quanto clamore mediatico sul ventennale delle stragi dell’11 settembre per nascondere l’essenziale.
quegli attentati sono stati organizzati dai servizi
segreti sauditi, la cosa è l’ipotesi più ragionevole, secondo me, che spiega
bene l’avvenuto, ma l’accertamento delle responsabilità dell’Arabia Saudita in
quanto stato, che alcuni familiari delle vittime volevano proporre davanti a
tribunali americani in sede di cause per il risarcimento civile, venne bloccato
da un veto di Obama alla legge approvata ad ampia maggioranza dal Congresso per
renderlo possibile.
e allora di che commemorazioni stiamo parlando, se dai
massimi vertici della democrazia americana è venuto un veto ad accertare la
verità?
ovviamente per gli esecutori si è pensato bene di
costruire, durante la preparazione delle stragi, qualche apparente legame loro
con Al Qaeda, giusto per sviare le indagini e trovare subito il capro
espiatorio, Bin Laden, che del resto era saudita.
lo scopo dei sauditi era di spingere gli USA ad
abbattere Saddam Hussein, e ci riuscirono egregiamente, con la storia fasulla
delle armi di distruzione di massa, impantanando gli USA prima in Iraq e poi
anche in Afghanistan.
ma, per nascondere meglio il ruolo saudita, fu anche
inventata la falsa pista complottista degli americani che si sarebbero fatti
l’attentato da soli; qualche allocco che la beve e anzi ci si affeziona, si trova
sempre.
. . .
nella confusione universale inestricabile dei dati,
che può essere affrontata solo con qualche taglio netto, del tipo dimostrato
sopra, la storia si terrà alla versione dei vincitori; ma i talebani oggi
dicono che Bin Laden non c’entra con l’11 settembre e la verità la sanno.
ne sa qualcosa anche D’Alema, ma non dice tutto: i
sauditi sono nostri alleati, il principe ereditario attuale ha personalmente
fatto strangolare nel consolato di Istanbul un giornalista in esilio che gli
faceva informazione non gradita, ma è intoccabile.
e del resto l’industria americana delle armi e il
Pentagono gradivano questa versione, che oramai è quella ufficiale e a
presentarne un’altra passi per visionario.
per vendicarsi di Al Qaeda masse enormi di denaro sono
circolate, per la gioia congiunta dei proprietari e degli operai, che assieme
hanno prodotto armi per centinaia di milioni di dollari, che oggi sono state
abbandonate, assieme ad aerei e altro, nelle mani della resistenza afgana, che
si trova ora ad essere una cospicua potenza militare nel mondo (se solo
sapessero farle funzionare…).
e meglio così: infatti adesso si reclama l’urgente
sostituzione, con prosecuzione della spesa e dell’indebitamento americano, quel
che occorre.
. . .
lo sfacelo della fuga americana di fine mese scorso
dall’Afghanistan indica le responsabilità di Obama, che fece liquidare Bin
Laden, senza neppure provare a prenderlo vivo: metti mai che si fosse messo a
cantare.
e proprio Obama fece l’errore politico, o
semplicemente la scelta politica fondamentale: quella di non ritirarsi, dopo
avere raggiunto lo scopo dichiarato della missione, la distruzione del vertice
di Al Qaeda; ma di continuare la guerra per portare la democrazia.
Obama sbagliò lì e sbagliò nel lanciare
dall’Università del Cairo le primavere arabe per esportare la democrazia nei
paesi dove l’islam la rifiuta in nome della fede che chi ha il
potere lo riceve da Dio.
la responsabilità storica più tremenda della disfatta
americana che ne è seguita fu sua.
non pretendo che questa sia la verità assoluta, ma una
interpretazione ragionevole dei fatti, che merita di essere discussa, questo
sì-
ma le commemorazioni in corso si guardano bene da ogni
approfondimento critico: e allora di che commemorazione vogliamo parlare? nel
com-MEMOR-are non è implicito il riflettere e l’interpretare?
o vogliamo fermarci soltanto alle emozioni viscerali?
. . .
ma tu dov’eri quell’11 settembre?
certo che me lo ricordo, ma non ve lo racconto, che
cavolo importa?
la verità è sepolta, la storia è una cantatrice
puttana al servizio dei potenti e le storie che funzionano meglio e non si
possono più correggere sono le più false.
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