domenica 4 agosto 2019

Corsi di formazione aziendale per gli insegnanti: avanza il modello della “Scuola Veneta” - Redazione ROARS




Si precisa sempre meglio il modello di “scuola veneta”. La Regione e l’Ufficio scolastico provinciale hanno organizzato corsi di “Formazione aziendale” per insegnanti delle scuole secondarie di secondo grado. Le finalità culturali e di aggiornamento per i docenti sono “entrare pienamente nel sistema produttivo veneto”,  “migliorare la conoscenza sul campo delle imprese venete”, farsi “conoscere e apprezzare”. Il tutto realizzato con l’avallo di CGIL, CISL e UIL che hanno firmato il protocollo d’intesa sulla base del quale è realizzata l’iniziativa.
L’11 Luglio scorso la Regione Veneto ha rivolto un invito a tutti gli insegnanti delle scuole secondarie di secondo grado: partecipare al progetto “SI-Fa! La scuola Innovativa si fa spazio in Azienda”, finanziato dai fondi europei (POR FSE 14-20) per “potenziare la sinergia tra mondo della scuola e mondo del lavoro”.


Tre sessioni, per un totale di 10 ore, di formazione aziendale per insegnanti da svolgersi a settembre, prima dell’inizio della scuola: “un’opportunità di confronto, scambio e interazione tra scuola e mondo del lavoro, al fine di migliorare la qualità della realizzazione” dei percorsi di alternanza, ora ribattezzati Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento.
La Regione e l’Ufficio Scolastico Regionale (USR) Veneto auspicano “ampia adesione”.
L’assessore regionale alla scuola e al lavoro Elena Donazzan è intervenuta con un comunicato stampa del 16 Luglio.
Nel comunicato ricorda che, nonostante la direzione nazionale di “marcia indietro” sull’alternanza scuola lavoro, il Veneto è deciso “ad aumentare le esperienze di alternanza per gli studenti veneti” oltre che “offrire la possibilità ai docenti che lo vorranno di affrontare percorsi di alternanza scuola-lavoro come un aggiornamento delle proprie conoscenze e competenze”.
Si prevede che dalla fase sperimentale si passi a quella strutturale (anche negli “anni successivi”).
“Entrare pienamente nel sistema produttivo veneto”, “migliorare la conoscenza sul campo delle imprese venete”, farsi “conoscere e apprezzare”: queste sembrano essere le finalità culturali e di aggiornamento per i docenti del “modello veneto dell’educazione” promosso da Regione ed Ufficio Scolastico.
In tempi di accresciuti appetiti regionali in tema di istruzione e all’ombra delle bozze di intesa per l’autonomia differenziata (da noi rese pubbliche il 9 luglio scorso) desta poco stupore il continuo richiamo al “sistema veneto” alle “imprese venete” e al “modello veneto di educazione”.
L’idea di scuola prefigurata è chiara: una perfetta cinghia di trasmissione tra famiglia e mondo produttivo, un’agenzia territoriale in cui perfezionare l’incontro tra domanda e offerta, rigorosamente regionali.

Ciò che appare incomprensibile è come i sindacati CGIL, CISL e UIL, firmatari del Protocollo di Intesa (vedi immagine sopra, DGR1421, 2/9/18) a cui si fa esplicito riferimento , possano condividere quest’idea miope, particolaristica e di corto respiro.
E sottoscriverla.

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