorno ai vent’anni”. “Dai Alberto, è una buona notizia: hai ancora cinque anni di speranza di diventare quasi umano!”

“Questa nostra neotenia non è uno svantaggio – continua il professore – nasciamo molto immaturi, non pronti alla vita, privi degli automatismi che hanno altre specie perché il passato della nostra specie non ci ha lasciato tracce sicure su come comportarci. Di conseguenza siamo costretti ogni giorno a trovare nuovi modi di adattarci e risolvere i problemi che incontriamo. Dobbiamo essere creativi per colpa della nostra neotenia”.

“Ma con chat gpt scrivi testi perfetti, componi canzoni nuove piacevoli. Si può fare di tutto Prof!” insiste Alberto, il saputello. “Vero, ma appunto: le canzoni sono piacevoli perché orecchiabili, banali variazioni di ciò che è stato già composto. È tutto già ascoltato, montato in modo diverso ma già parte del repertorio infinito che la IA ha in memoria”. “Vi siete mai chiesti perché noi ci parliamo? Solo noi abbiamo un linguaggio in forma così evoluta. Pensateci: lo facciamo perché abbiamo bisogno di imparare dagli altri. Siamo animali privi di qualsiasi specializzazioni e proprio per questo siamo ricchi di potenzialità da sviluppare con il nostro pensiero e con l’aiuto degli altri individui della nostra specie. Molti scienziati hanno scritto che siamo il risultato delle molte carenze biologiche con cui veniamo al mondo, per questo siamo versatili e costretti ad essere creativi. Per colpa della nostra neotenia siamo programmati al cambiamento”.

“Quindi io mi sveglio ogni mattina alle sei e mezzo e torno a casa dopo le tre per colpa della neotenia? È lei che ci manda a scuola?” dico io. “In un certo senso sì. Diventiamo pienamente umani con la cultura. Quello che imparate a scuola e dagli altri compensa le lacune con cui veniamo al mondo rispetto ad altri animali. Pascal ha detto che la cultura è la prima natura dell’uomo”.

“Allora Alberto purtroppo non hai speranza nemmeno tra cinque anni: non sarai mai umano!” ha detto Michela per prenderlo ancora in giro (ma lo fa perché vorrebbe essere lei la più brava…).

“Tutto questo discorso complicato è per dirvi che secondo me l’intelligenza artificiale è una macchina potentissima per conoscere, ma è molto più preziosa la macchina naturale per pensare che abbiamo dentro di noi. E allora, quando volete guardare indietro e controllare tutto quello che è stato scoperto, usate tranquillamente l’intelligenza artificiale, vi sarà molto utile. Ma quando pensate al futuro che vi attende fatelo nuovo di zecca, frutto della vostra creatività. L’intelligenza artificiale vi suggerirà solo le strade più scontate, le più probabili. Voi siate imprevedibili.”

Insomma Gessica, un discorso che all’inizio mi sembrava molto sconfortante: saremmo il risultato di un sacco di carenze. Come a dire che quando si nasce siamo come un telefonino senza linea che può fare solo la chiamata d’emergenza. Però col tempo impariamo a muoverci fino a trovare segnale e allora è una cosa buona sapere che sono libera di chiamare chi mi pare a me. Anche quel ragazzo che mai si sarebbe aspettato che tra noi due la prima a farsi viva sarei stata io! È stato bello sorprenderlo, sai?

da qui

Nessun commento:

Posta un commento