Risolve Un’equazione Matematica Discussa Da 20 Anni E
L’Università Di Palermo Gli Toglie Il Corso
Alle fine, lo scorso 10 agosto, l’Università di Palermo gli ha concesso
l’onore di un comunicato stampa. “Il lavoro scientifico accettato per la pubblicazione
dal Proceedings of the American Mathematical Society, tra le
riviste più prestigiose se non la più prestigiosa al mondo per i matematici”,
ha scritto l’ateneo a proposito della produzione di un ricercatore interno, “dà
la soluzione a un problema aperto circa 20 anni fa, a seguito di una branca
della teoria dell’Analisi matematica sviluppatasi a partire dagli Anni ‘60”.
Quel lavoro lo aveva realizzato, insieme a due colleghi delle Università di
Mosca e Chicago, Francesco Tulone, 49 anni, un curriculum tutto
interno all’ateneo della sua città che è passato attraverso il consolidamento
di tre anni di co-dottorato alla Lomonosov di Mosca, quindi raffinamenti del
sapere ad Austin, Texas, dal futuro vincitore del cosiddetto Premio Nobel per
la Matematica Alessio Figalli. Tulone, soprattutto, si è cimentato
in un’attività di insegnamento dal 2005, quando vinse il concorso da
ricercatore a tempo indeterminato (il secondo a cui partecipava). Ha tenuto
lezioni di Matematica nel suo dipartimento, sostanzialmente, ma è stato
chiamato per sostituzioni a Ingegneria, Fisica, Biologia.
Lo scorso maggio la proposta del Consiglio d’ateneo di riaffidargli il
modulo di Analisi matematica 2 del corso di laurea più generale è stata
inizialmente accettata, ma rapidamente, con una seconda votazione segreta e
senza motivazione scritta, l’insegnamento gli è stato tolto per essere
assegnato – “caso più unico che raro”, sostiene – a una professoressa ordinaria
neoassunta, già incaricata di altri corsi.
Concorsi truccati, massoni e molestie: “Questa è la Malauniversità che ho conosciuto” - Corrado Zunino
Tulone ha sempre definito quell’atto “un dispetto accademico” e colpisce
che dal prossimo anno, con la prospettiva del riconoscimento internazionale, un
ateneo si privi delle lezioni di uno studioso ospitato per la sua intuizione
dalla rivista Proceedings of the American Mathematical Society. Dice
il ricercatore: “Amo insegnare, la considero la mia seconda
attitudine dopo la ricerca. L’unica spiegazione che ho ottenuto dal decano del
dipartimento dell’Università di Palermo è quella che non si poteva non mettere
ai voti un’altra disponibilità consigliandomi di ritirare la mia per Analisi
matematica 2 per evitare imbarazzi. In verità, la professoressa prescelta mi ha
confessato che è stato il dipartimento stesso a spingerla a una candidatura
antagonista alla mia”.
Su un piano strettamente legale, la scelta è inoppugnabile, come ha
spiegato a Tulone il rettore uscente Fabrizio
Micari, ma privarsi di un cervello che aveva risolto un enigma ventennale –
una questione di derivate, antiderivate e integrali delle equazioni aperta nel
1961 dai matematici Calderon e Zygmund e che
nel 2004, diciassette anni fa, si era incagliata – pare una scelta miope.
“La sola spiegazione che posso avanzare è che, da quando nel mio
dipartimento esplose lo scandalo dei due
concorsi di Matematica vinti dai figli degli ordinari interni, il lontano
2005, ho portato avanti la mia attività didattica e di ricerca in solitudine
esprimendo, in tutte le occasioni che ho avuto, dubbi sulla gestione dei bandi,
sulla reiterazione delle stesse figure nelle commissioni giudicanti. Credo che
questa opposizione solitaria sia il mio unico torto e temo che il mio
allontanamento dall’insegnamento sia un’indicazione chiara per gli studenti:
all’interno dell’università è meglio che restiate allineati alle indicazioni di
chi guida i dipartimenti”.
Nessun commento:
Posta un commento