Lo scopo dell’operazione Margine
protettivo è riportare la calma. Il mezzo per raggiungerlo è uccidere civili.
Lo slogan della mafia è diventato la politica ufficiale di Israele.
Israele crede davvero che, se uccide
centinaia di palestinesi nella Striscia di Gaza, regnerà la calma. Distruggere
i depositi di armi di Hamas, che ha dimostrato di sapersi riarmare, è inutile.
Abbattere il governo di Hamas è un obiettivo irrealistico (e illegittimo) che
Israele non vuole raggiungere, ben sapendo che l’alternativa potrebbe essere
molto peggiore. Quindi l’unico scopo possibile di questa operazione militare è
questo: morte agli arabi, con il plauso delle masse.
L’esercito israeliano ha già una “mappa
del dolore”, un’invenzione diabolica che ha preso il posto della non meno
diabolica “banca degli obiettivi”, e questa mappa si sta allargando a ritmi
nauseanti. Basta guardare le trasmissioni di Al Jazeera in lingua inglese – una
tv equilibrata e professionale, a differenza della sua versione araba – per
comprendere la portata del successo. La verità non la vedrete negli studi
“aperti” di Israele – aperti, come al solito, soltanto alle vittime israeliane
– ma la vedrete tutta intera su Al Jazeera, e forse resterete perfino
scioccati.
A Gaza si stanno ammucchiando i cadaveri.
È il conteggio disperato, e incessantemente aggiornato, delle uccisioni di
massa di cui Israele si vanta, e che a mezzogiorno di sabato scorso già
comprendeva decine di civili, compresi 24 bambini, più centinaia di feriti che
andavano a sommarsi all’orrore e alla devastazione. Sono già stati bombardati
una scuola e un ospedale. Lo scopo è colpire case, e nessuna giustificazione al
mondo può bastare: è un crimine di guerra, anche se le forze armate israeliane
definiscono questi obiettivi “centri di comando e controllo” o “sale riunioni”.
Fin dalla prima guerra del Libano, cioè da
più di trent’anni, uccidere arabi è il principale strumento strategico di
Israele. L’esercito israeliano non combatte contro altri eserciti: il suo
obiettivo primario sono i civili. Tutti sanno che gli arabi nascono solo per
uccidere ed essere uccisi: non hanno altro scopo nella vita, e così Israele li
uccide.
Naturalmente, non si può non indignarsi
per il modus operandi di Hamas. Non solo punta i suoi razzi contro centri
abitati da civili in Israele e si posiziona all’interno di centri abitati
(forse non ha alternativa, considerato l’affollamento della Striscia di Gaza):
Hamas lascia la popolazione civile di Gaza indifesa di fronte ai brutali
attacchi israeliani e non predispone sirene antiaeree, rifugi o spazi protetti.
È un comportamento criminale. Ma i bombardamenti dell’aviazione israeliana non
sono meno criminali, negli effetti e nelle intenzioni.
Nella Striscia di Gaza non c’è un solo
edificio in cui non abitino decine di donne e bambini, quindi l’esercito
israeliano non può sostenere di non voler colpire civili innocenti. Se la
recente demolizione della casa di un terrorista in Cisgiordania ha ancora
suscitato qualche protesta, per quanto flebile, in queste ore si stanno
distruggendo decine di case, e con esse i loro abitanti.
Generali a riposo e commentatori in
servizio attivo fanno a gara per avanzare la proposta più mostruosa: “Se gli
ammazziamo i parenti, si spaventeranno”, ha spiegato senza batter ciglio il
generale Oren Shachor. “Dobbiamo creare una situazione tale per cui, quando
usciranno dalle loro tane non riconosceranno più Gaza”, ha detto qualcun altro.
Senza pudore e senza essere messi in discussione, almeno fino alla prossima
inchiesta delle Nazioni Unite.
Le guerre senza scopo sono quelle più
spregevoli. Prendere deliberatamente di mira i civili è uno dei mezzi più
atroci. Ora il terrore regna anche in Israele, ma è improbabile che anche un
solo israeliano possa immaginare cosa significa questa parola per il milione e
800mila abitanti di Gaza, la cui vita, già infelice, ormai è assolutamente
raccapricciante. La Striscia di Gaza non è “un nido di vespe”, come è stata
chiamata, ma una provincia della disperazione umana. Nonostante le sue
strategie del terrore, Hamas è tutt’altro che un esercito. Se è vero, come si
va dicendo, che a Gaza Hamas ha scavato una rete tanto sofisticata di tunnel,
perché non costruisce anche la metropolitana leggera di Tel Aviv?
La soglia delle mille incursioni e delle
mille tonnellate di bombe sganciate è stata quasi raggiunta, e Israele aspetta
una “foto della vittoria” che è già stata ottenuta: morte agli arabi.
Traduzione di Marina Astrologo
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