lunedì 29 maggio 2023

Se anche il bolscevico Kissinger parla di invasione provocata…



articoli, video e disegni di Jeffrey Sachs, Eisenhower Media Network, Hauke Ritz, Diego Ruzzarin, Francesco Masala, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione Finanza Etica, Laura Ruggeri, Stefano Orsi, Giacomo Gabellini, Giuseppe Masala, Andrea Lucidi, Marco Travaglio, Fabrizio Poggi, Clara Statello, Luciano Canfora, Marinella Correggia, Ginevra Bompiani, Davide Malacaria, Alessandro Di Battista, Fabio Mini, Giovanni Iozzoli, Enrico Tomaselli, Vittorio Rangeloni, Sara Reginella, Marco Fraquelli, Alberto Fazolo, Nicolai Lilin, John Mearsheimer, Giuliano Marrucci, Pepe Escobar, Alistair Crooke, Franco Fracassi, Antonio Di Siena, Roger Waters, Carlos Latuff, Valentina Morotti, Richard D. Wolff


Hanno la faccia come il culo – Francesco Masala

La morente civiltà occidentale ha delle regole ferree, con la Nato va a combattere per paesi che non ne fanno parte, contro la Russia e a favore dell’Ucraina, per riconquistare territori che volevano andare con la Russia, visto che in grande maggioranza sono russi, parlano russo e sono bombardati dai soldati ucraini.

Con la stessa faccia la Nato proverà, se ci riesce, a combattere contro la Cina, che, senza bombardare nessuno, vuole riprendere il controllo di Taiwan, che tutti riconoscono come una provincia della Cina.

Cioè, centinaia di migliaia di soldati sono morti e milioni di ucraini hanno dovuto espatriare e perdere tutto per una questione di bi-principio (direbbe Orwell).

I pazzi Stranamore che governano il mondo stanno tutti negli Usa, nel resto dell’Occidente vi sono solo squallidi servi, che vogliono la totale distruzione dell’Ucraina, solo per avere le briciole di una impossibile ricostruzione.

Nessuno di loro parla di pace, vogliono la distruzione totale dell’Ucraina, con la bava alla bocca per avere un sub-sub-subappalto.

Gli assassini della Nato, esperti di guerre illegali, si troveranno davanti, fra non molto, un’associazione militare (questa sì difensiva) per proteggere i Brics e tutti i paesi fuori dal giardino dalle follie dell’Occidente in preda a un Alzhaimer violento, senza controllo.

Da Capua a Roma, dopo la sconfitta degli schiavi ribelli di Spartaco, tutti gli schiavi sopravvissuti furono crocefissi, per non aver voluto tradire Spartaco (vedi o rivedi Spartacus, di Stanley Kubrick*).

Questa punizione sarebbe adatta per tutte le classi dirigenti europee (e dell’Occidente) degli ultimi trent’anni, con decine di migliaia di croci da Kiev a Lisbona, nel Corridoio 5, molto amato dai sostenitori della TAV, e sarebbe anche rispettoso delle famigerate, secondo alcuni, radici cristiane dell’Europa?

Basterebbe, di questi tempi, a proposito di riconversione energetica, che tutti quelle migliaia di dirigenti europei e occidentali vengano stipati in qualche pozzo per la raccolta indifferenziata, di sicuro non sono riciclabili.

*pare che Kirk Douglas, il protagonista del film, pose come condizione alla sua partecipazione che alla sceneggiatura ci fosse Dalton Trumbo, vittima del maccartismo (araba fenice che rinasce per fare le liste nere dei giornalisti che non glorificano la guerra in Ucraina).




“La guerra in Ucraina è stata provocata dagli Stati Uniti” – Jeffrey Sachs

Riconoscendo che la questione dell’allargamento della NATO è al centro di questa guerra, capiamo perché gli armamenti statunitensi non porranno fine a questa guerra. Solo gli sforzi diplomatici possono farlo.

 

di Jeffrey D. Sachs* per Common Dreams

[Traduzione a cura di: Nora Hoppe]

 

George Orwell scrisse in “1984” che “Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato.” I governi lavorano incessantemente per distorcere la percezione pubblica del passato. Per quanto riguarda la guerra d’Ucraina, l’amministrazione Biden ha ripetutamente e falsamente affermato che la guerra d’Ucraina è iniziata con un attacco non provocato della Russia all’Ucraina il 24 febbraio 2022. In realtà, la guerra è stata provocata dagli Stati Uniti in modi che i principali diplomatici statunitensi avevano previsto per decenni nel periodo precedente la guerra, il che significa che la guerra avrebbe potuto essere evitata e che ora dovrebbe essere fermata attraverso i negoziati.

Riconoscere che la guerra è stata provocata ci aiuta a capire come fermarla. Non giustifica l’invasione della Russia. Un approccio di gran lunga migliore per la Russia sarebbe stato quello di intensificare la diplomazia con l’Europa e con il mondo non occidentale per spiegare e opporsi al militarismo e all’unilateralismo degli Stati Uniti. In effetti, l’incessante spinta statunitense ad espandere la NATO è ampiamente osteggiata in tutto il mondo, quindi la diplomazia russa, piuttosto che la guerra, sarebbe stata probabilmente efficace.

Il team di Biden usa senza tregua la parola “non provocata”, di recente nell’importante discorso di Biden per il primo anniversario della guerra, in una recente dichiarazione della NATO e nell’ultima dichiarazione del G7. I media mainstream favorevoli a Biden si limitano a ripetere le parole della Casa Bianca. Il New York Times è il principale colpevole: ha descritto l’invasione come “non provocata” non meno di 26 volte, in cinque editoriali, 14 colonne di opinione di scrittori del NYT e 7 op-editoriali ospiti!

In realtà le provocazioni statunitensi sono state principalmente due. La prima è stata l’intenzione degli Stati Uniti di espandere la NATO all’Ucraina e alla Georgia per poter circondare la Russia nella regione del Mar Nero con una cintura della NATO (Ucraina, Romania, Bulgaria, Turchia e Georgia, in ordine antiorario). Il secondo è stato il ruolo degli Stati Uniti nell’installazione di un regime russofobico in Ucraina con il rovesciamento violento del presidente filorusso Viktor Yanukovych nel febbraio 2014. La guerra in Ucraina è iniziata con il rovesciamento di Yanukovych nove anni fa, non nel febbraio 2022 come vorrebbero farci credere il governo statunitense, la NATO e i leader del G7.

La chiave per la pace in Ucraina è rappresentata da negoziati basati sulla neutralità dell’Ucraina e sul non allargamento della NATO.

Biden e la sua squadra di politica estera si rifiutano di discutere queste radici della guerra. Riconoscerle minerebbe l’amministrazione in tre modi. In primo luogo, rivelerebbe il fatto che la guerra avrebbe potuto essere evitata, o fermata in anticipo, risparmiando all’Ucraina l’attuale devastazione e agli Stati Uniti oltre 100 miliardi di dollari di spese finora sostenute. In secondo luogo, rivelerebbe il ruolo personale del Presidente Biden nella guerra, come partecipante al rovesciamento di Yanukovych e, prima ancora, come convinto sostenitore del complesso militar-industriale e precursore dell’allargamento della NATO. In terzo luogo, spingerebbe Biden al tavolo dei negoziati, minando la continua spinta dell’amministrazione all’espansione della NATO.

Gli archivi mostrano in modo inconfutabile che i governi statunitense e tedesco promisero ripetutamente al presidente sovietico Mikhail Gorbaciov che la NATO non si sarebbe mossa “di un solo centimetro verso est” quando l’Unione Sovietica avesse sciolto l’alleanza militare del Patto di Varsavia. Ciononostante, la pianificazione statunitense per l’espansione della NATO è iniziata all’inizio degli anni ’90, ben prima che Vladimir Putin diventasse presidente della Russia. Nel 1997, l’esperto di sicurezza nazionale Zbigniew Brzezinski ha delineato la tempistica dell’espansione della NATO con notevole precisione.

I diplomatici statunitensi e i leader ucraini sapevano bene che l’allargamento della NATO avrebbe potuto portare alla guerra. Il grande statista statunitense George Kennan definì l’allargamento della NATO un “errore fatale”, scrivendo sul New York Times che “ci si può aspettare che una tale decisione infiammi le tendenze nazionalistiche, anti-occidentali e militaristiche dell’opinione pubblica russa; che abbia un effetto negativo sullo sviluppo della democrazia russa; che ripristini l’atmosfera della guerra fredda nelle relazioni tra Est e Ovest e che spinga la politica estera russa in direzioni decisamente non gradite”.

Il Segretario alla Difesa del Presidente Bill Clinton, William Perry, considerò di dimettersi per protestare contro l’allargamento della NATO. Ricordando questo momento cruciale a metà degli anni ’90, Perry ha detto quanto segue nel 2016: “La nostra prima azione che ci ha davvero portato in una cattiva direzione è stata quando la NATO ha iniziato ad espandersi, coinvolgendo le nazioni dell’Europa orientale, alcune delle quali confinanti con la Russia. A quel tempo, stavamo lavorando a stretto contatto con la Russia, che cominciava ad abituarsi all’idea che la NATO potesse essere un’amica piuttosto che un nemico… ma era molto a disagio all’idea di avere la NATO proprio sul suo confine e ci ha fatto un forte appello a non andare avanti”.

Nel 2008, l’allora ambasciatore americano in Russia, e ora direttore della CIA, William Burns, inviò un cablogramma un cablogramma a Washington in cui avvertiva a lungo dei gravi rischi dell’allargamento della NATO: “Le aspirazioni alla NATO dell’Ucraina e della Georgia non solo toccano un nervo scoperto in Russia, ma suscitano serie preoccupazioni per le conseguenze sulla stabilità della regione. La Russia non solo percepisce l’accerchiamento e gli sforzi per minare l’influenza della Russia nella regione, ma teme anche conseguenze imprevedibili e incontrollate che potrebbero compromettere seriamente gli interessi della sicurezza russa. Gli esperti ci dicono che la Russia è particolarmente preoccupata che le forti divisioni in Ucraina sull’adesione alla NATO, con gran parte della comunità etnica russa contraria all’adesione, possano portare a una grande spaccatura, con violenze o, nel peggiore dei casi, alla guerra civile. In questa eventualità, la Russia dovrebbe decidere se intervenire o meno; una decisione che la Russia non vuole affrontare.”

I leader ucraini sapevano chiaramente che fare pressione per l’allargamento della NATO all’Ucraina avrebbe significato la guerra. L’ex consigliere di Zelensky Oleksiy Arestovych ha dichiarato in un’intervista del 2019 “che il nostro prezzo per entrare nella NATO è una grande guerra con la Russia”.

Nel periodo 2010-2013, Yanukovych ha spinto per la neutralità, in linea con l’opinione pubblica ucraina. Gli Stati Uniti hanno lavorato segretamente per rovesciare Yanukovych, come si evince vivamente dal nastro dell’allora vicesegretaria di Stato americana Victoria Nuland e dell’ambasciatore statunitense Geoffrey Pyatt che pianificano il governo post-Yanukovych settimane prima del violento rovesciamento di Yanukovych. Nella telefonata, Nuland chiarisce che si stava coordinando strettamente con l’allora vicepresidente Biden e il suo consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, lo stesso team Biden-Nuland-Sullivan ora al centro della politica statunitense nei confronti dell’Ucraina.

Dopo il rovesciamento di Yanukovych, è scoppiata la guerra nel Donbas, mentre la Russia rivendicava la Crimea. Il nuovo governo ucraino ha chiesto l’adesione alla NATO e gli Stati Uniti hanno armato e aiutato a ristrutturare l’esercito ucraino per renderlo interoperabile con la NATO. Nel 2021, la NATO e l’amministrazione Biden si sono fortemente impegnati per il futuro dell’Ucraina nella NATO.

Nel periodo immediatamente precedente l’invasione della Russia, l’allargamento della NATO è stato al centro dell’attenzione. Il progetto di trattato USA-Russia di Putin (17 dicembre 2021) chiedeva di fermare l’allargamento della NATO. I leader russi hanno indicato l’allargamento della NATO come causa della guerra nella riunione del Consiglio di sicurezza nazionale russo del 21 febbraio 2022. Nel suo discorso alla nazione di quel giorno, Putin dichiarò che l’allargamento della NATO era una delle ragioni principali dell’invasione.

Lo storico Geoffrey Roberts ha recentemente scritto“Si sarebbe potuta evitare la guerra con un accordo russo-occidentale che avesse fermato l’espansione della NATO e neutralizzato l’Ucraina in cambio di solide garanzie di indipendenza e sovranità ucraina? Probabilmente sì.” Nel marzo 2022, la Russia e l’Ucraina hanno riferito di aver fatto progressi verso una rapida fine negoziata della guerra, basata sulla neutralità dell’Ucraina. Secondo Naftali Bennett, ex primo ministro israeliano, che ha svolto il ruolo di mediatore, un accordo era vicino ad essere raggiunto prima che Stati Uniti, Regno Unito e Francia lo bloccassero.

Mentre l’amministrazione Biden dichiara che l’invasione russa non è stata provocata, nel 2021 la Russia ha cercato opzioni diplomatiche per evitare la guerra, mentre Biden ha rifiutato la diplomazia, insistendo sul fatto che la Russia non aveva voce in capitolo sulla questione dell’allargamento della NATO. Nel marzo 2022, la Russia ha insistito sulla diplomazia, mentre il team di Biden ha nuovamente bloccato la fine della guerra per via diplomatica.

Riconoscendo che la questione dell’allargamento della NATO è al centro di questa guerra, capiamo perché gli armamenti statunitensi non porranno fine a questa guerra. La Russia si intensificherà se necessario per impedire l’allargamento della NATO all’Ucraina. La chiave per la pace in Ucraina è rappresentata dai negoziati basati sulla neutralità dell’Ucraina e sul non allargamento della NATO. L’insistenza dell’amministrazione Biden sull’allargamento della NATO all’Ucraina ha reso quest’ultima vittima di aspirazioni militari statunitensi mal concepite e irraggiungibili. È ora che le provocazioni cessino e che i negoziati riportino la pace in Ucraina.

da qui

 

 

 



“Vedere la guerra attraverso gli occhi della Russia” – Un appello di Eisenhower Media Network

Pubblichiamo la traduzione completa ad opera di Nora Hoppe dell’appello comparso su una pagina del New York Times ad opera Eisenhower Media Network

 

La guerra tra Russia e Ucraina è stata un disastro senza attenuanti. Centinaia di migliaia di persone sono state uccise o ferite. Milioni di persone sono state sfollate. La distruzione ambientale ed economica è stata incalcolabile. La devastazione futura potrebbe essere esponenzialmente maggiore, dato che le potenze nucleari si avvicinano sempre più alla guerra aperta.

Deploriamo la violenza, i crimini di guerra, gli attacchi missilistici indiscriminati, il terrorismo e altre atrocità che fanno parte di questa guerra. La soluzione a questa violenza sconvolgente non è rappresentata da più armi o più guerra, con la garanzia di ulteriore morte e distruzione.

Come americani ed esperti di sicurezza nazionale, esortiamo il Presidente Biden e il Congresso a usare tutti i loro poteri per porre fine rapidamente alla guerra tra Russia e Ucraina attraverso la diplomazia, soprattutto alla luce dei gravi pericoli di un’escalation militare che potrebbe andare fuori controllo.

Sessant’anni fa, il presidente John F. Kennedy fece un’osservazione che oggi è fondamentale per la nostra sopravvivenza. “Soprattutto, pur difendendo i propri interessi vitali, le potenze nucleari devono evitare quegli scontri che portano l’avversario a scegliere tra una ritirata umiliante o una guerra nucleare. Adottare questo tipo di approccio nell’era nucleare sarebbe solo la prova del fallimento della nostra politica, o di un desiderio di morte collettiva per il mondo.”

La causa immediata di questa disastrosa guerra in Ucraina è l’invasione della Russia. Tuttavia, i piani e le azioni per espandere la NATO ai confini della Russia sono serviti a provocare i timori russi. I leader russi lo hanno ribadito per 30 anni.

Il fallimento della diplomazia ha portato alla guerra. Ora la diplomazia è urgentemente necessaria per porre fine alla guerra russo-ucraina prima che distrugga l’Ucraina e metta in pericolo l’umanità.

 

Il potenziale per la pace

L’attuale ansia geopolitica della Russia è influenzata dal ricordo delle invasioni di Carlo XII, Napoleone, del Kaiser e di Hitler. Le truppe statunitensi facevano parte di una forza d’invasione alleata che intervenne senza successo contro la parte vincitrice nella guerra civile russa del primo dopoguerra. La Russia vede l’allargamento e la presenza della NATO ai suoi confini come una minaccia diretta; gli Stati Uniti e la NATO vedono solo una prudente preparazione. In diplomazia, bisogna cercare di vedere con empatia strategica, cercando di capire i propri avversari. Questa non è debolezza: è saggezza.

Rifiutiamo l’idea che i diplomatici, cercando la pace, debbano scegliere da che parte stare, in questo caso Russia o Ucraina. Favorendo la diplomazia, scegliamo la parte della sanità mentale. Dell’umanità. Della pace.

Riteniamo che la promessa del Presidente Biden di sostenere l’Ucraina “fino a quando sarà necessario” sia una licenza a perseguire obiettivi mal definiti e in definitiva irraggiungibili. Potrebbe rivelarsi altrettanto catastrofica quanto la decisione del Presidente Putin, lo scorso anno, di lanciare la sua invasione e occupazione criminale. Non possiamo e non vogliamo approvare la strategia di combattere la Russia fino all’ultimo ucraino.

Chiediamo un impegno significativo e genuino alla diplomazia, in particolare un cessate il fuoco immediato e negoziati senza precondizioni squalificanti o proibitive. Le provocazioni deliberate hanno portato alla guerra tra Russia e Ucraina. Allo stesso modo, la diplomazia deliberata può porvi fine.

 

Le azioni degli Stati Uniti e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia

Con il crollo dell’Unione Sovietica e la fine della Guerra Fredda, i leader statunitensi e dell’Europa occidentale assicurarono ai leader sovietici e poi russi che la NATO non si sarebbe espansa verso i confini della Russia. “Non ci sarà un’estensione della… NATO di un solo centimetro verso est”, disse il Segretario di Stato americano James Baker al leader sovietico Mikhail Gorbaciov il 9 febbraio 1990. Simili rassicurazioni da parte di altri leader statunitensi e di leader britannici, tedeschi e francesi nel corso degli anni ’90 lo confermano.

Dal 2007, la Russia ha ripetutamente avvertito che le forze armate della NATO ai confini della Russia erano intollerabili – proprio come le forze russe in Messico o in Canada sarebbero intollerabili per gli Stati Uniti ora, o come lo erano i missili sovietici a Cuba nel 1962. La Russia ha inoltre indicato l’espansione della NATO in Ucraina come particolarmente provocatoria.

 

Vedere la guerra attraverso gli occhi della Russia

Il nostro tentativo di comprendere la prospettiva russa sulla loro guerra non approva l’invasione e l’occupazione, né implica che i russi non avessero altra scelta che questa guerra.

Tuttavia, così come la Russia aveva altre opzioni, anche gli Stati Uniti e la NATO hanno avuto la possibilità di scegliere fino a questo momento.

I russi hanno chiarito le loro linee rosse. In Georgia e in Siria hanno dimostrato che avrebbero usato la forza per difenderle. Nel 2014, la presa immediata della Crimea e il sostegno ai separatisti del Donbas hanno dimostrato la serietà del loro impegno a difendere i propri interessi. Non è chiaro perché questo non sia stato compreso dai vertici degli Stati Uniti e della NATO; è probabile che vi abbiano contribuito l’incompetenza, l’arroganza, il cinismo o un infido mix di tutti e tre.

Ancora una volta, anche quando la Guerra Fredda è finita, diplomatici, generali e politici statunitensi hanno messo in guardia sui pericoli di un’espansione della NATO fino ai confini della Russia e di un’interferenza dolosa nella sfera d’influenza russa. Gli ex funzionari di gabinetto Robert Gates e William Perry hanno lanciato questi avvertimenti, così come i venerati diplomatici George Kennan, Jack Matlock e Henry Kissinger. Nel 1997, cinquanta esperti di politica estera degli Stati Uniti scrissero una lettera aperta al Presidente Bill Clinton per consigliargli di non espandere la NATO, definendola “un errore politico di proporzioni storiche”. Il Presidente Clinton scelse di ignorare questi avvertimenti.

L’aspetto più importante per comprendere l’arroganza e il calcolo machiavellico nel processo decisionale statunitense relativo alla guerra Russia-Ucraina è il rifiuto degli avvertimenti lanciati da Williams Burns, l’attuale direttore della Central Intelligence Agency. In un cablogramma inviato al Segretario di Stato Condoleezza Rice nel 2008, mentre era in carica come ambasciatore in Russia, Burns scrisse dell’espansione della NATO e dell’adesione dell’Ucraina:

“Le aspirazioni dell’Ucraina e della Georgia alla NATO non solo toccano un nervo scoperto in Russia, ma suscitano serie preoccupazioni sulle conseguenze per la stabilità della regione. La Russia non solo percepisce l’accerchiamento e gli sforzi per minare l’influenza della Russia nella regione, ma teme anche conseguenze imprevedibili e incontrollate che potrebbero compromettere seriamente gli interessi della sicurezza russa. Gli esperti ci dicono che la Russia è particolarmente preoccupata che le forti divisioni in Ucraina sull’adesione alla NATO, con gran parte della comunità etnica russa contraria all’adesione, possano portare a una grande spaccatura, con violenze o, nel peggiore dei casi, alla guerra civile. In questa eventualità, la Russia dovrebbe decidere se intervenire o meno; una decisione che non vuole affrontare.”

Perché gli Stati Uniti hanno continuato ad espandere la NATO nonostante questi avvertimenti? Il profitto derivante dalla vendita di armi è stato un fattore importante. Di fronte all’opposizione all’espansione della NATO, un gruppo di neoconservatori e di alti dirigenti dei produttori di armi statunitensi formò il Comitato statunitense per l’espansione della NATO. Tra il 1996 e il 1998, i maggiori produttori di armi hanno speso 51 milioni di dollari (94 milioni di dollari oggi) in attività di lobbying e altri milioni in contributi per le campagne elettorali. Grazie a questa generosità, l’espansione della NATO divenne rapidamente un affare fatto, dopo di che i produttori di armi statunitensi vendettero miliardi di dollari di armi ai nuovi membri della NATO.

Finora gli Stati Uniti hanno inviato all’Ucraina attrezzature militari e armi per un valore di 30 miliardi di dollari, mentre il totale degli aiuti all’Ucraina supera i 100 miliardi di dollari. La guerra, è stato detto, è un racket, altamente redditizio per pochi eletti.

L’espansione della NATO, in sintesi, è un elemento chiave di una politica estera statunitense militarizzata, caratterizzata da unilateralismo, cambio di regime e guerre preventive. Le guerre fallite, più recentemente in Iraq e Afghanistan, hanno prodotto massacri e ulteriori scontri, una dura realtà che l’America stessa ha creato. La guerra tra Russia e Ucraina ha aperto una nuova arena di scontri e massacri. Questa realtà non è interamente opera nostra, eppure potrebbe essere la nostra rovina, a meno che non ci dedichiamo a forgiare una soluzione diplomatica che fermi le uccisioni e allenti le tensioni.

Facciamo dell’America una forza di pace nel mondo.

* * * *

FIRMATARI

Dennis Fritz, direttore, Eisenhower Media Network; comandante capo sergente maggiore, US Air Force (in pensione) Matthew Hoh, direttore associato, Eisenhower Media Network; ex ufficiale del Corpo dei Marines e funzionario dello Stato e della Difesa. William J. Astore, tenente colonnello, US Air Force (in pensione)

Karen Kwiatkowski, tenente colonnello, US Air Force (in pensione)

Dennis Laich, maggiore Generale, US Army (in pensione) Jack Matlock, ambasciatore degli Stati Uniti presso l’U.R.S.S., 1987-91; autore di Reagan e Gorbaciov: “How the Cold War Ended” [“Come finì la guerra fredda”] Todd E. Pierce, maggiore, avvocato giudice, esercito americano (in pensione) Coleen Rowley, agente speciale, FBI (in pensione) Jeffrey Sachs, professore universitario alla Columbia University Christian Sorensen, ex linguista arabo, US Air Force Chuck Spinney, ingegnere / analista in pensione, Ufficio del Segretario alla Difesa Winslow Wheeler, consigliere per la sicurezza nazionale di quattro repubblicani e democratici statunitensi Lawrence B. Wilkerson, colonnello, esercito americano (in pensione) Ann Wright , colonnello, US Army (in pensione) ed ex diplomatico statunitense

* * * *

CRONOLOGIA

1990 – Gli Stati Uniti assicurano alla Russia che la NATO non si espanderà verso il suo confine “… Non ci sarebbe alcuna estensione di… La NATO un pollice più a est”dice il segretario di Stato americano James Baker.

1996 – I produttori di armi statunitensi formano il Comitato per espandere la NATO, spendendo oltre 51 milioni di dollari per fare pressioni sul Congresso

1997 – 50 esperti di politica estera, tra cui ex senatori, ufficiali militari in pensione e diplomatici, firmano una lettera aperta affermando che l’espansione della NATO è “un errore politico di proporzioni storiche“.

1999 – La NATO ammette Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca nella NATO. Stati Uniti e NATO bombardano l’alleato della Russia, la Serbia

2001 – Gli Stati Uniti si ritirano unilateralmente dal Trattato anti-missili balistici

2004 – Altre sette nazioni dell’Europa orientale aderiscono alla NATO. Le truppe della NATO sono ora direttamente sul confine con la Russia.

2004 – Il parlamento russo approva una risoluzione che denuncia l’espansione della NATO. Putin ha risposto dicendo che la Russia avrebbe “costruito la nostra politica di difesa e sicurezza in modo corrispondente”.

2008 – I leader della NATO annunciano piani per portare l’Ucraina e la Georgia, anche ai confini della Russia, nella NATO.

2009 – Gli Stati Uniti annunciano l’intenzione di installare sistemi missilistici in Polonia e Romania.

2014 – Il presidente ucraino legalmente eletto, Viktor Yanukovych, fugge dalle violenze a Mosca. La Russia vede l’estromissione come un colpo di stato da parte degli Stati Uniti e delle nazioni della NATO.

2016 – Gli Stati Uniti iniziano l’accumulo di truppe in Europa.

2019 – Gli Stati Uniti si ritirano unilateralmente dal Trattato sulle forze nucleari intermedie.

2020 – Gli Stati Uniti si ritirano unilateralmente dal Trattato Open Skies.

2021 – La Russia presenta proposte negoziali mentre invia più forze al confine con l’Ucraina. I funzionari degli Stati Uniti e della NATO respingono immediatamente le proposte russe.

24 febbraio 2022 – La Russia invade l’Ucraina, iniziando la guerra Russia-Ucraina.

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