un po' giallo, un po' Gadda di via Merulana, un po' Kurosawa, la verità non è facile da trovare, ognuno ha le sue ipotesi e le sue idee.
un libro che si legge benissimo, e ti appassiona, se non l'hai letto, fallo, ti appassionerà.
se poi lo leggi con il sottofondo musicale dell'Orchestra di piazza Vittorio ti piacerà ancora di più - franz
qui un po’ di musica d’accompagnamento
Libro
agile e piacevole questo dello scrittore algerino Amara Lakhous che in maniera divertente e leggiadra
ci parla di temi importanti e sempre attuali come quelli dell'immigrazione, dell'integrazione
e del razzismo. Ma ci parla anche di conoscenza e solidarietà, di amore e di
dolore.
Il libro ha una struttura schematica e funzionale, la vicenda narrata, se così la vogliamo chiamare, è divisa in verità e ululati. Proprio così: verità e ululati. E le verità sono tante perché, come nella vita reale, quella di tutti i giorni, per ogni accadimento ognuno ha la propria verità e a ognuna di queste verità fanno seguito gli ululati di Amedeo, perno centrale intorno al quale ruotano le verità dei condomini dello stabile di piazza Vittorio a Roma, quello dell'ascensore del titolo…
Il libro ha una struttura schematica e funzionale, la vicenda narrata, se così la vogliamo chiamare, è divisa in verità e ululati. Proprio così: verità e ululati. E le verità sono tante perché, come nella vita reale, quella di tutti i giorni, per ogni accadimento ognuno ha la propria verità e a ognuna di queste verità fanno seguito gli ululati di Amedeo, perno centrale intorno al quale ruotano le verità dei condomini dello stabile di piazza Vittorio a Roma, quello dell'ascensore del titolo…
…Bisognerebbe
avere più origini di quante una sola persona possa averne. Per gli occhi
che ha e che chiede, questo è un romanzo che arriva dove la realtà non arriva e
che ci riguarda tutti. Gli
immigrati, gli autoctoni e gli emigranti. Chi resta, chi parte, chi arriva. Ci
riguarda tutti perché ci dimostra che la multiculturalità è un’esigenza, una
realtà ancor prima che un’idea. Siamo già circondati da qualcosa che di solito
non conosciamo. A volte amiamo l’estraneità, per principio o curiosità, a volte
la disprezziamo, per pregiudizi equivalenti, ma quasi mai la conosciamo, questa
identità straniera che sceglie l’Italia o che per caso ci capita.
Questo libro
piccolo, quasi un romanzo da spiaggia, obbliga a rimettere in discussione
termini che abitualmente usiamo non più - o non solo - perché potrebbero essere
offensivi, ma perché sono ormai ambigui, inesatti. Restano vuoti finché non li
si riempie di umanità. Già nel titolo appaiono le sfumature : uno scontro è un incontro? E le civiltà di cui si
parla, sono civili ? C’è un solo termine che si staglia senza ambiguità, parola
dai contorni precisi e protetta dalla sapienza tecnica: l’ascensore…
…Proprio a piazza Vittorio viene consumato un crimine,
intorno al quale ognuno dei dodici protagonisti ci consegna la sua verità e la
sua storia. Un bieco personaggio soprannominato "il Gladiatore" viene
trovato morto nell'ascensore condominiale e l'indiziato principale è l'algerino
Ahmed, meglio conosciuto come Amedeo, di cui ognuno prende le difese. E, come
in un vero e proprio processo, i personaggi sfilano uno ad uno raccontando la
loro testimonianza…
…Stranieri e italiani, uomini e donne sono
sempre sul piede di guerra per quell’ascensore che, secondo il professor
Antonio Marini, rappresenta “la barriera tra la civiltà e la barbarie”. Secondo
la custode Benedetta è un sacro tempio inviolabile che lei protegge da invitati
e forestieri, da ospiti indesiderati e da condomini che giudica maleducati. Al
contrario per Amedeo l’ascensore è una scatola claustrofobica insopportabile e,
per il cuoco Parviz, si tratta di un luogo di meditazione inuguagliabile.
Infine il Gladiatore lo vede come uno spazio ideale per orinare e per morire,
visto che qualcuno proprio lì mette fine alla sua esistenza. E saranno pochi
quelli che piangeranno la scomparsa del giovane. Cominciano le ricerche. A poco
a poco l’incastro dei pezzi del puzzle prende forma grazie alle indagini del
commissario di polizia Bettarini che prova a ricomporre le storie del
condominio di Piazza Vittorio…
Bello, lo abbiamo letto a scuola con gli studenti americani ed è molto piaciuto. Bella l'idea di ascoltare anche l'orchestra!
RispondiEliminaprovo a cercare qualcos'altro, di Amara Lakhous, davvero bravo.
RispondiEliminaa volte la musica si accompagna bene al libro, ma devono essere giusti entrambi.
Sì, adesso stiamo leggendo "Contesa per un maialino italianissimo a San Salvario", ci piace anche questo.
RispondiEliminalo cerco :)
Eliminal'ho letto molti anni fa e ne fui entusiasta, è un libro che ho consigliato per molto tempo.
RispondiEliminameglio tardi che mai, allora.
Eliminahai letto gli altri di Amara Lakhous?
no, ma lo farò, in effetti sono un lettore molto disordinato, anche se un autore mi piace tanto difficilmente leggo immediatamente i suoi successivi lavori, ciao
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