L’assoluta incapacità, o meglio la non volontà, di agire per il bene comune è sotto gli occhi di tutti, in tutti gli ambiti nazionali, in Italia (e non solo) dall’università all’energia, per fare due soli esempi.
La volontà di privatizzare tutto, dalla sanità ai settori strategici, è assolutamente chiaro, con l’accordo di tutti i rappresentanti del popolo (scusate, delle segreterie dei partiti) nei parlamenti nazionali e regionali, grazie anche a una legge elettorale non proporzionale.
Provo a spiegare come e perché i nostri governanti degli ultimi trent’anni hanno svenduto il patrimonio economico e culturale pubblico (da qui).
Da anni, troppi anni, e in modo crescente, le statistiche segnalano una enorme “fuga di cervelli” (e non solo). In molti conosciamo ragazzi e ragazze che sono andati fuori dall’Italia.
Se i Paesi sottosviluppati sono quelli che si impoveriscono in misura massiccia dei giovani formati all’interno allora l’Italia si avvicina ai Paesi del sud del mondo (da qui), rapinati dai Paesi “sviluppati”.
Sarà necessario – ma quando? – un Tribunale dei Popoli per giudicare chi ha creato le condizioni perché succedesse questo.
Faccio l’esempio dei medici.
Da anni esiste il numero chiuso per le iscrizioni nelle facoltà di medicina (e non solo) in Italia. È uno strumento stupido, che non serve a fornire i medici necessari per il sistema sanitario pubblico nazionale, e allo stesso tempo permette, a chi non riesce a vincere la lotteria del numero chiuso, di studiare medicina in Romania, in Bulgaria, in Albania eccetera. In più dopo che all’Università pubblica italiana la formazione di un laureato in medicina costa almeno 150000 euro (da qui).
Come sa chi segue lo sport le squadre hanno un vivaio, cioè allevano i giovani giocatori e poi, dopo anni di formazione, li cedono, a volte, ad altre squadre ma in cambio di soldi; tutti capiscono che chi fa crescere qualcuno ha diritto a una ricompensa, così funziona anche nell’agricoltura e nell’allevamento: il principio è chiaro.
Un tribunale dei popoli dovrebbe condannare i governanti italiani (l’Italia fa parte del Sud del mondo a pieno diritto, ormai, visti i numeri dell’esodo dei giovani italiani) almeno per “danno all’Erario“, con pene severissime.
A qualcuno di voi sembra normale cedere qualcuno che è costato almeno 150000 euro in cambio di niente?
Provate a pensare che la “scuola” pubblica, dalle elementari all’università, forma i medici e poi li “cede” gratis a tutti.
Quando un medico italiano va a lavorare in Qatar perché le “autorità” italiane cedono una “risorsa umana” costata decine di migliaia di euro per niente? Forse il Qatar cede per niente le risorse del suo territorio, petrolio a esempio?
Lo stesso ragionamento dovrebbe farsi quando un medico inizia a lavorare in Italia, se la struttura è pubblica è una semplice partita di giro, la Sanità Pubblica utilizza “risorse umane” formate dalla Scuola e da Università Pubbliche. Ma un discorso simile a quello esemplificato per il Qatar sarebbe necessario nel caso in cui un medico iniziasse a lavorare presso una struttura privata, in Italia (in Italia esistono ospedali privati finanziati con risorse pubbliche, naturalmente, anche di proprietà del Qatar, lo sapevate?).
È un danno all’erario cedere una “risorsa pubblica” a un privato, senza recuperare almeno i costi che lo Stato italiano ha sostenuto?
Come succede troppo spesso in Italia nessuno ricorda alle imprese private che i loro profitti (privatissimi) esistono solo perché nessuno le costringe a contabilizzare i costi sostenuti dal settore Pubblico.
È il mercato, dicono mentendo sapendo di mentire.
Proviamo a fare il discorso per i medici anche per infermieri, architetti, ingegneri, camerieri, cuochi, ecc. ecc., che si sono formati in Italia. La finanza pubblica ha sostenuto i costi e poi i privati, in Italia o all’estero, raccolgono i benefici del lavoro di quei lavoratori italiani (e di tutto il sud del mondo).
Sembrano piccole cose, finché non ci si ferma a pensare.
Insisto: i pessimi amministratori che hanno (s)governato l’Italia e ciascuna Regione andrebbero processati da qualche tribunale dei popoli almeno per danni all’erario. Infatti se si fossero recuperati i soldi spesi per la formazione degli espatriati (spesso contro la loro volontà) si sarebbe potuta finanziare la ricerca, oltrechè rendere gratuite le scuole, università compresa.
Per le numerose centinaia di migliaia di lavoratori che sono emigrati (che hanno dovuto emigrare) nessuno, tranne le loro famiglie e i loro amici, dice qualcosa. Per le decine di migliaia di migranti che arrivano in Italia (per andare spesso in altri Paesi europeì) si fa la guerra con tutti i partiti in Parlamento a urlare contro quei poveri cristi che arrivano rischiando la vita, e persino facendo la guerra alle ONG che li salvano dalle onde.
Nella neolingua dell’odio tutti difendono i “sacri” confini dagli invasori, lasciando aperte le frontiere in uscita per impoverire il Paese di uomini e donne, giovani, in età da lavoro, in cambio di niente.
Il danno economico descritto è ben poca cosa rispetto ad altri tipi di danni che provo a spiegare.
Leggete qui altri numeri sull’emigrazione italiana recente.
Dei tanti temi collaterali ne affronto uno solo: l’Italia si sta spopolando da molti anni, paesi in estinzione, città composte per la maggior parte da anziani, la popolazione continua a diminuire. I bambini sono meno dei vecchi, i morti superano ogni anno (sempre di più) i nuovi nati eppure si chiudono le porte ai migranti e si mettono difficoltà mostruose ai ricongiungimenti familiari.
Il dramma è che le centinaia di migliaia di emigrati italiani, non solo impoveriscono l’Italia e arricchiscono i Paesi che se li prendono gratis, ma faranno i figli all’estero e molti non torneranno più, se non per le vacanze.
Si aggraverà il declino demografico, che non è equidistribuito, graverà moltissimo nelle aree interne e nelle regioni del centrosud e isole, come nei territori già deboli per altri motivi.
Tutto questo non avviene per caso e, se pure non fosse voluto, di sicuro non viene contrastato con politiche efficaci.
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