Non esistono forse concetti più usati ed abusati di “Occidente” ed “Europa” e questo non solo quando essi divengono vessillo di guerre (con diversi tipi di armi) contro un “altro” che di volta in volta può essere l’”Islamismo”, il migrante africano, la Cina, la Russia ridotta a “barbarie orientale” o chi all’interno degli stessi confini geografici definiti con tali termini si permette di discutere i valori dominanti, siano essi quelli delle cosiddette “radici giudaico-cristiane” o quelli del turbocapitalismo, quelli degli ipernazionalismi o quelli del riconoscimento acritico di un ruolo egemone messianico agli USA.
Tutta la nostra cultura, tutti i messaggi mediatici, tutto il dibattito
politico, larga parte della galassia valoriale, di quella educativa di ogni
livello, di quella simbolica si centrano su quei termini e sui concetti
soggiacenti, che vengono sostanzialmente presentati come dati di fatto,
astorici, immutabili, autonomi, indiscutibili.
Sistemi di potere
In realtà, ogni termine, ogni concetto ha una origine storicamente
determinata, rappresenta una concezione specifica figlia di sistemi di potere a
loro volta figli di processi di sviluppo delle forze produttive e delle
ideologie connesse (in modo non meccanico e causa-effettualistico ma dialettico
e interattivo) con tali processi di sviluppo e spesso un termine, un concetto
nascondono dietro una maschera del tutto o parzialmente fittizia realtà
radicalmente diverse e sovente opposte.
Dove si trova l’Occidente?
Geograficamente, su un Pianeta sferico l’”Occidente” esiste solo se lo si
colloca rispetto a qualcos’altro posto più ad Est, cosicché Berlino è “ad
Occidente” di Mosca ma Pechino è…”ad Occidente di Los Angeles” eppure nessuno
Statunitense si autodefinirebbe “orientale” e definirebbe un Cinese, un
Giapponese “occidentale” perché la cultura dominante negli USA è figlia di
quella anglosassone che collocava e colloca la Cina ed il Giappone in “Oriente”
in quanto ad Est delle Isole Britanniche e dell’Europa. Sempre
geograficamente l’Europa, che amiamo definire “continente”, non è che una
appendice della ben più grande massa terrestre che chiamiamo Asia.
L’uso di Europa in grecia
Nella stessa mitologia greca da cui deriva l’uso del termine “Europa”, si
tratta della figlia (rapita da Zeus trasformatosi in toro bianco, che la porta
a Creta) di Agenore re di Tiro, che era città della sponda orientale del
Mediterraneo e dunque del tutto esterna all’area che definiamo “Europa”; Tiro
era per i Greci in “Fenicia”, ma come spiega il grande archeologo Moscati il
popolo “fenicio” non è mai esistito come tale e si trattava di un insieme di
città-stato siro-palestinesi accomunate da lingua, cosmogonie, sistemi politici
fra loro e con le oasi-mercato dell’interno, e i Greci “inventarono” la
denominazione phoenikoi solo per riferirsi al commercio della
porpora praticato da quelle città-stato.
In ogni caso Tiro era in quella che i Greci chiamavano “Asia”, mentre per
loro “Europa” erano tutte le terre a Nord del Mediterraneo. Per Filippo il
Macedone l’”Europa” di cui si autoproclamò sovrano andava solo dall’Adriatico
al Danubio ed al Mar Nero, escludendo del tutto le regioni occidentali e se
anche per Strabone i confini d’Europa sono l’Adriatico e il Mar Nero per
Alessandro Magno l’Europa era solo un’appendice dell’Asia; inoltre il termine
“Europa” è rarissimo in epoca romana fino al VI secolo d.C., quando è usato
dall’abate irlandese San Colombano in una missiva a Papa Gregorio Magno.
Il concetto di Europa nella
storia
Il termine si fa già geopolitico con la battaglia di Poitiers (10 ottobre
732 d.C.) in cui Carlo Martello sconfigge gli incursori musulmani e soprattutto
dopo che tale battaglia viene artificiosamente gonfiata ad assurgere a vittoria
della Cristianità su quell’Islam che veniva rappresentato come un misto fra
l’eresia (si sosteneva che il Profeta Mohammed, “Maometto” fosse un ex-monaco!)
e l’impersonificazione di Satana, sebbene i “Mori” sconfitti da Carlo Martello
non venissero affatto dall’Asia, ma fossero sostanzialmente Berberi (con
aliquote arabe minoritarie) provenienti dalle regioni iberiche conquistate dal
leader berbero musulmano Tariq nel 711.
E’ il monaco, e poi vescovo della lusitana Beja, Isidoro che per la prima
volta nella sua cronaca sulla Battaglia di Poitiers contrappone a questi
“Arabi” l’”Europa” con nucleo franco-germanico e quindi che fa di “Europa” un
termine che indica tutto ciò che, attorno a quel nucleo franco-germanico, si
contrappone (militarmente, culturalmente, politicamente) a qualcuno, a
qualcosa, all’Islam!
Il tutto calpestando una realtà storica fatta di influssi islamici
determinanti nella cultura (architettura, lingua, gastronomia, poesia, tecniche
irrigue, musica, ecc.) iberica1 e di alleanze miste fra
signorotti cristiani e musulmani che ben si riassume nell’epopea del Cid. Con
Carlo magno si rafforza e si esalta questo uso geopolitico che dura tuttora e
che porta ad esempio in tanti, contro il pensiero di un Giuseppe Mazzini, a
definire la Russia come non-europea quando si deve criminalizzarla, nei
discorsi britannici, francesi e piemontesi per la Guerra di Crimea del
1853-18562, nei manifesti del fascista Boccasile del 1941-42 o della
DC del 1948 o nei commenti di certi “esperti” in TV nel 2022, ed “europea” solo
quando si deve flirtare coi suoi oligarchi e leaders.
Il concetto di Occidente in
Grecia
Il concetto di “Occidente”, che come si è detto in un Pianeta sferico non
ha alcuna valenza geografica assoluta, è anch’esso figlio delle invenzioni
della geopolitica ed affonda le sue radici nella logica greca e greco centrica,
ben riflessa in Erodoto, che contrappone una supposta superiorità ellenica in
termini di libertà alla “barbarie” autocratica persiane; poco importa che la
“libertà” ellenica comprendesse società ferocemente militariste come quella
spartana e che l’Atene “culla della democrazia” escludesse da ogni diritto non
solo gli schiavi (oltre il 30% della popolazione) ma le donne e gli stranieri
immigrati e che il “cattivissimo” Impero Persiano praticasse il
multiculturalismo, il decentramento dei poteri amministrativi, la multi
religiosità sotto la certo autocratica mano del sovrano… .
Il modello greco come riferimento
Per millenni il modello greco ci è stato presentato in questi termini
agiografici ed in esso anche quello più feroce, quello spartano, che ha influito
sia sulle componenti più belliciste, militariste, razziste del pensiero
europeo, nazismo compreso, sia su settori del pensiero “progressista” come i
Giacobini francesi, sia, attraverso le versioni hollywoodiane, sull’immaginario
collettivo di intere generazioni di “Occidentali”.
Oltre tutto in ogni epoca e sotto ogni potere i confini stessi di
quell’Occidente sono mutati, sempre però definendosi a partire dalla esclusione
e dalla contrapposizione rispetto a chi “occidentale” non viene considerato.
Per i Greci Troia non era “occidentale”, mentre i corifei della pax
romana di augusto alla Virgilio e tanti secoli dopo gli archeologi del
romanticismo tedesco la includono attraverso l’Eneide nelle radici stesse della
“civiltà occidentale”.
L’Egitto e l’Occidente
Per i Romani l’Egitto era l’antitesi dell’Occidente e una apertura ad esso
attraverso il rapporto con Cleopatra di Cesare e poi di Antonio inaccettabile,
mentre per Napoleone era il ponte fra Occidente e Oriente; per i neomistici
ottocenteschi e successivi era fonte (fittizia) di ogni sapienza esoterica
occidentale e per gli archeologi britannici ottocenteschi era parte
integrante delle radici della “civiltà bianca”3.
Le radici della civiltà occidentale
Per i testi scolastici ed accademici, gli intellettuali, gli artisti, gli
architetti europei e poi statunitensi dal Rinascimento in poi e in misura
accentuata nella fase coloniale, le radici della civiltà occidentale non
includono elementi asiatici e meno che mai africani e quindi si inventa che templi
e statue fossero candidi (mentre erano policromi come quelli mediorientali), si
nega la fattura africana dei bronzi del Benin (attribuendoli a improbabili
coloni fenici), si rimuovono i debiti culturali ed artistici dei “superiori”
Bianchi verso Cinesi, Arabi, Indiani, Berberi,4 ecc., si
riducono ad indistinte e nebulose realtà semibarbariche o subumane le
complessità di culture asiatiche e africane diversissime, usando
termini-contenitori come “Marocchino”, “Tartaro”, “Negro”, “Giallo”, ecc. .
Però quando si tratta di rifiutare all’Algeria l’indipendenza si inventa
che sia un “territorio d’Oltremare francese”, quando si deve criminalizzare la
Russia zarista o quella bolscevica si cancella la distinzione fra Russia
europea e territori al di là degli Urali, quando si devono schiavizzare e
spogliare delle loro terre e risorse le genti slave si lanciano addirittura
Crociate contro di loro, da quelle di Carlo Magno a quelle dei Cavalieri
Teutonici e caratterizzano come “non-europee” e poi come “subumane” come
fa la Germania nazista nel suo Generalplan Obst5.
Occidente concetto di contrapposizione
Poco importa che perfino Berlino sia stata fondata da Slavi e il suo nome
abbia radice slava, poco importa se gli Slavi sono pagani o, come i russi dopo
il X secolo, cristiani; una vera appartenenza di quelle genti, tanto più se non
cattoliche o protestanti, all’”Europa” non è mai stata accettata dai poteri di
questa parte di Mondo e da quello creatosi in America come loro filiazione:
“Europa” e “Occidente” non sono mai stati e non sono concetti dotati di
autonomia come sono quelli di “regione danubiana”, “regioni alpine” o di “Valle
del Nilo”, ma solo e sempre concetti fondati sulla contrapposizione
(gerarchica) all’”altro da sé”.
Così tutto ciò che è stato conquistato in passato dai Mongoli e Tartari non
è Occidente e quindi la Russia non lo è, tutto ciò che è Islam dal XVI secolo è
“Oriente”, poco importa se Marrakech è ben più ad Ovest di Roma e Berlino, e
l’”Oriente” a cui si contrappone l’”Occidente” è “Middle” nella regione che si
affaccia sul Mediterraneo per gli Inglesi perché sta fra l’Occidente e le loro
colonie indiane, mentre è “Proche” per i Francesi.
Le radici della cultura europea e le
influenze subite
Sono prima il neoclassicismo alla Petrarca, che rimuove gli apporti
islamici ed ebraici dalle radici della cultura europea e focalizza l’attenzione
su grecità e romanità depurate da ogni influsso afro-mediorientale, poi
l’illuminismo francese, soprattutto nella sua versione imperialistica
napoleonica, e il romanticismo anglo-tedesco che si abbeverano
esclusivamente ai modelli stereotipati di Grecia e Roma a forgiare
definitivamente le mistificazioni sull’”Occidente” tuttora insegnate nelle
nostre scuole, nei nostri media, nei nostri film.
Naturalmente in certi momenti può far comodo includere in quell’Occidente
sia realtà geografiche lontanissime, come l’Australia “ripulita” da bande di
deportati britannici degli aborigeni, sia le “Terre d’Oltremare” francesi come
la Nouvelle Caledonie, sia il Giappone della guerra contro la Russia del
1904-1905 o della possibile adesione alla NATO oggi, mentre in altri i
Giapponesi (dopo l’attacco contro gli USA a Pearl Harbour del 7 dicembre 1941)
sono “musi gialli”.
I crimini della civiltà occidentale
Ogni opposizione a tale appiattimento strumentale è considerata tradimento
e sistematicamente rimossa dalla narrazione main stream, sia quando
un antifascista come Barontini nel 1936 lotta dalla parte degli Etiopi contro
l’aggressione italiana, sia quando il canadese Norman Bethune fa il medico
nell’Esercito Rosso di Mao nel 1938, ma quel che è peggio è che nel contempo si
rimuovono sistematicamente i crimini immensi compiuti da chi si autodefinisce
“civiltà occidentale” nei secoli contro le popolazioni che “occidentali” non sono
considerate, fuori e perfino dentro i falsi confini geografici dell’invenzione
“Occidente” o di quella “Europa”.
Lo si fa mascherandosi dietro le nobili concezioni del Mazzini della
“Giovine Europa” e dello Spinelli del “Manifesto di Ventotene” che in realtà
ipotizzavano non un coacervo di interessi capitalistici, una sommatoria di
nazionalismi malcelati, una integrazione degli sfruttatori e dei soli mercati
finanziari una “fortezza Europa” contrapposta neocolonialisticamente ad
Africa e Medioriente e neogoebbelsianamente alla Russia, dedita al riarmo sotto
direzione USA, ma una alleanza di popoli aperta all’interazione con altri
popoli, nella costruzione di un Mondo possibile dove il fantasma atroce della
guerra venisse ripudiato, come afferma l’art. 11 della Costituzione italiana
nata dalla Resistenza, assieme ai suoi fratelli, il nazionalismo e i
confini/barriera, e come affermavano peraltro già nel 1895 le parole di Pietro
Gori6 o quelle della versione del 1908 di Carlo Tuzzi di Bandiera Rossa7.
Note
1.
molini ad acqua, cartografia, algebra, agrumi, tecniche di navigazione,
seteria, araldica, tecniche minerarie, arco a sesto acuto (definito impropriamente
“gotico”), liuto, gioco degli scacchi, canna da zucchero, larga parte della
medicina e dell’astronomia, poesia “cortese”, canti flamenco, sistemi irrigui e
di gestione collettiva delle acque, danze, centinaia di vocaboli, riso, gelati,
rituali, simbologie cromatiche, ecc. nella Penisola Iberica come in Sicilia
sono figlie della cultura islamica o di origine estremo-orientale veicolati
attraverso la cultura islamica e perfino il termine spagnolo tuttora usato “ojalà”
nel senso di “lo voglia Dio” si rifà al termine arabo per Dio Allah e non a
quello di derivazione neolatina Dios;
2.
guerra in cui Francia, Gran Bretagna e Regno sabaudo si schierano contro la
cristiana Russia a fianco dei Musulmani turchi, arrivando al punto di vedere le
gerarchie religiose della coalizione occidentale affermare che l’Ortodossia è
più nemica di Cristo del “Maomettanesimo”;
3.
per questo negarono l’esistenza di dinastie faraoniche nere, nubiane e
sudanesi, falsificando gli studi sulle mummie e sui dipinti che raffiguravano personaggi
dalla pelle chiara onorare personaggi dalla pelle scura;
4.
come spiega Bernal in “Atena Nera” https://www.ibs.it/atena-nera-radici-afroasiatiche-della-libro-martin-bernal/e/9788842813477;
5.
Il Generalplan Obst nazista prevedeva la colonizzazione
tedesca, con apporti di nuclei collaborazionisti consistenti ucraini e baltici
e degli alleati italiani e rumeni delle terre orientali (lo “spazio vitale”, lebensraum ,destinato
alla Germania) basata sullo sterminio degli ebrei, sulla schiavizzazione dei
Polacchi e di 30 milioni di Sovietici, mentre per altri 30 milioni era prevista
la deportazione oltre gli Urali e per altrettanti lo sterminio soprattutto per
fame;
6.
“nostra Patria è il Mondo intero/nostra Legge è la Libertà/ ed un
pensiero/ ribelle in cor ci sta”
7.
“Non più nemici, non più frontiere:
Sono i confini rosse bandiere.
O socialisti, alla riscossa,
Bandiera rossa trionferà.”
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