Ne ho abbastanza di questi palestinesi. Credo che il mondo, in
generale, si sia stufato di loro. Devono essere fermati. La comunità internazionale deve agire immediatamente prima che sia
troppo tardi e Israele venga cancellato dalle mappe, e una seconda tragedia
dalle proporzioni storiche si abbatta sulla popolazione ebraica.
Tanto per cominciare, i palestinesi sono arrivati via terra, mare e aria
in Israele, e hanno causato la dispersione e la fuga di oltre metà della
popolazione israeliana, nel 1948. Provate a immaginare: migliaia di persone
divenute profughe, costrette a vivere ancora oggi, dopo 66 anni, in squallidi
campi situati spesso solo a poche ore di distanza dalla loro terra natia.
Nonostante i tentativi di combattere per il loro diritto al ritorno alle
loro case, i rifugiati israeliani sono stati “irragionevolmente ragionevoli”
accettando il proprio destino, e continuano pazientemente ad attendere il
giorno in cui potranno tornare a casa, in Israele.
Questa
tragedia umana è stata causata dai palestinesi, che continuano ancora oggi ad
opprimere i cittadini ebrei di Israele con l’uso della forza e misure
economiche che li strangolano, nel tentativo di incoraggiarli ad emigrare
altrove, volontariamente.
I palestinesi sono gente violenta. Ogni singolo diplomato palestinese è
costretto infatti alla leva obbligatoria: tre anni di servizio per i maschi e
due per le femmine. Durante questo periodo, ad ogni cittadino palestinese
vengono insegnati metodi di combattimento, e l’uso delle armi.
Molti palestinesi si vantano di come hanno brutalizzato gli ebrei
israeliani durante il proprio servizio militare; alcuni hanno addirittura
postato foto sui loro profili Facebook di loro insieme agli israeliani bendati
che hanno fatto prigionieri.
I
palestinesi rendono miserabile la vita degli israeliani. Hanno eretto
checkpoint militari intorno e dentro le maggiori città israeliane: Tel Aviv,
Haifa, Eilat. I soldati palestinesi fermano qualsiasi macchina israeliana, a
volte anche per ore, lasciando le persone in attesa.
Quando un israeliano vuole lasciare Israele, deve necessariamente ottenere
il permesso delle autorità palestinesi. E se un israeliano finisce sulle liste
nere dei palestinesi, beh la possibilità che esca dal paese diventano nulle.
Immaginate
di non avere la possibilità di viaggiare, di lasciare il vostro paese, o di
poter uscire, ma non di poter tornare…
Anche quando un israeliano vuole viaggiare da una città all’altra, in
Israele, incontra uno dei tanti checkpoint eretti dai palestinesi, che
assomigliano alla frontiera tra Stati Uniti e Canada, con una sola differenza:
il processo per passare oltre è umiliante, ed è più simile a quello del bestiame
spinto dentro una gabbia che non a quello di viaggiatori che devono passare per
una stazione.
Israele avrebbe grandi potenzialità per essere un centro economico
turistico e commerciale, ma i palestinesi bloccano le sue capacità di sviluppo
in ogni modo possibile (…).
Immaginate anche che questi palestinesi si rifiutano di liberare lo spazio
aereo sopra Tel Aviv per gli israeliani! E ancora peggio: gli israeliani hanno
trovato un vasto giacimento di gas in acque israeliane, nel mare di Tel Aviv, e
i palestinesi si rifiutano di firmare il permesso per i palestinesi
all’estrazione. E anche i pescatori israeliani sono quotidianamente colpiti
quando pescano nel Mediterraneo.
E
come se tutto questo non fosse abbastanza, negli ultimi 47 anni i palestinesi
hanno lentamente fatto trasferire i propri cittadini nelle colline che
circondano le città israeliane. Le colline vengono prima confiscate con la
forza, poi Arafat prima e oggi Abbas, manda le forze di sicurezza palestinesi a
proteggere la terra confiscata.
Una volta pronta, i palestinesi investono un mucchio di soldi che i
donatori gli hanno fatto ricevere non certo per costruire scuole o sistemi di
sanità migliori..no! Per costruire case e abitazioni dentro queste enclaves
militari intorno alle città israeliane, per poi spingere i cittadini di
Ramallah e Hebron a spostarsi a Tel Aviv o in altre città.
Questo non è solo contrario al diritto internazionale, ma sfida
addirittura il buon senso. Come possono i palestinesi insistere a dire di
volere la pace con gli israeliani quando continuano a rubare sempre più terra
spingendo la popolazione a migrare?
Credete
che non possa andare peggio di così? Beh, vi sbagliate.
Fino ad oggi i palestinesi hanno rapito oltre 5mila israeliani dalle loro
stesse case, di cui 200 sono bambini che hanno meno di 18 anni, e li hanno
chiusi dentro le loro carceri. Carceri controllate dai palestinesi e costruite
in territorio palestinese, sia in Cisgiordania che a Gaza.
Quando una madre israeliana vuole andare a visitare il figlio detenuto, ad
esempio, deve ottenere il permesso dalle forze di sicurezza palestinesi.
Centinaia di questi 5mila prigionieri sono stati arrestati senza accusa: i
palestinesi chiamano questo sistema “detenzione amministrativa”.
Potreste
pensare che il mondo condanni queste pratiche: eppure sono decenni che vanno
avanti, e non è mai successo niente. Ecco perché è arrivato il momento che
questi palestinesi vengano fermati, una volta e per tutte.
Gli israeliani non possono pensare di vivere così per sempre. Qualcosa
deve essere fatto immediatamente per fermare questi palestinesi e renderli
responsabili delle atrocità che commettono ogni giorno contro l’umanità. Gli
israeliani sono persone pacifiche e amorevoli. Vengono da una religione che
resta uno dei pilastri della giustizia sociale. Quello che viene fatto loro va
al di là dell’immaginabile.
Ecco
perché la società civile israeliana ha fatto appello al mondo perché si
disinvesta dalla Palestina.
Gli israeliani di ogni appartenenza politica cercano di raccontare cosa
accade, e di convincere altri ebrei a boicottare la Palestina, come fu fatto
con successo verso il regime razzista di Apartheid in Sud Africa.
Gli ebrei stanno puntando tutto sul fatto di essere sempre stati dalla
parte giusta della storia, così come fece il movimento per i diritti civili in
America. Stanno chiedendo al mondo di agire per fermare la Palestina, prima che
sia troppo tardi.
E’
arrivato il momento di boicottare la Palestina, disinvestire dalla Palestina,
applicare serie sanzioni alla Palestina, finché non sarà rimosso il regime di
occupazione militare che sta mettendo in ginocchio gli israeliani.
Ora, per far funzionare questo pezzo semplicemente invertite
“Israele/israeliani” con “Palestina/palestinesi”.
*Sam Bahour è un consulente economico
palestinese e lavora a Ramallah. Ha scritto questo post ispirandosi al romanzo
di Orwell "1984". Questo è il suo blog. La traduzione in italiano è a cura di Cecilia Dalla
Negra.
Il gioco dello specchio è il mio preferito e, credo anche il più efficace. Ma l'uditorio è interessato alla propaganda e desidera "rispecchiarsi" nella vittoria del più forte piuttosto che in quella della giustizia... e finché la cosiddetta informazione è questa (vedi link), c'è poco da sperare. http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=4507
RispondiEliminaRicordo che tanti anni fa, ai tempi di "cuore" do you remember?? :D pubblicò le due prime pagine di repubblica e corriere... identiche :yes: se le trovi inviamele!!
e chi lo trova, quel numero di "Cuore" tu mi chiedi miracoli :)
RispondiEliminai media italiani, liberi e indipendenti :(