un
libro di poche pagine, insostenibile a tratti, e indimenticabile.
una
madre con problemi di testa, sempre si è soli quando capita, e due bambini.
una
gita in una cittadina di mare, in un periodo freddo e piovoso, per far vedere
il mare ai bambini.
tutti
e tre stanno nella stessa camera, in un albergo praticamente deserto, passano
le ore e i giorni, i soldi in banconote sono subito finiti, restano
tantissime monetine.
i
bambini sono preoccupati perché non vanno a scuola, la mamma firmerà la
giustificazione, piove, c’è umido, immaginate un villaggio di mare francese
quando non c’è neanche il sole, state anche voi un po’ a guardare e ascoltare
quella mamma e i suoi due bambini, forse li avete già incrociati altre volte,
ma non ci avete fatto caso.
provate
a leggere questo libro, dopo non starete benissimo, forse, anzi, di sicuro, ma
è un libro necessario - franz
dice
Andrea Bajani
…dopo poche pagine sono sprofondato in una
lettura così forte come da anni non mi capitava di fare, in cui l’angoscia e la
bellezza erano un’unica trama, e la pioggia che batte quasi tutte le pagine era
una disperazione livida e al tempo stesso l’espressione di una grazia finale.
La discesa verso il mare, e poi verso il baratro, di questa famiglia composta
soltanto di una madre e di due bambini al seguito mi aveva lasciato senza
fiato. La grandezza fatale di questa donna che annaspa nel fango di una città
in cui è inequivocabilmente straniera è tragica. Il suo accanimento nel
dimostrare ai suoi figli che una via per la felicità è possibile ha la
disperazione di chi non accetta l’inevitabile, del gesto dell’impotente che si
accanisce sul corpo di una donna. La disperazione della Rosetta o de Il figlio dei
fratelli Dardenne, delle Risorse umane di
Cantet, della Trilogia della città di k. di Agota Kristof…
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