… Qual è il suo giudizio
in merito alle azioni compiute da Hamas e dal suo braccio
armato, le Brigate Al Qassam?
Israele spiega l'attuale operazione, come le precedenti, con la necessità di fermare il lancio di razzi da Gaza, da parte delle milizie armate palestinesi. La risposta di Hamas è un atto di resistenza armata. È volta a creare problemi ad Israele ed è frutto dell'oppressione e il blocco della Striscia. Non ci sarebbe lancio di razzi se la popolazione gazawi fosse libera: i missili sono il prodotto dell'occupazione. Possono essere giudicati negativamente, ma sono solo il frutto delle politiche israeliane…
Israele spiega l'attuale operazione, come le precedenti, con la necessità di fermare il lancio di razzi da Gaza, da parte delle milizie armate palestinesi. La risposta di Hamas è un atto di resistenza armata. È volta a creare problemi ad Israele ed è frutto dell'oppressione e il blocco della Striscia. Non ci sarebbe lancio di razzi se la popolazione gazawi fosse libera: i missili sono il prodotto dell'occupazione. Possono essere giudicati negativamente, ma sono solo il frutto delle politiche israeliane…
...L’ultimo tentativo di negoziato tra Israele e Palestina è fallito sul
nascere. Quali sono i fattori che potrebbero spingere verso la pace?
Quello in corso non è un negoziato tra due Stati, due popoli, due eserciti. C’è uno Stato solo, Israele, che controlla entrambi i popoli. Eppure sono certo che il giorno in cui la società israeliana sarà costretta ad accettare uno Stato binazionale, in cui vivano in uguaglianza e democrazia israeliani e palestinesi, si mangerà le mani per non averlo fatto prima. Israele ha solo da guadagnare dalla pace. Ma, come sempre accade, non sarà un popolo privilegiato a cedere volontariamente i propri privilegi. Per questo è fondamentale la pressione internazionale, come accadde per il Sud Africa dell’apartheid. E sarà più facile: i popoli israeliano e palestinese sono entrambi altamente educati, il 95 per cento dei bambini palestinesi va a scuola a differenza dei coetanei neri sudafricani negli anni Novanta; quella palestinese è una società laica e strutturata.
Quello in corso non è un negoziato tra due Stati, due popoli, due eserciti. C’è uno Stato solo, Israele, che controlla entrambi i popoli. Eppure sono certo che il giorno in cui la società israeliana sarà costretta ad accettare uno Stato binazionale, in cui vivano in uguaglianza e democrazia israeliani e palestinesi, si mangerà le mani per non averlo fatto prima. Israele ha solo da guadagnare dalla pace. Ma, come sempre accade, non sarà un popolo privilegiato a cedere volontariamente i propri privilegi. Per questo è fondamentale la pressione internazionale, come accadde per il Sud Africa dell’apartheid. E sarà più facile: i popoli israeliano e palestinese sono entrambi altamente educati, il 95 per cento dei bambini palestinesi va a scuola a differenza dei coetanei neri sudafricani negli anni Novanta; quella palestinese è una società laica e strutturata.
Lei è molto attivo nella campagna globale per il boicottaggio di Israele.
Ritiene che tali strumenti siano quelli giusti per fare pressione sullo Stato
ebraico?
Negli ultimi anni abbiamo assistito a un incremento notevole della sensibilità delle società civili internazionali. Io vivo negli Stati Uniti e ho visto un salto di qualità inimmaginabile: sempre più Chiese, campus, gruppi di giovani, associazioni ebraiche aderiscono alla campagna di boicottaggio. Lo fanno perché consapevoli che la lotta palestinese è lotta di tutti, anche del popolo israeliano. È una lotta per la giustizia, contro l’apartheid che andrebbe considerata eroica. È una lotta che, quando sarà vinta, non libererà dall’oppressione solo i palestinesi, ma anche gli israeliani.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a un incremento notevole della sensibilità delle società civili internazionali. Io vivo negli Stati Uniti e ho visto un salto di qualità inimmaginabile: sempre più Chiese, campus, gruppi di giovani, associazioni ebraiche aderiscono alla campagna di boicottaggio. Lo fanno perché consapevoli che la lotta palestinese è lotta di tutti, anche del popolo israeliano. È una lotta per la giustizia, contro l’apartheid che andrebbe considerata eroica. È una lotta che, quando sarà vinta, non libererà dall’oppressione solo i palestinesi, ma anche gli israeliani.
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