lunedì 13 settembre 2021

Amra, che partorisce in carcere, da sola – bortocal

 

si può partorire in carcere, da sola, alla scadenza naturale, senza assistenza, di notte?

non è difficile in Italia, basta chiamarsi Amra.

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lei ha 22 anni, è italiana di origine bosniaca – qualunque cosa questo voglia dire, ma suppongo che sia una perifrasi giornalistica per non dire zingara, che proprio non sta bene, è offensivo; infatti la sua residenza conosciuta è il campo rom di Castel Romano, nella zona di Pomezia, attorno a Roma.

a fine luglio viene arrestata per furto, assieme ad un’amica: incinta lei al settimo mese, incinta anche l’amica al terzo. 

siccome sono zingare, e dunque sicuramente ladre recidive – inutile protestare, non ho nessuna voglia di scrivere un post politically correct -, non per altro motivo, alle due vengono negati i domiciliari, quelli che sono garantiti a qualunque criminale di alto ceto, sempre per definizione.

la proprietà individuale è sacra, in questo paese; quella collettiva no; abbiamo un Formigoni che se la spassa i domiciliari e può perfino fare propaganda politica tra i suoi pari che ancora lo venerano, dopo essere stato condannato in via definitiva per un danno erariale di 60 milioni di euro, di cui ne ha intascati personalmente 5; ha fatto 5 mesi di carcere effettivo, uno per ogni milione di euro, e poi è passato ai domiciliari.

 

le due ladruncole invece hanno rubato infinitamente di meno e quindi eccole sbattute in carcere.

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e poi dicono che la giustizia non è di classe, perché le classi sociali non esistono più, e io certamente sto facendo della patetica propaganda eversiva.

ma chi me la fa fare ad indignarmi ancora, come non ne avessi già viste abbastanza…

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ma si può tenere fisicamente in carcere una donna che può partorire da un momento all’altro? i domiciliari per lei non sono adatti? ma certo, e dove li fa i domiciliari? al campo rom?

starebbe meglio in carcere, Rebibbia è un carcere “ben gestito” con “operatori che danno l’anima”; c’è anche una “sezione nido” con le culle – figuratevi che lusso – e un reparto Icam (Istituto a Custodia Attenuata per Madri) per detenute con bambini fino a 3 anni.

già perché anche i bambini che nascono in carcere o hanno la mamma in carcere, fino ai 3 anni, diventano carcerati; poi al terzo compleanno no, se ne vanno e la mamma resta.

e tutto in epoca covid, per giunta…

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in caso di condanne definitive il codice penale impone di rinviare la pena per donne incinte o madri di minori di un anno, e le misure alternative al carcere ci sono: dalle case famiglia alla detenzione domiciliare speciale. 

ma qui la condanna definitiva manca: le due amiche sono semplicemente in attesa di giudizio, cioè in una condizione molto meno grave.

e quindi è per questo che invece sono dentro? ma capita quasi totalmente a rom, immigrate o donne con disagi psichici. 

del resto dargli i domiciliari sarebbe come lasciarli liberi, dice un giudice; e vuoi dirmi che non ha ragione? dai, sta perfino meglio dietro le sbarre; peccato che il ragionamento non valga per quegli altri…

se qualcuno si desse pena almeno di ricordarsi che deve partorire.

no, nessuno ci ha fatto caso, e così Amra ha partorito in una cella ordinaria, alla scadenza naturale del termine, di notte, senza assistenza ostetrica né medica né infermieristica, aiutata solo dalla compagna di cella a sua volta al quinto mese di gravidanza.

qualcuno aiuterà questa, quando verrà il suo turno?

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e le femministe del me too, dove sono?

pensano di doversi occupare di questo caso o sono troppo impegnate a protestare contro le prese elettriche maschio e femmina, che non sia mai alludano al potere degli uomini?

e poi con una zingara non vogliono certo sporcarsi le mani…

https://corpus2020.wordpress.com/2021/09/11/amra-che-partorisce-in-carcere-da-sola-430/

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