Mentre tutti
sono stati catapultati sul fronte ucraino, ci sono manovre che sulla scia
dell’emergenza Covid-19 si stanno compiendo e che andranno ad incidere
profondamente sull’assetto sociale e antropologico del nostro Paese. La “guerra
al virus” è mediaticamente sparita mentre si protraggono gli strascichi di
misure restrittive che hanno diviso il paese tra chi è cittadino di prima
classe e chi di seconda. Il Primo Ministro italiano, già manager Goldman Sachs
e banchiere centrale d’Europa, Mario Draghi, durante la conferenza stampa in
occasione della presentazione del Decreto riaperture, ha
candidamente espresso quella che sarà la nuova normalità: ciò che era
emergenziale diventerà ordinario. Il Ministro dell’innovazione tecnologica
e della transizione digitale, Vittorio Colao, già CEO di Vodafone e nel
Consiglio di amministrazione di Verizon, Unilever e General Atlantic, in
audizione alla Commissione Affari costituzionali della Camera, ha invece
prospettato il prossimo futuro digitale italiano. Le due esternazioni prese
assieme danno il quadro del futuro imminente che ci aspetta.
Alla conferenza stampa in questione, Mario Draghi,
con a fianco il Ministro della Salute Roberto Speranza, rispondendo alle
domande del giornalista de Il Messaggero, Marco Conti, spiega
che la struttura emergenziale sarà tramutata in struttura ordinaria.
Infatti, cambiata la missione del generale Figliuolo e messo da parte il
Comitato Tecnico Scientifico, l’apparato di sicurezza, controllo e gestione
adottato durante l’emergenza pandemica rimarrà per sempre. In altre parole, una
volta smussati gli angoli e gli spigoli (Figliuolo e il CTS) con la fine dello
“stato di emergenza” tutto il resto sarà la nuova normalità. Il Primo Ministro
Draghi risponde: «Uno degli scopi del provvedimento di oggi è proprio quello
di non smantellare tutta la struttura esistente, anche perché noi
siamo consapevoli del fatto che un’altra pandemia potrebbe rivelarsi importante
anche tra qualche tempo, quindi vogliamo costruire una struttura permanente di
preparazione a reagire a questi fenomeni; impegno che abbiamo preso in sede nazionale
e internazionale». Poi Draghi aggiunge: «Gradualmente questa struttura perde
i caratteri di emergenza e acquista quello di ordinarietà». Insomma,
sebbene finisca il tempo emergenziale, gli strumenti dell’emergenza non saranno
eliminati ma solamente messi nel cassetto. Evidentemente, a questo risponde il
fatto che il Green Pass non venga abolito e cancellato ma solo sospeso, ovvero
non più richiesto al momento, data la proroga di validità del medesimo strumento fino ad un totale di 3 anni.
Se alle
parole di Draghi uniamo quelle pronunciate dal Ministro Colao, il quadro
diviene più chiaro. Durante l’audizione alla Commissione Affari costituzionali della Camera, in cui il
Ministro ha esposto i progressi del PNRR per quanto attiene al proprio
ministero, Colao ha fatto affermazioni che fanno il paio con quelle pronunciate
da Draghi. La disamina del Ministro è molto lunga e articolata ed espone i
quattro pilastri su cui si basa l’azione del suo ministero per quanto concerne
lo stato di avanzamento del PNRR, per cui dispone di circa 20 miliardi di euro.
Il primo pilastro è la struttura della rete internet e la connessione veloce;
in altre parole, stiamo parlando di rete 5G. Il secondo pilastro,
quello di cui andremo a parlare, è quello della digitalizzazione dei
servizi pubblici. Gli altri due pilastri che formano l’azione globale del
ministero guidato da Colao riguardano le competenze e l’imprenditoria
innovativa oltre che quelle spaziali, che entrambe hanno carattere
interministeriale.
Il tema che
qui riteniamo importante riguarda la digitalizzazione dei servizi pubblici. Lo
strumento fondamentale per l’attuazione di questo è l’identità digitale che
permetterà di accedere ad ogni servizio pubblico. L’intenzione del ministero,
dice Colao, è quella di estendere l’identità digitale chiamata SPID anche
ai minorenni, per poter usufruire dei servizi scolastici. L’identità
digitale servirà per accedere ad ogni cosa e sarà implementata sempre di più il
pagamento con valuta elettronica grazie allo strumento chiamato IDpay. Dove
tutto questo voglia andare a parare lo capiamo perfettamente dalle parole
pronunciate dal Ministro Colao: «Il grande tema è l’interoperabilità delle
piattaforme digitali abilitanti che è molto importante per ampliare i servizi
ma anche per renderne la fruizione semplice attraverso il così detto principio
del One’s only, cioè il principio in cui il cittadino una sola
volta deve mettere le proprie informazioni dentro il sistema e poi è lo Stato
da solo che lo va a cercare e lo vede». E qui arriviamo al punto dolente. Colao
aggiunge: «Questo è molto importante perché ci sono degli esempi recenti di
grande benefico che abbiamo avuto da questo: il Green Pass è un grande
esempio di interoperabilità, e che tra l’altro adesso sta facendo venire a
mente tante altre possibili applicazioni meno drammatiche e meno di emergenza
in cui si potrebbe creare un sistema che permette in maniera istantanea di
conoscere lo “stato”, il “diritto”, di attivazione o di fruizione di un
servizio».
Dunque,
il Green Pass, strumento di discriminazione che istituisce
cittadini di prima e di seconda classe, che non viene eliminato ma solo messo
nel cassetto, viene considerato come strumento innovativo e come guida
per il futuro sociale e pubblico di questo Paese. Un’identità digitale
a cui tutte le nostre informazioni verranno collegate, quelle sanitarie,
fiscali, economiche, giuridiche etc., permetterà – oppure no – di accedere ai
servizi pubblici, dietro pagamento elettronico da effettuare con IDpay
direttamente collegato all’identità digitale stessa. A questo punto, le
possibilità che si tracciano sono molteplici. Cosa accadrà se un cittadino non
avrà pagato una multa, o se il suo stato vaccinale non sarà ritenuto idoneo, o
se in qualche altro modo avrà contravvenuto la norma? In fondo, come spiega lo
stesso Colao, una volta che le informazioni ci sono si tratta solo di metterle
insieme e, in base a quelle, decidere se il cittadino possa o meno accedere ad
un servizio pubblico e/o ad un suo diritto. Oltre a questo c’è anche un serio
pericolo di sicurezza dei dati e di rischio collegato a potenziali
malfunzionamenti o manomissioni del sistema di gestione e controllo che
potrebbero negare l’accesso anche a coloro che sarebbero in regola con le
disposizioni del momento; per questo motivo sarà infatti istituita l’Agenzia
Nazionale di Cybersecurity e l’istituzione del Polo Strategico Nazionale (PSN).
Eppure lo stesso Colao conferma che buona parte dei nostri dati
vagheranno nel Cloud commerciale, ovvero quello gestito e controllato dalle
aziende private.
Qualcuno
chiama tutto questo utopia e progresso, altri distopia e controllo. Quel che
sembra certo è che se la retorica che si accompagna a tutto questo rimane
Occidentale, il sistema sociale sembra subire una metamorfosi cinese.
L’idea della cittadinanza a punti, del credito sociale, sembra pervadere sempre
di più le menti italiane. Piccolo esempio pratico di questa mentalità cinese di
Draghi & Co., accaduto in questi giorni, arriva dal Comune di Fidenza. Il
piccolo Comune, che si trova nella Provincia di Parma, con l’adozione del sistema a punti per chi abita nelle case popolari sembra essere entrato nella
provincia di Shanghai.
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