giovedì 11 maggio 2023

Lettera a un africano del passato - Alessandro Ghebreigziabiher

  

Caro antenato,

che potresti essere anche tu, papà, ma nel tuo caso ci ho scritto un libro apposta, mentre qui vorrei ampliare il discorso, ecco. Sia nel tempo che nello spazio.
Tuttavia, se nella mia vicenda personale i crimini impuniti del colonialismo hanno inizio e luogo soprattutto nel Corno d’Africa, e riguardano il paese in cui sono nato e dove con ogni probabilità concluderò il mio viaggio, restando comunque nel medesimo continente la platea degli imputati risulta significativamente più vasta.
È a proposito degli aspetti significativi della Storia e della memoria che ci uniscono e al contempo dividono, che vorrei inviare questa mia a te, che mi sei in un certo senso avo e in qualche modo vicino dal lato paterno, se non nell’accezione ben più nobile e universale che attiene alla mera umanità.
Caro africano di allora, che vedesti giungere da oltremare in particolare gli emissari di tre popolazioni, in straordinaria misura non casualmente: inglesi, francesi e italiani.
Osservali di nuovo, con gli occhi di un tempo e quelli di oggi. Soprattutto questi ultimi.
Li vedi quei signori dalla carnagione sbiadita e gli occhi subdolamente cordiali, allorché il verace quanto rapace volto non sia palese? Dalla loro primissima comparsa forse non l’avevi ancora inteso, ma nonostante ciò che sin dal primo giorno hanno raccontato a se stessi e al mondo intero riguardo ai tre falsi doni chiamati civiltà, democrazia e moderne infrastrutture, come altrettanti magi truffatori, nei secoli a venire ti aspettano mostruose atrocità senza fine, le cui conseguenze le pagheranno amaramente oltre a te anche i tuoi figli e i figli dei tuoi figli, e ancora avanti, condannati a far parte di un albero genealogico maledetto dalla propria stessa specie.
Ascoltami attentamente adesso, poiché ti sto scrivendo dal tempo chiamato domani, che dovrebbe seguire la notte, la quale a sua volta avrebbe dovuto instillar consiglio nella coscienza dei più.
Mi dispiace, amico mio, ma ciò non è accaduto, nonostante l’orrore che ancora non conosci a causa del peggior incontro che sia mai avvenuto tra umano e umano, anche se per immonda colpa unicamente dell’ospite intruso, giammai di quello che accolse.
Anzi, la trama che ti attende e ci vede, genti del futuro presente quali attuali protagonisti, si è svolta con tappe contraddistinte in un modo talmente paradossale da oltrepassare ogni limite immaginabile perfino nel cervello del più folle tra i folli.
Guardali di nuovo, ora, quei tre rappresentati di altrettante popolazioni portatrici malsane di armi, acciaio e malattie, per citare il lavoro di qualcuno infinitamente più autorevole del sottoscritto.
Perché i loro discendenti, nonché miei contemporanei, si dimostreranno i più spietati, disumani e insensibili tra i molti quando saranno i tuoi a compiere il viaggio inverso. E giammai per conquistare e depredare, bensì per chiedere aiuto e, in una parola, sopravvivere.
Sappi inoltre che negli anni a venire non ci sarà alcun riconoscimento delle colpe, restituzione e giustizia. Piuttosto, colui che verrà additato come colpevole, che dovrà continuare a dare tutto ciò che ha e a essere giustiziato sarai tu.
Per tale ragione, sebbene queste mie siano parole che forse si dissolveranno una volta scritte alla stregua del fantasma a cui sono rivolte, ti prego con tutto il cuore, quando li vedrai arrivare, inglesi, francesi, italiani e anche tutti gli altri, alzati in piedi e lotta, combatti più che puoi e difenditi a ogni costo...

da qui

Nessun commento:

Posta un commento