e approfittatene per cercare tutti, ma tutti, i libri di Patrick Chamoiseau.
"Il mondo e le sue miserie
sono la nostra terra. Fare paese di questo mondo, fare coraggio di queste
paure, fare incontro di queste fughe, è la nostra terra. Fare minareto di
asilo, cattedrale di rifugio, tempio di benevolenza, è la nostra dignità"
«File di uomini attraverso
la nebbia, le pietraie, i deserti, le tempeste, i fili spinati, i muri e le
recinzioni, si spingono a toccare il cielo, a scavare
l’inferno. Non si spostano seguendo il magnetismo terrestre o il movimento
delle merci, ma i segni di un’intuizione che li porta verso un orizzonte.
Clandestini espulsi esiliati desolati viaggiatori rifugiati espatriati
rimpatriati globalizzati e de-globalizzati, arsi dal sale o annegati,
richiedenti asilo, richiedenti di tutto quello che manca al mondo, richiedenti
di un’altra cartografia del mondo.
Contro
gli stati di diritto parlano di umanità del diritto. Persone, milioni di
persone, non alghe o meduse, persone, piccole grandi vecchie giovani, che
deperiscono e periscono, e muoiono nelle garrote delle frontiere, ai margini
delle nazioni, delle città e degli stati di diritto. Il mondo e
le sue miserie sono la nostra terra. Fare paese di questo mondo, fare coraggio
di queste paure, fare incontro di queste fughe, è la nostra terra. Fare
minareto di asilo, cattedrale di rifugio, tempio di benevolenza, è la nostra
dignità”.
Fratelli migranti – Contro la
barbarie (Add, traduzione di Maurizia Balmelli e Silvia Mercurio)
è un libro, di estrema attualità, che mescola i generi, poesia, saggio e
manifesto, un testo che nasce dalla necessità di riconoscere ogni essere umano
degno di essere accolto perché parte di un tutto, in continuo movimento e
trasformazione. L’autore, Patrick Chamoiseau, scrittore
francese della Martinica, chiude il volume con la Dichiarazione dei poeti, una
chiamata all’inaspettato umano – poeticamente umano – a resistere, rifiutando
di abbandonare il mondo.
Fratelli migranti – Il Mediterraneo che urla speranza
Uscito qualche mese fa per Add
editore, Fratelli migranti Contro
la barbarie è un saggio poetico
scritto da Patrick Chamoiseau, scrittore francese della Martinica. Una
riflessione nata da un incontro a Parigi tra l’autore e alcune amiche
«militanti, artiste, attrici, giornaliste, attiviste».
Sentendosi impotente di fronte ai loro
racconti e alle loro azioni, Chamoiseau decide di scrivere questo testo necessario, che fa riflettere
sulla situazione attuale e sulle singole parole: Islamofobia, insicurezza,
identità, immigrazione… ma anche mondialità, fiducia, relazione. A corredare
tutto, la bellissima copertina realizzata da
Nicola Magrin, l’illustrazione di Maya Tarnowski Mihindou dove in
piccolo si legge «À ceux qui son tombés avant d’arriver (a quelli che sono
morti – letteralmente caduti – prima di arrivare, ndr)» e la Dichiarazione dei poeti,
«una chiamata all’umano a resistere, rifiutando di abbandonare il mondo».
Questo libro invoca la creazione di una
politica mondiale dell’ospitalità che dica una volta per tutte, in nome di
tutti, per tutti, che per nessuna ragione al mondo può esservi straniero in un
angolo di questa terra. È un libro scritto per essere recitato, letto, cantato,
ascoltato, declamato, offerto alle danze, il suo linguaggio è fatto di boati,
di suoni e di musica.
Un libro che richiama a gran voce la
solidarietà perché tutti hanno il
diritto di migrare e ricorda che «Homo sapiens è
anche e soprattutto Homo migrator», che
ogni vita ha una dignità. Aveva fatto scalpore, settimane fa, la vignetta di
Makkox che ritrae un ragazzo con la sua pagella scolastica. Una storia vera,
raccontata da Cristina Cattaneo, medico legale, nel suo libro Naufraghi senza volto (Cortina Editore): il
ragazzo ritratto è un migrante morto nell’aprile del 2015 durante la traversata
del Mediterraneo che in una cucitura interna del giubbotto aveva la sua pagella
scolastica scritta in arabo e in francese. E questa è solo una delle tante,
infinite storie con un triste epilogo. Chamoiseau si appella alla fratellanza
per chi è ancora in vita, relegato su un barcone, e per chi, invece, deve
ancora intraprendere questo viaggio della speranza.
Un saggio la cui lettura va centellinata
per riflettere in silenzio su quello che sta succedendo oggi. L’autore cita i
dialoghi avuti con Hind Meddeb (quella che filma) e Jane Sautière (quella che
scrive). La prima è una documentarista francese, la seconda una scrittrice che
da due anni collabora, nel XIX arrondissement di Parigi, con un collettivo di
sostegno ai rifugiati creato dai residenti all’epoca dell’accampamento di
avenue de Flandre. Chamoiseau afferma di avere visto negli occhi delle due
donne le lucciole di cui parlava Pasolini e attraverso i loro racconti e i loro
filmati asserisce che c’è una speranza. Che «l’elezione del pazzo biondo è
stata come una notte piombata sulla democrazia. Ma ha acceso nel mondo uno
sciame gigantesco, che mostra come questa notte sia gravida di una miriade di
futuri, mentre la mezza-alba o la mezza-notte che un’altra possibilità conforme
alla nostra cecità ci avrebbe offerto non ne avrebbe messo in luce nessuno». Il
mondo di oggi è ricoperto dalla
barbarie e dall’egocentrismo, dalla paura del diverso, dal rifiuto e dalla
violenza: sentimenti negativi che vengono amplificati dietro lo schermo
di un computer dove le peggiori parole tentano di colpire chi ha sempre creduto
nell’accoglienza e che ha sempre visto la diversità come una ricchezza, un
incontro fra culture, una condivisione.
Alla fine del libro, Chamoiseau scrive
una cosa verissima: «Il nostro futuro
prossimo sarà dominato da due mostri terribili: 1 – Il cambiamento climatico. 2
– Il trionfo del neoliberismo e dei suoi perversi effetti multiformi. Due
catastrofi che scateneranno disastri ecologici, inquinamenti devastanti,
incidenti nucleari, guerre retrograde, precarietà globali e miserie medievali… Le
popolazioni toccate in un modo o nell’altro saranno allora portate a
slanciarsi, da ogni luogo verso qualsiasi altro». Un avvertimento che dà da
pensare perché i prossimi migranti
potremmo essere noi.
Fratelli migranti è un testo
prezioso e difficile che fornisce una riflessione accurata a 360° sul passato,
sul presente e sul futuro.
In conclusione, il settimo punto della
Dichiarazione dei poeti, tra tutti il mio preferito, forse il più veritiero: «I
poeti dichiarano che il razzismo, la xenofobia, l’omofobia, l’indifferenza nei
confronti dell’Altro che viene che passa che soffre e che chiama, sono
indecenze che nella storia degli uomini non hanno fatto che aprire la strada
agli stermini, e che dunque non accogliere, anche se per valide ragioni, colui
che viene che passa che soffre e che chiama è un atto criminale.»
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