Quest'anno
la scuola sta iniziando nel caos.
Non
dimentichiamo le storture introdotte dalla legge 107/2015, ma le sue
applicazioni sono state addirittura peggiori: incongruenti, talvolta
addirittura paradossali e spesso viziate da procedure non trasparenti e
illegittime, in contrasto con le stesse norme della legge.
La legge
107 ha previsto un piano annuale di reclutamento che ha costretto i docenti
precari ad accettare di trasferirsi in qualsiasi provincia italiana;
l'applicazione ha destinato i docenti nelle varie provincie senza una
graduatoria pubblica: a oltre un anno di distanza, i criteri non sono ancora
stati comunicati; la legge 107 ha previsto l'organico di potenziamento per
migliorare la didattica nelle scuole, che sono state chiamate a indicare quali
insegnamenti dovevano essere "potenziati": ma gli uffici scolastici,
su indicazione ministeriale, hanno creato posti ad hoc per dare una
sistemazione ai docenti neo immessi in ruolo e non per rispondere alle
richieste delle scuole, i quali sono stati assunti non sulla base
dell'anzianità di servizio (come aveva chiesto la corte europea di giustizia) ma
sulla base della posizione in una graduatoria, anche se alcuni non avevano mai
insegnato, sulla base del nuovo obiettivo ministeriale: "svuotare le
graduatorie"; e così sono stati immessi in ruolo migliaia di
insegnati di discipline giuridiche quando, per via della riduzione oraria
introdotta dal riordino Gelmini, c'erano già migliaia di docenti in esubero,
senza titolarità e utilizzati in modo non sistematico; nessuna sistemazione se
non nominale è stata prevista per questi docenti, quando le scuole italiane
avrebbero bisogno di insegnare diritto, di attivare sistematicamente le
attività alternative alla religione cattolica (attività che secondo le
indicazioni ministeriali possono essere attribuite a filosofia o a diritto);
organici
di potenziamento definiti in fretta a giugno con criteri poco chiari ma
certamente del tutto difformi dalle norme della legge 107;
errori
nei trasferimenti, avvenuti con procedure affidate ad un algoritmo i cui
segreti giacciono nelle stanze degli ingegneri della ditta appaltatrice del
sistema informatico del ministero e nella testa di qualche dirigente
ministeriale per cui docenti con minor punteggio hanno ottenuto misteriosamente
una sistemazione più vicina di docenti con un punteggio maggiore; richieste di
conciliazione a cui gli impiegati e i funzionati non possono saper rispondere
perché le operazioni non sono state effettuate da loro e i criteri del sistema
non sono stati loro comunicati; a questo segue che le richieste di
conciliazione non sono state accolte o rigettate senza fornire ragioni se non
standard e del tutto generiche (non si può accogliere la richiesta perché
infondata); errori nell'assegnazione delle sedi ai docenti neo immessi in
ruolo; concorsi a cattedra che hanno fatto strage di colleghi esperti e senza capire
il perché; graduatorie a dire dei colleghi interessati, dense di errori non
rettificati; immissioni in ruolo fatte 24 ore dalla pubblicazione delle
graduatorie (che dunque non potevano che essere provvisorie e sono state
assunte come definitive)
dirigenti
che hanno emesso il bando per la individuazione dei docenti e la chiamata
diretta dando meno di 24 ore per rispondere, come se un docente dovesse
trascorrere l'intera giornata a verificare nei siti di tutte le scuole di un
ambito territoriale le novità; ciò che apre la porta a ulteriori contenziosi;
il
ritardo nelle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie lascia molte classi
scoperte o destinate al cambio di docenti; e per di più costringe molte nostre
colleghe a restare fuori in attesa, e sostenere spese che vanno ben oltre lo
stipendio che percepiranno. E senza dimenticare coloro che aspettano una
convocazione per supplenza. Ci sono scuole di 'periferia' ancora con la metà
dei docenti; e tutte con la metà dei docenti di sostegno. E nel frattempo gli
uffici devono lavorare per rimediare agli errori continui generati da un
sistema aberrante e gestito molto male. Al disastro che colpisce i
lavoratori, si deve aggiungere il disagio di molte scuole, come il liceo
artistico di Cagliari che inizia l'anno scolastico su tre turni e senza sede; e
ancora le piccole scuole, in lotta, su tutto il territorio sardo colpite
inesorabilmente dal dimensionanti scolastico; ma anche gli alunni disabili che
ancora non iniziano la scuola perché privi di insegnante. Nessun rispetto né
per i diritti dei lavoratori né degli studenti.
Non
parliamo dei dipendenti degli uffici scolastici periferici che stanno lavorando
10 ore al giorno oltre ogni limite sindacale per riuscire a svolgere le
operazioni necessarie e rimettere a posto i continui errori del sistema. Senza
poter lavorare bene a nessuna di queste operazioni, proprio per l'interferenza
reciproca dei diversi lavori. E che devono recepire le lamentele e i reclami e
i ricorsi dei docenti per operazioni su cui non hanno alcuna responsabilità e
spesso nessuna cognizione di causa, per difetto dei quadri ministeriali.
Insomma
un quadro infelice. Ci chiediamo se non sia il caso che il Ministro Giannini e
con lei i dirigenti ministeriali da lei prescelti, possano avere il buon gusto
di dare le dimissioni.
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