Uccidete Mimmo Lucano e l’accoglienza - Gianluca Cicinelli
Condannato a oltre 13 anni di galera, il doppio di quanto chiesto dall’accusa, non li danno quasi più neanche per omicidio. Mimmo Lucano è stato condannato dal tribunale di Locri per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, truffa, peculato e abuso d’ufficio. Si dice sempre che le sentenze vanno rispettate ma si possono e si devono commentare. E l’unico commento possibile è che in questo Paese, nella china di degrado sociale che ha preso, la magistratura si è sostituita alla politica per uccidere le politiche di accoglienza ai migranti.
Certo, si dovranno leggere le
motivazioni, ma nel corso del dibattimento è emersa con chiarezza intanto l’assoluta
onestà personale di Mimmo Lucano, il cui conto in banca non è cresciuto nemmeno
di un euro nel periodo in cui da sindaco di Riace ha portato avanti l’utopia,
perchè dopo questa sentenza diventa un’utopia, di creare una rete non soltanto
formale di vita sociale e produttiva per chi scappando da fame e guerre è
approdato nel nostro Paese. Come ha spiegato il difensore di Lucano, l’avvocato
Pisapia, “Un sindaco non può non preoccuparsi anche del bene della sua comunità
nel momento in cui accoglie. Per questo, coniugare accoglienza e sviluppo
locale ha significato lavorare per la pace del suo paese, dove in effetti i
nuovi arrivati sono stati non ospiti, ma parte integrante del riscatto del
paese intero”. L’accoglienza di rifugiati e migranti ha rappresentato
un’emergenza improvvisa e le condizioni di emergenza rendono spesso
inapplicabili le norme. Ma nell’indeterminatezza propria della legislazione
sull’accoglienza, il Comune di Riace è stato anche investito di compiti e
responsabilità che spettavano all’autorità centrale, che ha avuto paura di
prendere decisioni a carattere umanitario, preferendo giocare sulla pelle dei
migranti una partita elettorale cinica e omicida. L’accusa ha puntato il dito
sulle misure di welfare locale in cui sono state investite le “economie”
distratte dai fondi pubblici destinati ad accoglienza e integrazione,
nell’intento, sostiene l’accusa, di condizionare il voto a sostegno di Lucano.
Ma non può esserci distrazione senza appropriazione a proprio profitto e non
c’è prova dell’appropriazione; né regge l’ipotesi che la distrazione di fondi
mirasse all’arricchimento patrimoniale dell’associazione Città Futura. L’assurdità
di questa sentenza, la sua incongruità anche rispetto ai reati contestati,
lascia ben sperare nel ricorso in appello. Per il momento però non soltanto la
più grande delle ingiustizie è stata compiuta, ma è stato lanciato un
avvertimento trasversale a chiunque si occupi di immigrazione con spirito
d’umanità e accoglienza, nel caos e nelle contraddizioni delle norme esistenti.
Il messaggio è chiaro: gli immigrati sono soltanto carne da macello per uno
scontro politico da cui devono restare fuori gli uomini e le donne che come
Mimmo Lucano hanno dedicato persino il loro corpo e tutte le ore della giornata
ad aiutarli. Mai, mai, mai come in questo caso dobbiamo dire che ribellarsi è
giusto. Se questa è la legge bisogna lottare contro la legge. Lo dobbiamo a
Mimmo Lucano, a Riace, alle migliaia di persone che scappano dalla morte nei
loro Paesi.
scrive Mediterranea Saving Humans
Il tribunale di Locri ha condannato #MimmoLucano a 13 anni di galera.
Tutti sanno che questo era ed è un processo politico. E
che Mimmo è un ostaggio politico nelle mani di una cricca composta da un pugno
di magistrati, giornalisti, carabinieri e agenti dei servizi. Ma loro sono gli
esecutori di questo che si configura come il più grave attacco repressivo nei
confronti della cultura e della pratica della solidarietà nel nostro paese. I
mandanti siedono in parlamento. Sono coloro che hanno ideato il "sistema
Libia", che ha al suo attivo migliaia di vittime innocenti in mare e in terra.
Costoro si dicono "democratici".
Hanno dato il via a questo delirio aberrante sul piano
giuridico e sociale per distruggere una delle poche esperienze concrete di
municipalismo solidale, che dimostrava con i fatti che accogliere, convivere,
crescere insieme è non solo possibile in questo mondo dell'esclusione e
dell'indifferenza, ma anche assolutamente doveroso se non vogliamo ritrovarci
nel disastro tutti quanti.
Mimmo Lucano ha fatto il sindaco delle persone, non degli
apparati. Ha avuto il coraggio di mettere al centro la dignità umana e non gli
interessi. L'hanno coperto di menzogne, incarcerato, e ora lo vogliono in
galera per questo. Si dice che la legge è uguale per tutti, ma non è vero. Chi
è povero o migrante deve subire ogni violenza, e chi lo aiuta è considerato un
criminale. Quale sarebbe la legittimità di questo tribunale? Quella che deriva
dall'essere al servizio di un sistema che finanzia torturatori e assassini?
A volte nel corso della Storia, bisogna riconoscere come
non sia più possibile accettare ed obbedire. A volte bisogna rispondere alle
ingiustizie organizzando e difendendo con ogni mezzo necessario il mondo
diverso che in tanti sogniamo e di cui tutti avrebbero bisogno.
Siamo al fianco di Mimmo Lucano, ci stringiamo a lui, e a
tutti e tutte coloro che pagano caro per aver scelto di stare dalla parte degli
ultimi. Ma non basta. Siamo a disposizione, ognuno di noi in carne e ossa e noi
collettivamente come Mediterranea, per proteggere un fratello sotto attacco e
ciò che rappresenta.
Non accettiamo e non obbediremo.
Nessun commento:
Posta un commento