mercoledì 17 maggio 2023

Trilogia della pianura – Kent Haruf

ogni tanto capita di scoprire dei libri che nascono classici e lo resteranno per sempre.

una trilogia di libri senza una sequenza ben definita, e tutto accade a Holt, una cittadina a qualche ora d'auto da Denver.

tutti si conoscono, più o meno, almeno di nome, Kent Haruf ce ne fa conoscere molti, e ci facciamo nuovi amici, che ci piacerebbe aver conosciuto di persona (a parte qualche umano schifoso), e magari qualcuno lo abbiamo conosciuto senza saperlo.

i fratelli McPheron, Ike e Bobby, il reverendo Lyle, Victoria e Katie, Dad e Lorraine, Tom Guthrie, DJ, fra gli altri, vivono la vita che gli è capitata, e cercano di farlo bene.

libri pieni di rimpianti, dolori, amori, sorrisi e pianti, insomma pieni di vita.

non perdetevi i libri di Kent Haruf, per il vostro bene.


 

 

 

Se non avete ancora letto la Trilogia della pianura di Haruf, fatevi un favore: chiudete immediatamente questa pagina e correte a procurarvi i libri. Non ve ne pentirete. Probabilmente sarà tra le cose più belle, intense, liriche e reali che vi capiterà di trovare fra i romanzi contemporanei e di cui non ringrazieremo mai abbastanza la casa editrice NN per averla – tanto magistralmente – tradotta in italiano, facendo conoscere anche al pubblico nostrano la voce struggente di Kent Haruf, l’acclamato romanziere statunitense scomparso alla fine del 2014.

Tre romanzi che possono essere letti anche svincolati gli uni dagli altri, seguendo l’ordine cronologico di scrittura (quello che ho fatto io) o di pubblicazione o, ancora, immaginandoli ognuno come una storia a sé stante. Quale che sia la scelta, resta invariato il piacere di una lettura su più livelli, ricchissima di spunti, che incanta da un punto di vista tematico quanto strutturale: è il miracolo della letteratura, vivissima, l’uso sapiente della parola capace di rendere straordinarie vite comuni di quell’umanità piccola di un immaginario paese della profonda provincia americana…

da qui

 

…Perchè la Trilogia di Holt è familiare? Il motivo è molto semplice, mi sono bastate poche righe per sentirmi totalmente immersa nell’atmosfera di quel paesino immaginario. Non è una frase fatta, e il perché lo capirete leggendo le recensioni. In ogni volume ho trovato qualcosa di me, qualcosa della mia famiglia, dei drammi che abbiamo subito, delle prove che abbiamo superato. Ho sentito la tenerezza verso le persone anziane, l’irritazione verso quelle estremamente negative che però fanno parte comunque del paese; l’amore per la propria terra; ho capito l’attaccamento verso quel negozio di ferramenta, i sacrifici fatti per tenerlo in piedi. Mi è sembrato di vedere i volti degli abitanti che ogni domenica si recano in chiesa, chi per credenza, chi per abitudine, chi per spirito di gruppo. Li ho visti mentre si indignavano di fronte alle parole del reverendo Lyle. Come si fa a porgere l’altra guancia ai terroristi?

In Canto della pianura ho trovato i miei amici da ragazzina, Ike e Bobby, in Crepuscolo ho trovato la voglia di cambiamento che a volte mi assale, quella di un fratello McPheron; in Benedizione ho rivissuto la perdita più grande della mia vita...

...Un’opera da leggere. I libri belli vanno letti, niente di più, niente di meno. La scrittura è scorrevole, le descrizioni sono accurate e dettagliate. I personaggi sono pieni di debolezze, come nella vita reale, e di punti di forza. Ci sono molte vicende negative, sono storie di sofferenza, specialmente quelle in cui vengono coinvolti i bambini. Bimbi abbandonati, picchiati, costretti a crescere troppo in fretta. Ragazzini infelici, adulti piegati dalla vita… eppure il messaggio di Haruf è di speranza. Sono tutte persone che vengono sì abbattute ma alla fine si rialzano sempre. La vita non è nient’altro che questo: resistere alle avversità e trovare la bellezza nelle vite ordinarie, nei gesti abitudinari e perchè no, banali.

Ci vuole una penna straordinaria per far sì che un lettore non si stacchi da questi tre libri. E’ quello che è successo a me. Lo consiglio a tutti quelli che hanno voglia di fare un viaggio, che hanno voglia di dimenticarsi di se stessi ma non hanno paura di imbattersi in quello da cui stanno fuggendo,  Holt è uno specchio.

da qui

 

È ad Holt, una immaginaria cittadina del Colorado, non lontano da Denver, che Kent Haruf ambienta la “Trilogia della pianura”.
Definita dall’autore stesso una trilogia slegata – loose trilogy – può quindi essere letta nell’ordine che ciascun lettore preferisce. Pubblicata in Italia da NNeditore, la casa editrice ha scelto di presentare i testi al suo pubblico partendo da Benedizione – testo che, cronologicamente, sarebbe all’ultimo posto. Nella “Lettera aperta ai lettori di Benedizione” (che potete leggere per intero qui: http://www.nneditore.it/lettera-aperta-ai-lettori-di-haruf/) la casa editrice scrive: “E arrivano i dubbi su quale pubblicare per primo come NN, su quale libro sia il migliore per portare la voce di questo autore al pubblico italiano con l’attenzione che merita. Il primo, affidandoci alla proposta cronologica? O il secondo, Crepuscolo, visto che alcuni lettori in Italia avevano già potuto leggere Il canto della pianura pubblicato da Rizzoli? O invece Benedizione, il nostro primo incontro romantico? Decidiamo di parlarne con l’agente americano che gira le nostre domande all’autore, con cui inizia un carteggio. Kent Haruf parla di una “loose trilogy”, una trilogia larga, sciolta, slegata. Che non ha un inizio e una fine. Perché i tre libri hanno sì la stessa ambientazione, ma i personaggi e le situazioni cambiano e i sottili rimandi da uno all’altro sono esili fili della memoria della cittadina immaginaria di Holt. Così decidiamo di procedere per la nostra strada, quella romantica, e affidiamo la traduzione di Benedizione a Fabio Cremonesi.”…

da qui


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