Si precisa sempre meglio il modello di “scuola
veneta”. La Regione e l’Ufficio scolastico provinciale hanno organizzato corsi
di “Formazione aziendale” per insegnanti delle scuole secondarie di secondo
grado. Le finalità culturali e di aggiornamento per i docenti sono “entrare
pienamente nel sistema produttivo veneto”, “migliorare la conoscenza sul
campo delle imprese venete”, farsi “conoscere e apprezzare”. Il tutto
realizzato con l’avallo di CGIL, CISL e UIL che hanno firmato il protocollo
d’intesa sulla base del quale è realizzata l’iniziativa.
L’11 Luglio scorso la Regione Veneto ha rivolto un
invito a tutti gli insegnanti delle scuole secondarie di
secondo grado: partecipare al progetto “SI-Fa! La scuola
Innovativa si fa spazio in Azienda”, finanziato dai fondi europei
(POR FSE 14-20) per “potenziare la sinergia tra mondo della scuola e mondo del
lavoro”.
Tre sessioni, per un totale di 10 ore, di
formazione aziendale per insegnanti da svolgersi a settembre, prima dell’inizio
della scuola: “un’opportunità di confronto, scambio e interazione tra scuola e mondo
del lavoro, al fine di migliorare la qualità della realizzazione” dei percorsi
di alternanza, ora ribattezzati Percorsi per le competenze trasversali e per
l’orientamento.
La Regione e l’Ufficio Scolastico Regionale (USR) Veneto auspicano “ampia
adesione”.
L’assessore regionale alla scuola e al lavoro Elena Donazzan è intervenuta
con un comunicato
stampa del 16 Luglio.
Nel comunicato ricorda che, nonostante la direzione
nazionale di “marcia indietro” sull’alternanza scuola lavoro,
il Veneto è deciso “ad aumentare le esperienze di alternanza per gli studenti
veneti” oltre che “offrire la possibilità ai docenti che lo vorranno di
affrontare percorsi di alternanza scuola-lavoro come un aggiornamento delle
proprie conoscenze e competenze”.
Si prevede che dalla fase sperimentale si passi a quella strutturale (anche
negli “anni successivi”).
“Entrare pienamente nel sistema produttivo
veneto”, “migliorare la conoscenza sul campo delle imprese venete”, farsi
“conoscere e apprezzare”: queste sembrano essere le finalità culturali e di aggiornamento
per i docenti del “modello veneto dell’educazione” promosso da Regione ed
Ufficio Scolastico.
In tempi di accresciuti appetiti regionali in tema di istruzione e
all’ombra delle bozze di intesa per l’autonomia differenziata (da noi rese
pubbliche il 9 luglio scorso) desta poco stupore il continuo
richiamo al “sistema veneto” alle “imprese venete” e al “modello veneto di
educazione”.
L’idea di scuola prefigurata è chiara: una perfetta cinghia di trasmissione
tra famiglia e mondo produttivo, un’agenzia territoriale in cui perfezionare
l’incontro tra domanda e offerta, rigorosamente regionali.
Ciò che appare incomprensibile è come i sindacati CGIL, CISL e UIL,
firmatari del Protocollo di
Intesa (vedi immagine sopra, DGR1421, 2/9/18) a cui si fa
esplicito riferimento , possano condividere quest’idea miope, particolaristica
e di corto respiro.
E sottoscriverla.
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