Le aziende del gruppo Finmeccanica fanno grandi affari
con le armi di distruzione di massa delle forze armate Usa. A fine 2015, la
controllata DRS Technologies, con sede ad Arlington (Virginia), azienda leader
nella fornitura di sistemi di sorveglianza, reti satellitari e
telecomunicazione, ha sottoscritto un contratto con US Navy per un valore
massimo di 384 milioni di dollari per produrre equipaggiamenti elettronici di
ultima generazione da destinare a varie classi di sottomarini, nucleari e non.
“Grazie all’aggiudicazione di questa commessa, DRS Technologies diventa prime
contractor della Marina militare americana, ampliando così il ruolo
dell’azienda come principale fornitrice di sistemi di combattimento per
sottomarini”, spiegano i manager di Finmeccanica.
Una parte importante del contratto riguarderà
l’ammodernamento dei sistemi di propulsione della classe di sottomarini
lanciamissili balistici “Ohio”, uno dei sistemi d’arma chiave nelle dottrine di
guerra nucleare del Pentagono. Azionati da un reattore del tipo S8G (di
ottava generazione), realizzato da General Electric, quattordici unità della
classe “Ohio” sono armati ognuno con 24 missili intercontinentali Trident II D5
con una gittata di 12.000 km, in grado di trasportare fino a 12 testate nucleari
del tipo W88, con una potenza distruttiva di 475 chilotoni. Complessivamente
ogni sottomarino imbarca 192 testate atomiche, un vero e proprio arsenale
di morte per attacchi multipli su obiettivi sparsi in tutto il
pianeta. Altri quattro sommergibili della stessa classe (l’Ohio,
il Michigan, il Florida e il Georgia) sono
predisposti invece al lancio dei missili da crociera BGM-109 Tomahawk, in
grado di trasportare a 2.500 km di distanza sia testate nucleari che
convenzionali. Tutti gli “Ohio” sono armati infine con una dozzina di
siluri Mark 48, capaci di percorrere sino a 40 Km di distanza a una velocità
superiore ai 55 nodi. Questi siluri trasportano testate dotate di uranio
impoverito e rame liquido, la cui combustione può perforare anche navi o
sottomarini a doppio scafo.
Il 30 settembre 2014, la controllata la DRS Laurel
Technologies con sede a Johnstown (Pennsylvania), si era aggiudicata un
contratto del valore di 171,2 milioni di dollari per
fornire computer, display, hardware, ecc., per sviluppare le reti
informatiche dei sottomarini Usa delle classi “Los Angeles”, “Seawolf”,
“Virginia” e “Ohio”. Il contratto firmato con l’U.S. Naval Undersea Warfare
Center Division di Keyport, Washington, includeva pure la fornitura di
sonar, processori e sistemi elettronici di controllo armi di ultima generazione
“TIH” per i sottomarini d’attacco della classe “Collins” della marina di guerra
dell’Australia, nell’ambito di un accordo di cooperazione con il Pentagono. A
fine 2011 sempre DRS Laurel Technologies aveva ottenuto una commessa del valore
di 691 milioni di dollari dalla Lockheed Martin Corp. Mission Systems and
Training di Manassas (Virginia) per fornire i sistemi sonar e di combattimento
TIH ai sottomarini nucleari di US Navy.
Intanto il Pentagono ha predisposto un ambizioso
programma a medio termine per lo sviluppo di una nuova classe di sottomarini
lanciamissili balistici che sostituisca gli “Ohio” a partire dal 2029. Con
un costo stimato di 95,8 miliardi di dollari, l’Ohio Replacement
Program ha già un nome in codice “Hence SSBN-X”. La nuova classe
di sommergibili dovrà trasportare 16 tubi di lancio ciascuno, in
contrapposizione agli attuali 24, e sarà predisposto per il lancio di ordigni
nucleari e convenzionali. DRS Technologies sarà una delle aziende che collaborerà
allo sviluppo del programma di ammodernamento dei nuovi dispositivi strategici
Usa. Il 23 dicembre 2011, i manager di Finmeccanica hanno reso pubblico
che Consolidated Controls Inc. (CCI), una società del gruppo Drs Technologies,
si era aggiudicata un contratto da General Dynamics Electric Boat per
progettare, realizzare e testare un sistema di controllo elettromeccanico
destinato ai sottomarini atomici che sostituiranno la classe “Ohio”.
Finmeccanica acquistò DRS Technologies nel 2008
spendendo 5,2 miliardi di dollari. In verità le commesse militari poi ottenute
non hanno compensato i massicci investimenti della holding italiana negli Stati
uniti d’America; così lo scorso anno è stato avviato un piano di dismissione di
alcuni settori produttivi, principalmente nel campo dell’avionica, della
logistica e delle telecomunicazioni. Per il gruppo con sede ad Arlington, il
2015 si è comunque concluso con una crescita del fatturato del 15,1% rispetto
all’anno precedente (da 1,59 a 1,83 miliardi di dollari), mentre gli ordini
hanno registrato un +21,1%. Oltre alla fornitura di attrezzature elettroniche
per i sottomarini strategici, DRS Techonologies ha siglato un accordo del
valore di 55 milioni di dollari per ammodernare i sistemi di comunicazione
vocale integrati degli incrociatori e dei cacciatorpediniere AEGIS di US Navy.
Lo scorso anno DRS ha pure fornito potenti visori notturni e sofisticati
sistemi informatici all’esercito statunitense, mentre in Canada si è
aggiudicata una commessa di 100 milioni di dollari per la produzione di antenne
e sistemi di sorveglianza per equipaggiare i carri armati LAV 6.0, prodotti da
General Dynamics e acquistati dall’esercito canadese. Nonostante i buoni affari
di guerra - in linea con quanto accade internazionalmente al complesso militare
industriale - DRS Technologies ha visto ridurre drasticamente i propri addetti:
da 10.000 a 5.500 unità in meno di dieci anni. Soldi tanti, occupazione poca.