L’influenza era quasi scomparsa in India dall’inizio
del 2020. E’ impossibile sapere, nell’attuale periodo di menzogna medica
totale, se questo sia stato dovuto alla “covidazzione” truffaldina delle
diagnosi o a un fenomeno di ” dormienza” di un virus in presenza di un altro
nella sua fase espansiva, cosa che è stata osservata in qualche caso. Oppure a
un insieme delle due cose. Ma ci sono segnali crescenti che il dominio del
covid sta volgendo al termine: in India: l’influenza A con il sottotipo H3N2 è
attualmente la malattia respiratoria dominante.
A giugno ci sono state segnalazioni del risveglio
di virus classici in vari paesi; rapporti da Israele e dai Paesi Bassi
hanno riportato ondate di infezioni fuori stagione che – a differenza di Covid
– hanno colpito principalmente i bambini, ma l’argomento è stato ben presto
“sommerso” per il potenziale eversivo nei confronti della narrazione pandemica.
Ma ora l‘Indian Express riferisce di un’epidemia di influenza a Delhi. Il
territorio della Capitale con 31 milioni di abitanti ha registrato un
tasso di positività della corona dello 0,1% da luglio. Tuttavia, i medici
segnalano un numero crescente di pazienti con sintomi di malattie
respiratorie. “Abbiamo notato che nelle ultime settimane molte persone sono
venute da noi con la febbre alta, alcuni sintomi respiratori come mal di gola e
alcuni sintomi nasali. Questi sintomi sono indistinguibili dal Covid e li
abbiamo testati per SARS-CoV2, ma i test RT-PCR hanno dato risultati negativi.
A seguito dei risultati negativi, ne abbiamo testati alcuni per l’influenza e
abbiamo scoperto che erano risultati positivi per i sottotipi di influenza A e
H3N2. Ciò include sia i pazienti ambulatoriali che alcuni che sono stati
ricoverati in ospedale “, ha affermato il dott. Karan Madan, Professore
Associato nel Dipartimento di Pneumologia presso l’All India Institute of
Medical Sciences (AIIMS)..
Va detto che in India, l’aumento dell’influenza è
comune in questo periodo dell’anno e numeri dell’epidemia non sono fuori
dall’ordinario. Il problema, tuttavia, è che siccome i sintomi delle due malattie
sono pressoché identici ( se qualcuno parla di sintomi specifici mente, sapendo
di mentire) la gente va nel panico che si tratti di Covid o di influenza. Così
sono stati aumentati i test per l’influenza che non sono di routine e di
solito vengono eseguiti solo in pazienti immunocompromessi o con malattie
gravi. Anche se possiamo immaginare che in occidente non siano più stati fatti
da ormai 18 mesi. Con la scoperta che ormai il covid è del tutto marginale.
Anzi già da qualche settimana è stato accertato che nonostante la bassa
incidenza delle vaccinazioni, il 68 per cento della popolazione indiana ha
anticorpi naturali contro il Sars Cov 2 il che di fatto costituisce l’immunità
di gregge. Su questa base e su quella dei decessi è stata calcolata una mortalità
per infezione da covid dello 0, 0045% ovvero molto inferiore a quella
dell’influenza che si aggira sullo 0,04. Questo risultato è’ forse
dovuto al fatto che nella maggioranza degli stati il covid lo si è potuto
curare a differenza di altri paesi dove si è vergognosamente impedito di farlo?
Ma semmai qualcuno nutra dubbi sui questi numeri sappia che l’India è un
Paese tecnologicamente più sviluppato dell’Italia, è
il più grande produttore mondiale di vaccini e farmaci, ha la maggior
parte degli sviluppatori di software e gran parte del software che usiamo ogni
giorno è stato scritto in India. Certo i professoroni nostrani dei mei
stivali grandi esperti di parcelle in nero e di chiacchiere nonché fini
dicitori di statistiche fasulle avrebbero molto da imparare dai loro
colleghi indiani. Magari anche l’onestà oltre che la matematica.
Ad ogni modo è abbastanza chiaro che l’Asia si va sganciando dalla
narrazione covidica che rimarrà alla fine confinata nel solo occidente con le
terze. le quarte. le quinte dosi, i suoi passaporti vaccinali, le sue
discriminazioni inammissibili e il suo fascismo sanitario che anticipa e
promuove il nuovo medioevo dei ricchi. Insomma è ormai la parte malata del
pianeta.
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