Un gruppo di migranti ivoriani che vive
da tempo a Sousse, cittadina tunisina a nord di Sfax, la mattina di domenica 4
agosto è stato deportato dalle autorità tunisine e abbandonato nei pressi del
confine con la Libia. I migranti erano privi di permessi. Il Forum tunisino per
i diritti economici e sociali ha diffuso un video drammatico (il link è qui grazie a MeltingPot Europa e al Forum tunisino) in cui si può vedere e
ascoltare in francese quanto avvenuto dalle voci degli stessi migranti. Si
tratta di uomini, donne e bambini molto piccoli, per un totale di 36 persone,
secondo fonti OIM. Quattro attivisti antirazzisti italiani della carovana che
ha partecipato agli incontri per realizzare un progetto a Zarzis, tra i quali c’è
Riccardo Bottazzo che ci ha comunicato la notizia, hanno cercato di raggiungere
la zona di frontiera per verificare le condizioni dei migranti ma sono stati
fermati e nessuno ha voluto fornire loro informazioni. Un’ennesima
dimostrazione, questa volta in Tunisia, di come sulle coste del Nordafrica
abbondino i “porti sicuri”
Mi trovo a Zarzis, Tunisia del sud, per seguire un gruppo di circa 30
attivisti italiani chiamati dalle associazioni di pescatori locali (quelle che
salvano i migranti naufraghi e, in molti casi, recuperano i loro cadaveri
spiaggiati). Vedi link dell’iniziativa: https://europezarzisafrique.org
Su informazioni delle associazioni per i diritti umani tunisine, quattro di
loro
Yasmine Accardo di LasciateCIEntrare
Tommaso Gandini di Melting Pot
Elisabetta Aloisi di Progetto 20k
Michele Gobbo di Bergamo Migrante Antirazzista (attualmente l’unico col telefono ancora acceso)
Tommaso Gandini di Melting Pot
Elisabetta Aloisi di Progetto 20k
Michele Gobbo di Bergamo Migrante Antirazzista (attualmente l’unico col telefono ancora acceso)
sono partiti in auto verso la frontiera con la Libia per verificare una
grave violazione dei diritti umani. Secondo fonti OIM, un gruppo di 36 migranti
ivoriani (21 uomini, 11 donne di cui una una incinta e quattro bambini molto
piccoli) sono stati portati con la forza dalla città di Sousse, Tunisia, al
confine con la Libia e là abbandonati senza cibo ed acqua. L’area in cui sono
stati abbandonati è una zona ad alto rischio militare.
Le associazioni per i diritti umani tunisine hanno diramato un video che
riprende l’abbandono dei migranti nel deserto di frontiera, e un comunicato di
condanna.
I quattro attivisti in loco, assieme agli altri italiani della carovana
fermatisi a Zarzis, stanno monitorando la situazione e denunciano questa
deportazione che conferma ulteriormente che la Tunisia non può essere
considerata un Paese sicuro per i migranti.
I quattro italiani sono riusciti superare i primi due posti di blocco, ma
al terzo sono stati fermati dai militari di frontiera che li hanno scortati
sino al check Point, rifiutandosi però di dare loro qualsiasi informazione sui
migranti abbandonati.
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