si può partorire in carcere, da sola, alla scadenza
naturale, senza assistenza, di notte?
non è difficile in Italia, basta chiamarsi Amra.
. . .
lei ha 22 anni, è italiana di origine bosniaca –
qualunque cosa questo voglia dire, ma suppongo che sia una perifrasi
giornalistica per non dire zingara, che proprio non sta bene, è
offensivo; infatti la sua residenza conosciuta è il campo rom di Castel Romano,
nella zona di Pomezia, attorno a Roma.
a fine luglio viene arrestata per furto, assieme ad
un’amica: incinta lei al settimo mese, incinta anche l’amica al terzo.
siccome sono zingare, e dunque sicuramente ladre
recidive – inutile protestare, non ho nessuna voglia di scrivere un post
politically correct -, non per altro motivo, alle due vengono negati i
domiciliari, quelli che sono garantiti a qualunque criminale di alto ceto,
sempre per definizione.
la proprietà individuale è sacra, in questo paese;
quella collettiva no; abbiamo un Formigoni che se la spassa i domiciliari e può
perfino fare propaganda politica tra i suoi pari che ancora lo venerano, dopo
essere stato condannato in via definitiva per un danno erariale di 60 milioni
di euro, di cui ne ha intascati personalmente 5; ha fatto 5 mesi di carcere
effettivo, uno per ogni milione di euro, e poi è passato ai domiciliari.
le due ladruncole invece hanno rubato infinitamente di
meno e quindi eccole sbattute in carcere.
Annunci
e poi dicono che la giustizia non è di classe, perché
le classi sociali non esistono più, e io certamente sto facendo della patetica
propaganda eversiva.
ma chi me la fa fare ad indignarmi ancora, come non ne
avessi già viste abbastanza…
. . .
ma si può tenere fisicamente in carcere una donna che
può partorire da un momento all’altro? i domiciliari per lei non sono adatti?
ma certo, e dove li fa i domiciliari? al campo rom?
starebbe meglio in carcere, Rebibbia è un
carcere “ben gestito” con “operatori che danno
l’anima”; c’è anche una “sezione nido” con le culle –
figuratevi che lusso – e un reparto Icam (Istituto a Custodia Attenuata
per Madri) per detenute con bambini fino a 3 anni.
già perché anche i bambini che nascono in carcere o
hanno la mamma in carcere, fino ai 3 anni, diventano carcerati; poi al terzo
compleanno no, se ne vanno e la mamma resta.
e tutto in epoca covid, per giunta…
. . .
in caso di condanne definitive il codice penale impone
di rinviare la pena per donne incinte o madri di minori di un anno, e le misure
alternative al carcere ci sono: dalle case famiglia alla detenzione domiciliare
speciale.
ma qui la condanna definitiva manca: le due amiche
sono semplicemente in attesa di giudizio, cioè in una condizione molto meno grave.
e quindi è per questo che invece sono dentro? ma
capita quasi totalmente a rom, immigrate o donne con disagi psichici.
del resto dargli i domiciliari sarebbe come
lasciarli liberi, dice un giudice; e vuoi dirmi che non ha ragione? dai,
sta perfino meglio dietro le sbarre; peccato che il ragionamento non valga per
quegli altri…
se qualcuno si desse pena almeno di ricordarsi che
deve partorire.
no, nessuno ci ha fatto caso, e così Amra ha partorito
in una cella ordinaria, alla scadenza naturale del termine, di notte, senza
assistenza ostetrica né medica né infermieristica, aiutata solo dalla compagna
di cella a sua volta al quinto mese di gravidanza.
qualcuno
aiuterà questa, quando verrà il suo turno?
. . .
e le femministe
del me too, dove sono?
pensano di doversi occupare di questo caso o sono
troppo impegnate a protestare contro le prese elettriche maschio e
femmina, che non sia mai alludano al potere degli uomini?
e poi con una zingara non vogliono certo sporcarsi le
mani…
https://corpus2020.wordpress.com/2021/09/11/amra-che-partorisce-in-carcere-da-sola-430/
Nessun commento:
Posta un commento