in una serie di racconti si ritrova l'Algeria che forse non esiste più, della penna di un cugino di Monsieur Lazhar, che ha lasciato (ha dovuto, ha voluto, o forse le due cose insieme) il suo paese e adesso vive in Italia.
c'è un capofamiglia un po' padre padrone, ci sono i colonizzatori francesi, c'è un ragazzino che cerca la sua strada, una famiglia allargata e un villaggio che è il mondo.
cercatelo e buona lettura, non ve ne pentirete - franz
…Tu hai pubblicato un libro che si
intitola: Tagliato per l'esilio, ce ne puoi brevemente parlare?
È una
raccolta di racconti. I primi li ho scritti in Cabilia, nella mia lingua madre
poi li ho tradotti in italiano. Altri, invece, li ho scritti direttamente in
italiano. Il filo conduttore dei racconti e della riflessione iniziale sulla
mia vita, che dà il titolo alla raccolta, è il tema dell'esilio, della ghorba,
come si dice da noi. Ma è una ghorba intesa come non sentirsi
nel posto giusto, cosa che avviene anche stando nella propria casa, nella terra
dei propri avi. La riflessione comincia con queste parole: "Sono nato in
esilio sulla terra dei miei avi (...)".
Come vivi tu
la condizione di ghorba?
Lo stato di
esilio, la nostalgia che si sente quando si vive lontani dalla propria terra,
ci è imposto culturalmente e socialmente. Se abiti lontano da casa, allora
tutti pensano, vogliono che tu abbia nostalgia. E va a finire spesso che la
senti davvero quelli nostalgia. Invece l'esilio vero, quello spontaneo, quello
non indotto da pressioni culturali o sociali, l'esilio autentico, uno lo può
sentire anche stando nella propria casa tra i propri cari. È esule sempre chi è
povero e senza risorse, è esule sempre chi non ha famiglia, gruppo di
riferimento, clan, amici. È esule chi è nato diverso, chi sceglie di
diventare diverso. Ma soprattutto è esule sempre e ovunque chi sceglie di
pensare e di vivere liberamente e di non sottomettersi mai: lo zingaro di nascita,
o per scelta. Il libro è dedicato a mio nonno, un uomo libero nella testa. Mio
nonno mi ha insegnato a pensare con la mia testa e a non conformarmi... mai! Mi
ha insegnato anche a dire quello che penso. È a lui che devo questa pesante
eredità: quella di essere esule ovunque. Ma esule per scelta…
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