La Libertà Non Sta Nello Scegliere Tra Bianco E Nero, Ma Nel Sottrarsi A Questa Scelta Prescritta. (Theodor W.Adorno)
venerdì 9 settembre 2016
GRAZIE HABIBUL, FRATELLO MUSULMANO – Il terremoto per imparare ad essere popolo – Don Nandino
Solo ora capisco e mi interrogo, incrociando il mio fratello Imam della Cita
qui in quartiere: “Don Nandino, ti avevo cercato perché volevamo pregare
insieme per le vittime del terremoto.”
Ma che fatica a capirlo! Anche stavolta è stato un fratello
musulmano a ricordarmi che siamo parte della stessa famiglia perché abitiamo da
cittadini la stessa Italia e lo stesso quartiere. Quante volte continuo a
ragionare come se voi foste sempre e comunque “altro” da me, “stranieri”
rispetto alla “mia” terra, “ospiti” anche se siete qui da una vita. D’altra
parte arriviamo perfino all’assurdo di non riconoscere come italiani perfino i ragazzi
che sono nati qui e quindi sono esattamente italiani come lo sono io.
E’ terribile pensare che mi ci voleva un terremoto per
capirlo. Ma quando stamattina, carissimo fratello Habibul, con la più grande
naturalezza mi hai confidato il desiderio dei fratelli musulmani di “pregare
insieme” per i terremotati, davi per scontato che io non ragionassi come se le
vittime del terremoto fossero “dei nostri”, cioè italiani. Voi che da decenni
vivete in Italia, dovrebbe esser logico che vi sentite italiani.
Che lezione straordinaria, mi hai dato, fratello Habibul!
Non ci avevo pensato quando tanti musulmani sono venuti a luglio a Messa, nella
nostra chiesa, per pregare contro il terrorismo, ma ci ho pensato quando il
veleno razzista è stato iniettato nei social, pochi minuti dopo le prime scosse:
Non basterà allora constatare che venendo giù un pezzo
d’Italia la falce implacabile del terremoto ha mietuto le sue vittime senza
chiedere il passaporto o il permesso di soggiorno. Non sarà sufficiente leggere
nei giornali che tanti richiedenti asilo sono stati tra i volontari della prima
ora a scavare e soccorrere. Adesso che gli sfollati siamo noi, tutti noi, cioè
con «noi» anche «loro», adesso è il tempo di sconfiggere il razzismo con la
reciproca cura, ad Amatrice come a Marghera, a Parigi come in medioriente.
Dio misericordioso, che noi cristiani nel vangelo di questa
domenica ti riconosciamo come un padre sempre e solo buono e che i miei
fratelli della moschea del quartiere invocano come il padre di tutti i
credenti, o Dio padre di tutti abbi pietà di noi e convertici insieme alla
gioiosa appartenenza all’unica famiglia umana.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento