di Flavio Tosi (già sindaco leghista della città di Verona per due mandati dal 2007 al 2015)
Eccolo lì, Salvini: a lezione da Giuseppe Conte, che gli ha
spiegato il senso delle istituzioni democratiche e di fronte al Paese lo ha
inchiodato davanti alle sue responsabilità definendolo sleale, bugiardo,
opportunista, assenteista e completamente ignaro dell'abc costituzionale.
Insomma un incapace, un fannullone e un traditore, come chi scrive ha sempre
sostenuto. Del resto chi tradisce una volta, tradisce sempre: e Salvini nella
sua vita politica ha tradito nell'ordine Bossi, Maroni e il sottoscritto, ma
soprattutto gli ideali federalisti e liberali della Lega. Ovvio che per
esclusivo tornaconto prima o poi arrivasse a tradire anche il suo governo.
Non ho apprezzato il premierato di Conte e l'esecutivo
gialloverde, ma con onestà intellettuale riconosco oggi a Conte un'uscita di
scena da uomo serio e perbene. Un gigante rispetto al nanetto politico ex comunista
padano. Una grande dignità al confronto della miseria umana e politica di
Salvini, che prima nudo in spiaggia faceva il gradasso e chiedeva "pieni
poteri", poi quando ha capito di aver fatto una cazzata ha cominciato a
fare passi indietro e a mendicare la pace, sino ad arrivare a proporre premier
Di Maio. Perfino oggi Salvini ha mostrato tutta la sua inadeguatezza come
leader: non sapeva nemmeno dove sedersi e dove parlare, faceva le faccette
isteriche come i ragazzini durante il rigoroso discorso di Conte. Poi ha
utilizzato il Senato per dire le solite puttanate demagogiche, la più grande di
tutte che era pronto a mettere 50 miliardi per tagliare le tasse quando sa che
non c'è una lira (infatti ha fatto cadere il governo perché pensava di poter fare
la manovra salata e anti-popolo solo dopo un voto che lo bullonasse alla sedia
per 5 anni). Infine ha elemosinato a Di Maio un nuovo accordo. Un buffone! Un
buffone senza dignità!
Eccolo lì, Salvini, tanto tracotante nel suo ennesimo vuoto e
isterico comizio, quanto piccolo piccolo nella valenza politica e strategica.
Eccolo lì, Salvini: un pallone che si sta sgonfiando nelle contraddizioni della
sua miserabilità. Guardatelo: è affannato, paonazzo, straparla, perde il filo,
mentre il Conte tradito lo umilia e lo mette con le spalle al muro. Il piccolo
Salvini è talmente sfatto, disperato e impaurito da mendicare ancora, fino
all'ultimo. Cosa non si farebbe per salvare la poltrona! Ha la faccia di tolla
Salvini e in un visibile gioco di specchi afferma il contrario di ciò che
pensa. Dice che non ha paura perché ha una fifa blu di perdere il potere.
Afferma che rifarebbe tutto perché sa di essersi fregato da solo. Dice che la
Lega è compatta perché si rende conto che anche con molti dei suoi ha perso
credibilità (Giorgetti in primis). Invoca le piazze perché è consapevole che
fra qualche mese non lo seguirà più nessuno. E questo piccolo omino disperato
sarebbe un leader?
Purtroppo i suoi alleati di
centrodestra non riescono a capire a chi si sono messi in mano. Registro
infatti ancora oggi il totale asservimento di un parte di Forza Italia e di
Fratelli d'Italia a questo piccolo "guappetto" ridicolo. Sono
appiattiti, senza nessun slancio e nessuna visione. Il centrodestra vuole
morire con Salvini. Ma la gran parte dei suoi elettori, che sono liberali,
popolari e riformisti, no.
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