…Io chiedo a me stessa ed a
Netanyahu: perché non sorprendiamo noi stessi?! Netanyahu, si dice che tu sia
un uomo intelligente: perché non fai un'inversione a 180 gradi, cambi le regole
del gioco, pensi fuori dagli schemi? Da' il benvenuto ad Abu Mazen, smetti di
costruire gli insediamenti, sostieni il governo di unità, apri Gaza e consenti
il commercio con la supervisione internazionale. Abbraccia le aspirazioni
palestinesi unitamente alle nostre, accogli l'intervento internazionale e
guadagna un vero alleato contro l'estremismo? Scacco matto!
Abbiamo davvero compiuto tutti
questi sforzi, prima di mandare a morire i nostri soldati? E' triste, ma la
risposta è no.
Nessuno sta smantellando l'esercito israeliano, che resterà forte. Ma allora perché ci rifiutiamo testardamente di correre questo rischio calcolato, preferendo piuttosto il sacrificio dei nostri figli? E' una cosa che va oltre ogni mia comprensione.
Ad Akedat Yitzchak, Dio è
intervenuto salvando il bambino. Dov'è Dio, adesso? E' forse divenuto
indifferente a causa dell'abominio che è stato fatto dei suoi sacri
insegnamenti dagli estremisti di ambo le parti?
Se ci rifiutiamo di riconoscere i diritti di entrambe le parti e di farci carico dei nostri obblighi, se ciascuno di noi rimane aggrappato alla propria versione, con disprezzo e inosservanza di quella dell'altro, se continuiamo a preferire le spade alle parole, se santifichiamo la terra e non le vite dei nostri figli, saremo presto tutti costretti a cercare una colonia sulla Luna, perché la nostra terra sarà così zuppa di sangue e così intasata di lapidi che non vi resterà più niente per vivere.
Io ho scritto queste parole e le ho
cantate insieme alla mia amica Mira Awad. Oggi sono più vere che mai:
“When
I cry I cry for both of us,
("Quando piango, piango per
tutti e due)
My pain has no name.
(Il mio dolore non ha nome.)
When I cry, I cry to the merciless sky and say:
(Quando piango, piango rivolta al
cielo spietato e dico:)
There must be another way”
(Dev'esserci un'altra via)
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