il dottor Meraviglia segue le tracce del dottor Basaglia, gli interessano i malati più della malattia.
il romanzo racconta la vita professionale e familiare di Fausto Meraviglia e del suo rapporto speciale con Elba, che ha vissuto in manicomio dalla nascita.
il libro è molto coinvolgente, non riesci a smettere, tutti i personaggi sono persone che fa proprio piacere conoscere.
cercatelo e godetene tutti.
buona lettura.
ps1: il libro me l'ha consigliato la direttrice (Nives) della banca dove ho il conto, grazie a lei per il consiglio di lettura.
ps2: una figlia di Fausto si chiama Vera, Vera Meraviglia si lamenta col padre per la scelta del nome; quando ero bambino ricordo un ragazzo un po' più grande che si chiama (o chiamava, chissà) Vero Porcu. I genitori dovrebbero stare più attenti alla scelta del nome dei figli.
…Leggere Grande
Meraviglia scatena emozioni contrastanti.
Da un lato c’è la rabbia nel prendere coscienza dei
trattamenti disumani effettuati all’interno del manicomio, come l’elettroshock
e la violenza verbale, oppure per le cause fasulle di internamento che sono
state accettate per tutto il ‘900. Sì, perché un uomo o una
famiglia potevano decidere di far internare le donne per qualsiasi motivo:
se parlavano troppo o quasi per niente, se mangiavano troppo o troppo poco, se
tradivano o se i mariti volevano una scusa legale per divorziare. Questa non è
finzione, tutt’altro. È una realtà esistita per decenni nel nostro paese. Pensate,
quante donne hanno sofferto e sono state abbandonate all’interno dei manicomi
solo perché desideravano esprimersi ed essere libere?
Noi matte siamo piante con
le radici in vista, le dico, tutto quello che è sotto si vede da fuori: se
abbiamo fame ne abbiamo troppa, se non ne abbiamo non mangiamo più, se siamo
contente cantiamo e balliamo, se siamo tristi è come se fossimo morte da un
pezzo. Se abbiamo un sospetto è già diventato realtà, se abbiamo paura, la
paura è una porta spalancata sul vuoto. Se abbiamo voglia di parlare, le parole
diventano un fiume, come me in questo momento. E se non ne abbiamo più voglia,
allora punto e basta
Dall’altro lato c’è la tenerezza,
perché nel libro traspaiono anche una gentilezza e un’umanità enorme. Elba è la
vittima innocente di questa storia, nata e cresciuta in un manicomio nonostante
fosse sana e indipendente. Lei non conosce il giudizio o la cattiveria, è
un’anima pura e curiosa di tutto. È una figlia che ama la sua mamma
incondizionatamente e che non si arrende mai nella sua ricerca per ritrovarla.
Il dottor Meraviglia incarna la
volontà, l’intraprendenza e la bontà nonostante la sua grande dose di
egocentrismo e stakanovismo (che causa l’allontanamento della sua famiglia).
Meraviglia rappresenta il progresso per portare la libertà nella società,
per liberare i “matti” dalla follia della reclusione e
per iniziare la lotta contro la stigmatizzazione sulla salute mentale.
Essere capaci di cambiare
qualcosa è un po’ come essere liberi.
Ciò che resta alla fine del
romanzo è un insegnamento fondamentale: è importante riconoscere l’altro,
sentire che esiste così come esistiamo noi e mettersi in ascolto. Perché
infondo ogni storia e ogni vissuto meritano di essere ascoltati, senza
giudizio. Solo così si può accedere alla grande meraviglia dell’umanità…
…esistono i matti e i «mica-matti»,
ovvero coloro che non sanno di esserlo. Attraverso la sua immaginazione
reinventa, con filastrocche e giochi di parole, lo spazio che la circonda,
dando a ogni cosa e persona un nome che la identifichi: «”suor Nicotina”,
“Lampadina”, “Mastro Lindo”, “Mazzadiscopa”», e così via. L’unica occasione in
cui scopre il mondo «al di là» del manicomio è
quando a nove anni viene mandata a studiare dalle «Suore Culone» – come le
chiama lei –, ma una volta ottenuta la licenza media, Elba decide di ritornare
al Fascione per ricongiungersi con la madre, che però non la trova lì ad
attenderla. La vita di Elba si intreccerà ben presto con il secondo
protagonista di questo romanzo, Fausto Meraviglia,
giovane e rampante psichiatra, d’ispirazione basagliana,
che una volta arrivato al Fascione vorrà tirarla fuori di lì, insieme a tutte
le altre pazienti internate, sostituendo ai metodi brutali della psichiatria
tradizionale, l’interazione e l’inclusione sociale. Attraverso salti temporali,
che ci condurranno sino al 31 dicembre 2019, e un’alternanza di prospettive e
voci, quella di Elba e poi di Fausto, seguiremo il personale e intimo percorso
di rivoluzione che ha, per entrambi, come unico vero scopo e traguardo la
libertà…
…Alcune pagine
sono amare e dolorose, sebbene il romanzo non perda il carattere mite, tenue, delicato.
Gli episodi sono osservati talvolta con ironia, altre con partecipazione, altre
ancora con compassione… Mentre vediamo Elba e Meraviglia lottare, ognuno a suo
modo, ci domandiamo: dov’è la follia? Qual è la
soglia della libertà che non nuoce agli altri? Quanto siamo disposti a
sacrificare per inseguire ciò in cui crediamo?
Due principi
mi sono rimasti particolarmente impressi e condivido pienamente. Il primo
prende in considerazione l’amore degli altri: non
dobbiamo pensare che dipenda unicamente da noi. È una responsabilità che non
possiamo avere, almeno non interamente. La seconda riflessione è che cercare
di salvarsi non può essere una colpa; ognuno di noi ha parti oscure,
episodi difficili, idiosincrasie non risolte, sensi di colpa o vergogne. Vivere
e cercare di essere felici, trovare la propria strada nel mondo, non è una
mancanza verso coloro che non ce la fanno…
Nessun commento:
Posta un commento