Resistere si può, eccome. Basta essere uniti e decisi come dimostra la
vicenda dei 644 mila lavoratori delle poste federali che verranno esentati
dall’obbligo di vaccinazione ordinato da Biden o sarebbe meglio dire da chi
tira i fili di un presidente immerso in un lungo continuo pisolino e la cui
credibilità crolla ogni giorno. Infatti fin da quando si è cominciato a parlare
di vaccinazioni obbligatorie per i dipendenti federali l’American Postal
Workers Union, uno dei sindacati politicamente più potenti del Paese, anzi uno
degli ultimi che ha qualche voce in capitolo, soprattutto presso i democratici,
ha fatto capire che non ci sarebbe stato e che “non è compito del governo
federale imporre le vaccinazioni per i dipendenti che rappresentiamo”. Così la
categoria più numerosa di dipendenti federali è stata esclusa dal ricatto “no
jab, no job” lanciato dalla Casa Bianca. E la cosa è in un certo senso
clamorosa perché fra tutti i dipendenti pubblici, sono proprio quelli delle
poste ad interagire fisicamente e quotidianamente con una fascia enorme di
persone. Perciò se Biden fosse davvero preoccupato per i contagi avrebbe dovuto
imporre la vaccinazione per primi proprio agli impiegati delle poste. Il fatto
che non lo faccia suggerisce che ci siano altre cose in gioco oltre a “la
scienza”.
Ma chi non è obnubilato queste cose le vede benissimo, anzi vede che la
scienza non c’entra un fico secco con le smercio di vaccini che oltre ad essere
praticamente inutili sono anche pericolosi: al 30 agosto 2021 hanno
causato tra Ue, Gran Bretagna e Sati Uniti 38.488 segnalazioni
di decesso e 6,3 milioni di reazioni avverse, un terzo delle
quali gravi. E si tratta solo della punta di iceberg perché la segnalazione viene
spesso elusa dai medici. Ma è chiaro che il castello di carte potrebbe crollare
da un momenti all’altro perché i numeri cominciano ad essere troppo alti per
poter essere ignorati.
Tuttavia la vicenda dei postini americani ci ricorda che uno dei punti
chiavi dell’assalto neoliberista alla democrazia e avvenuto proprio facendo
terra bruciata di tutti corpi intermedi intermedi o di raccordo tra società e
politica di cui i sindacati erano tradizionalmente la parte più avanzata e più
incisiva. Tali strumenti intermedi esprimevano la rappresentatività reale del
corpo sociale e delle collettività di contro alla rappresentanza politica e e
generale degli organi istituzionali. Una volta venuta meno questa capacità
rappresentativo dal basso la politica ha cominciato a navigare dentro il nulla,
preda dei ricatti e finendo per divenire totalmente subalterna ai poteri
economici. Se ancora esistessero sindacati veri, associazioni reali e non
solamente fittizie (pensiamo ad esempio agli ordini professionali o alle
cosiddette associazioni dei consumatori) una mistificazione pandemica di queste
dimensioni non avrebbe mai potuto attecchire e avvelenare i pozzi della
democrazia diffondendo paure e numeri insensati. Manifestazioni, cortei,
proteste benché siano in qualche modo necessari a “mostrare” l’esistenza di una
ragione contraria non hanno il coordinamento e l’incisività che potrebbero
invece avere se fossero collegate a grandi contenitori di rappresentatività
sociale. E infatti laddove esiste ancora qualche brandello di questi
contenitori che poi erano lo scudo della democrazia, i diktat svoltano e vanno
da un’altra parte.
Ed è dunque proprio dalla ricostruzione di questi corpi intermedi della
società, comprati letteralmente a pacchetto dal sistema ormai da troppi anni,
che occorre ricominciare a riconquistare la società e la dignità
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