Poliziotti “aumentati”, droni e video-denuncia. Avremo così una nuova ondata di criminalizzazione dei poveri e dei marginali e un nuovo aumento dei carcerati
Premessa
Questo progetto di legge del ministro dell’interno
Darmanin prefigura un regime poliziesco iper-tecnologizzato -con grande
beneficio della lobby delle nuove tecnologie- ma anche la sua aspirazione a
candidarsi alle prossime presidenziali riunendo a sostegno di questo progetto
tutta la destra dell’attuale parlamento ossia il partito della sig.ra Le Pen e
la destra tradizionale ma anche una parte dell’area macronista. E’ certo che
questo orientamento delle pratiche delle polizie produrrà un aumento della
criminalizzazione dei poveri e dei marginali e quindi un forte aumento della
popolazione carceraria e così in tutti i paesi che seguiranno questo esempio. Non è da escludere che
qualche fascistello e segugio dello stuolo della sig.ra Meloni pensi di copiate
il ministro fascista del sicuritarismo in Francia. Prepariamo al peggio anche
se in italia “abbiamo dato già abbastanza sul terreno delle vittime dei soprusi
e delle brutalità delle polizie!
Martedì 11 ottobre 2022 il ministro dell’Interno
francese presenta al Senato, la sua legge di programmazione per i prossimi
cinque anni. Prevede un raddoppio delle forze di polizia sul campo, ma anche
una maggiore repressione di alcuni reati e una digitalizzazione delle attività
di polizia e della gendarmeria (i carabinieri francesi), nonché dei rapporti
con i cittadini. Questa la facciata.
Il disegno di legge di orientamento e programmazione
del ministero dell’Interno (Lopmi), che martedì inizia l’esame del Senato, non
è l’ennesimo testo di sicurezza. Stabilisce, per gli anni dal 2023 al 2027, le
principali linee di sviluppo delle forze di sicurezza, nonché i budget che
saranno loro assegnati. In totale si tratta di un aumento di 15
miliardi di euro nel bilancio del ministero che è programmato, con
l’obiettivo di riorientare il lavoro delle forze dell’ordine e dei gendarmi sul
campo e le indagini. Per fare ciò, il governo propone di liberarli da vincoli
dispendiosi in termini di tempo attraverso diversi mezzi: digitalizzazione e
automazione di alcuni compiti e “semplificazione” della procedura penale.
Questo per quanto riguarda la facciata.
Questi orientamenti principali sono spiegati in un
“rapporto allegato”, ricco di informazioni ed esempi dei risultati attesi.
Gérald Darmanin ha colto l’occasione per introdurre misure volte a punire più
severamente alcuni reati (ad esempio i rodei urbani) e a riorganizzare la
polizia e i servizi di emergenza in caso di crisi.
Mediapart si è immersa in questo groviglio di
disposizioni, sapendo che questa eterogeneità sarà forse accentuata da
parlamentari di destra e anche di estrema destra, che vedono in questa
un’opportunità per promuovere diverse misure di sicurezza. Già, in commissione
legge, il Lopmi si è visto accresciuto da emendamenti repressivi. Martedì,
davanti al Senato, Gérald Darmanin appare più indebolito dal conflitto che lo
oppone alla polizia su un’altra grande riforma in corso, quella della polizia
giudiziaria [molti di questi operatori di PG si sono ribellati a una riforma
che frustra l’indagine giudiziaria che rispetta le norme di legge].
Digitalizzazione a tutto spiano
“Questo testo è prima di tutto una legge di
trasformazione digitale, che coglie tutte le opportunità offerte dalle nuove
tecnologie”, avverte fin dalla sua introduzione il rapporto allegato. Annunciando
una “rivoluzione copernicana”, il Ministero dell’Interno vuole introdurre la
tecnologia digitale in quasi tutti gli aspetti delle sue attività, sia
nell’operato delle forze dell’ordine e della gendarmeria che nei rapporti con i
cittadini. “Quasi la metà dei mezzi della legge sono quindi dedicati alla
trasformazione digitale: approcci dematerializzati, strumento di lavoro mobile,
mezzi di indagine modernizzati, dispiegamento della rete radiofonica del
futuro”, ha precisato Gérald Darmanin durante la presentazione del testo in
Consiglio dei ministri, 7 settembre. La dematerializzazione dei rapporti con i
cittadini. Il disegno di legge prevede di consentire il deposito di denunce e
deposizioni in videoconferenza. Il testo iniziale faceva riferimento a un futuro
decreto che stabiliva le condizioni alle quali tali audizioni a distanza
sarebbero state autorizzate. Ma la Commissione delle Leggi del Senato ha voluto
specificarli nella legge. Queste udienze a distanza saranno possibili solo “in
caso di danni alle cose”. Nel rapporto allegato, il governo spiega di voler
porre la app “La mia sicurezza” al centro di questa dematerializzazione dei
rapporti con i cittadini. Lanciato all’inizio del 2022, consente di presentare
un pre-reclamo online o di segnalare un luogo di vendita di
stupefacenti *//una misura che palesemente aumenta e incita
l’attitudine denunciatoria//.
Infine, la app “La mia sicurezza” consentirà non solo
di sporgere denuncia online, ma anche di seguire “in tempo reale” i “momenti
chiave” del suo trattamento. Essa “permetterà inoltre di compiere atti di
denuncia o di interagire in chat con le forze dell’ordine o i gendarmi” nonché
“la diffusione di informazioni e segnalazioni”. Al di là della app “La mia
sicurezza”, il Ministero dell’Interno vuole fare dell’”identità digitale del
cittadino” un “hub per nuove prospettive” e lo “sviluppo dei servizi per
l’utenza”.
*[in altre parole prospetta il trionfo della comunione
fra attitudine denunciatoria e risposta da parte delle polizie: il sogno del
sicuritarismo che fonde così cittadinismo e regime poliziesco”, un sogno che
già avevamo segnalato alle sue prime espressioni alla fine degli anni ’90 in
Italia (vedi Polizia postmoderna]
Forze dell’ordine “aumentate”
Anche polizia e gendarmi vedranno digitalizzate le
loro condizioni di lavoro a tutti i livelli. Le apparecchiature informatiche
del ministero dovrebbero essere ammodernate e migliorate con software volti a
facilitare il lavoro degli agenti, come “software di trascrizione” che
“alleggeriranno il formalismo scritto della procedura penale”. Il rapporto
propone di spingere ulteriormente la digitalizzazione delle forze dell’ordine.
Il ministero dell’Interno promette così una “massiccia fornitura di laptop” e
di continuare lo schieramento della nuova generazione di tablet “Neo”
utilizzati da polizia e gendarmi sul campo. “Le principali acquisizioni a
venire”, indica il rapporto, riguarderanno le telecamere pedonali che saranno
generalizzate “e le dotazioni dal 2023 dei veicoli delle forze di sicurezza
interna con telecamere di bordo, nonché stazioni mobili (ad esempio per
denuncia domiciliare attualmente vissuta)”.
Per guidare questa rivoluzione digitale, sarà nominato
un vicesegretario generale presso il ministro dell’Interno e verrà creata
un’agenzia digitale delle forze di sicurezza per sviluppare nuovi strumenti. A
lei sarà in particolare responsabile pensare allo sviluppo, entro il 2030, di
polizie e gendarmi “potenziati” grazie ad un “esoscheletro” “interconnesso con
i mezzi digitali presenti e futuri”. Tra gli altri progetti previsti, il
rapporto cita “tessuti intelligenti in grado di resistere meglio e
termoregolare”, un “casco leggero” o anche “biosensori sullo stato
fisiologico”. Gli agenti non saranno gli unici a beneficiare degli sviluppi
tecnologici. Il rapporto promuove anche l’intelligenza artificiale per
analizzare i database o la videosorveglianza. Il Fondo Interministeriale per la
Prevenzione della Delinquenza (Fipd), che finanzia l’installazione della
videosorveglianza nei comuni, vedrà triplicare i suoi crediti. Il rapporto
prevede anche il lancio di “un programma di acquisizione di droni” “per
equipaggiare le forze di sicurezza e di soccorso”. “Questi materiali saranno
adattati alle diverse missioni che saranno chiamati a compiere ma saranno oggetto
di un acquisto quindi di mantenimento e addestramento dei piloti condivisi tra
le diverse forze del ministero – polizia, gendarmeria, vigili del fuoco”, ha
specifica. La Coppa del mondo di rugby del 2023 e le Olimpiadi del 2024
offriranno l’opportunità di un test su vasta scala di questi diversi
dispositivi. “Sono già stati stanziati venticinque milioni di euro nell’ambito
del piano di risanamento per finanziare gli esperimenti sulla sicurezza
tecnologica” durante questi due eventi, annuncia il rapporto.
*[In altre parole è anche il trionfo delle nuove
tecnologie e del suo business]
La lotta alla criminalità informatica.
Il Ministero dell’Interno intende inoltre rafforzare i
propri mezzi e competenze nella lotta ai reati commessi online o con mezzi digitali.
Per questo prevede la creazione di una “scuola di cyber-formazione” per la
formazione di polizia e gendarmi, nonché l’impiego di 1.500 “cyber patroller”
preposti al monitoraggio delle reti. Verrà creato un numero di emergenza “17
cyber” “in modo che ogni cittadino possa segnalare direttamente un attacco
informatico ed essere immediatamente messo in contatto con un operatore
specializzato”.
Gli inquirenti potranno ora, previa autorizzazione del
pubblico ministero o del gip, sequestrare a un sospettato “beni digitali”,
Bitcoin o altra valuta virtuale, come già avviene per i beni bancari.
Il testo attacca anche i “ransomware”, questi virus
utilizzati dagli hacker per crittografare i dati di una vittima e chiedere un
riscatto in cambio della loro decrittazione. Le aziende vittime di questo tipo
di attacco potrebbero tendere a non dichiararlo per non ledere la propria
immagine e a negoziare con gli hacker il pagamento del riscatto, che viene
rimborsato anche da alcune compagnie assicurative. Il disegno di legge propone
di condizionare tali clausole assicurative alla presentazione di una denuncia
“entro e non oltre 48 ore dal pagamento del riscatto”.
Semplificazione della procedura penale e
riorganizzazione del lavoro delle forze dell’ordine
Per rifocalizzare il lavoro delle forze dell’ordine
sul campo, in strada e sulle indagini, il ministero conta, oltre al tempo
liberato dai nuovi strumenti digitali, sulla delega di alcuni compiti
“periferici” al personale amministrativo come i controlli alle frontiere, il
funzionamento di centri di detenzione amministrativa o le estrazioni
giudiziarie che saranno trasferiti al Ministero della giustizia.
Aumento del numero di operatori della polizia
giudiziaria (PG)
Il disegno di legge mira anche ad aumentare il numero
degli agenti di polizia giudiziaria (PG). Con questo termine si designa
un’autorizzazione che conferisce alcuni poteri essenziali durante le indagini
penali: registrazione dei reati, ricezione di denunce, custodia di polizia,
esecuzione di requisizioni, consultazione di archivi di polizia, ecc.
Attualmente, un agente di polizia o un gendarme è
autorizzato a sostenere il concorso consentendogli di ottenere l’autorizzazione
solo dopo aver già compiuto tre anni di servizio. Il disegno di legge rimuove
questa condizione per integrare la formazione della PG nella formazione
iniziale degli agenti di polizia e dei gendarmi.
[qui sta una delle ragioni della protesta degli
operatori di PG che trovano in questa scelta una palese dequalificazione della
PG che peraltro sarà anche costretta a regole di «produttività» assolutamente
antitetiche con i necessari tempi lunghi di tante indagini].
Creazione di “assistenti sondaggi”
Sempre nell’ottica del soccorso delle forze
dell’ordine, la Lopmi prevede di creare una nuova categoria di agenti, gli
“assistenti investigativi” e la gendarmeria che “assisteranno gli ufficiali e
gli agenti della polizia giudiziaria”.
Essi “svolgeranno gli incarichi amministrativi
connessi alle indagini: potranno consultare gli atti di polizia, svolgere i
“pareri” (parere dell’avvocato, parere della famiglia, parere del consolato,
ecc.), emettere atti di citazione, scrivere determinati atti come le richieste
dagli operatori telefonici”.
Il ministero dell’Interno prevede di creare, nei
prossimi 10 anni, 3.273 posti di assistente investigativo per la gendarmeria e
4.387 per la polizia.
Maggiore repressione di alcuni reati
Questo progetto è un’opportunità per il governo, e per
i parlamentari, di introdurre nuove disposizioni penali per punire “meglio”
alcuni reati.
[E qui Darmanin -che prima era del partito fascista-
fa un gran regalo al partito della sig.ra Le Pen che si scatenerà a chiedere
dei più spingendo anche la destra tradizionale (LR) a gareggiare su questo … di
fatto qui Darmanin vuole preparare il campo che potrebbe sostenere la sua
candidatura alle prossime presidenziali].
Generalizzazione delle sanzioni fisse. Una delle
misure faro ricercate dal governo mira ad ampliare notevolmente il numero di
reati che possono essere soggetti a una sanzione per illecito civile (AFD
amende forfaitaire délictuelle/ multa forfettaria per reato). Questa procedura
consente a un agente di polizia di offrire a una persona il pagamento di una
multa per sfuggire a un passaggio davanti al tribunale penale. Attualmente,
undici reati sono interessati dall’AFD. Il governo vuole estenderli a tutti i
reati punibili con meno di un anno di reclusione, il che porterebbe ad essere
applicati a più di 3.400 reati (vedi il nostro articolo). In commissione di
legge i senatori sono tornati su questo punto elencando gli ulteriori reati che
possono essere oggetto di un AFD, riportati a nove, tra cui danni lievi,
“accaparramento di carburante”, “ostruzione alla circolazione”, “ingresso
abusivo in una scuola”, o anche l’acquisizione o il possesso di un cane da
attacco non autorizzato. Alcuni reati puniti più severamente. Il ministero
dell’Interno ha previsto di aumentare la multa sostenuta per insulto sessista.
*[Ma sarà sempre la polizia a decidere quale insulto è
sessista … ma qui Darmanin vuole mostrare di essere evoluto lui che è sotto
processo per molestie sessuali!!!!]
Diventa reato “quando commesso in determinate
configurazioni”, portando la sanzione a 3.750 euro, con possibilità di sanzione
fissa di 300 euro. I senatori introdussero nella commissione delle leggi il
rafforzamento di altre tre infrazioni. In primo luogo hanno allineato la
repressione della violenza contro i funzionari eletti allo stesso regime di
quella della violenza contro soldati, polizia e gendarmi. Hanno poi rafforzato
le sanzioni per il rifiuto di ottemperare (di fermarsi all’alt delle polizie),
che ora saranno punibili con tre anni di reclusione e una multa di 30.000 euro,
a fronte di due anni di reclusione e una multa di 15.000 euro attuali. Infine,
per contrastare i rodei urbani, la commissione di legge ha modificato
l’articolo del Codice della Strada che punisce la guida di veicoli pericolosi.
“Quando gli atti sono stati commessi in circostanze che espongono direttamente
altri a un rischio di morte o lesioni tali da causare mutilazioni o invalidità
permanente”, la sanzione può essere di cinque anni di reclusione e di una multa
di 75.000 euro contro un anno di reclusione e una multa attualmente di 15.000
euro.
Estensione delle “tecniche investigative speciali”
Il progetto di Lopmi amplia anche l’uso di “tecniche
di indagine speciali” come il sistema sonoro di luoghi privati, l’acquisizione
di dati informatici, l’acquisizione di immagini o anche
l’infiltrazione/spionaggio digitale. Saranno ora autorizzati per abuso di
debolezza in bande organizzate, con l’obiettivo di contrastare il fenomeno
delle sette, la ricerca di latitanti ricercati per criminalità organizzata e
per omicidi e stupri seriali. In quest’ultimo caso è autorizzata anche la
custodia di polizia derogatoria.
Riorganizzazione della gestione delle crisi
Secondo il ministero dell’interno, la Francia si avvia
verso un moltiplicarsi delle crisi, siano esse sanitarie, climatiche, “cyber” o
“ibride”, ovvero combinando più cause.
*[ma qui c’è evidentemente la preoccupazione crescente
di rivolte sociali probabili viste le politiche del governo a danno dei
lavoratori e della popolazione con redditi insufficiente a fronte di un aumento
gigantesco del costo della vita … fatto prevedibile in tutti i paesi].
Per prepararsi a ciò, vuole rafforzare i poteri dei
prefetti «quando si verificano eventi che possono comportare un pericolo grave
e imminente per l’incolumità, l’ordine o la salute pubblica, la conservazione
dell’ambiente, l’approvvigionamento dei beni di prima necessità o la
soddisfazione dei bisogni prioritari della popolazione”.
Per un periodo massimo di un mese, il prefetto potrà
«direzionare l’azione di tutti i servizi e enti pubblici dello Stato aventi
portata territoriale, poi posti in servizio sotto la sua autorità». Potrà
prendere “decisioni volte a ristabilire l’ordine pubblico”.
La relazione allegata prevede anche il rinnovo e
l’ammodernamento dei mezzi a disposizione dei servizi di emergenza, in
particolare della loro flotta di elicotteri.
*[la configurazione dello stato poliziesco è quindi
programmata]
Rapporti tra polizia e popolazione
Il Ministero dell’Interno vuole rafforzare la presenza
delle forze dell’ordine nelle aree rurali e periurbane. Per fare ciò vi
verranno costituite 200 nuove brigate di gendarmeria, fisse e mobili, e
verranno riaperte le sottoprefetture. Durante un viaggio in Mayenne, martedì 11
ottobre, Emmanuel Macron ha già annunciato la riapertura di sei sottoprefetture
chiuse negli ultimi anni.
Inoltre, in vista della Coppa del Mondo di rugby del
2023 e delle Olimpiadi del 2024, verranno create 11 unità di forza mobile (UFM)
“per porre fine agli scontri violenti”.
Se le parole “violenza della polizia” non vengono mai
utilizzate, il rapporto avanza diverse proposte per migliorare i rapporti tra
la polizia e la popolazione. Così, accanto all’Ispettorato Generale della Polizia
Nazionale (IGPN) e a quello della Gendarmeria Nazionale (IGGN), verrà istituito
un “comitato etico” annesso al Ministero dell’Interno. L’IGPN e l’IGGN “si
doteranno anche di uno strumento per il monitoraggio delle sanzioni”.
*[è ovviamente la foglia di fico per parare le molto
prevedibili bavures che saranno brutalità continue]
Il ministero dell’Interno afferma anche di colmare il
divario tra le forze dell’ordine e i giovani dei “quartieri popolari”
integrandoli maggiormente nella polizia nazionale in modo che sia più simile
alla società.
*[E qui torna di moda il ricorso a quella sorta di
gurkha, cioè i giovani delle banlieues che saranno reclutati per la repressione
più efficace di quelli che si rivoltano come è avvenuto continuamente in
Francia dal 1985].
“I sistemi di reclutamento saranno mirati ai quartieri
della classe operaia” e “i concorsi del ministero dell’Interno saranno
riformati per neutralizzare i pregiudizi sul reclutamento”, afferma il rapporto
senza fornire ulteriori dettagli.
Per incoraggiare i giovani a scegliere una carriera
nell’amministrazione, saranno istituite un centinaio di “classi di riconquista
repubblicana” nei distretti cosiddetti di “riconquista repubblicana”, per
consentire agli “abbandoni scolastici” di prepararsi ai concorsi
amministrativi. Il ministero precisa che «prenderà pieno posto anche nel
reinserimento dei giovani delinquenti, indirizzando le sue misure in primo
luogo verso i giovani che hanno potuto commettere atti di piccola delinquenza».
da Mediapart
traduzione e *note a cura di Salvatore
Palidda
******************
Darmanin
vuole dotare i poliziotti di un potere esorbitante di verbalizzare: 3 400 reati
presi di mira
Con il disegno di legge esaminato martedì al Senato,
il governo vuole generalizzare l’immediata sanzione dei reati minori con le
multe, per mano di polizia e gendarmi. Un provvedimento criticato fin dal
Consiglio di Stato per il suo “rischio di arbitrarietà”, e rivisto al ribasso
(per il momento) in commissione legge.
di Camille Polloni
Una condanna senza processo. Questo è il meccanismo
della “multa fissa per reato” (AFD), che assomiglia a una multa perché inflitta
per strada dalla polizia, ma sanziona i reati e porta all’iscrizione nel
casellario giudiziario.
Istituita nel 2016, la sanzione penale fissa è ora
applicabile a undici reati, tra cui guida senza patente o assicurazione,
installazione abusiva su terreno privato (bersaglio di viaggiatori dal 2018),
vendita illegale di alcolici, uso di sostanze stupefacenti, vendita ambulante,
occupazione di costruzione di sale in occasione di riunioni (2020) e taccheggio
(2022).
Agli occhi del governo, questa procedura “ha il
vantaggio di fornire una risposta criminale più sistematica a determinati
contenziosi di massa”. E per una buona ragione: non c’è bisogno di un giudice,
e nemmeno di un pubblico ministero. Basta la decisione della polizia o dei gendarmi.
Se la persona multata desidera impugnare la sanzione inflitta, spetta a lui
agire in giudizio.
Nel disegno di legge di programmazione e orientamento
del ministero dell’Interno (Lopmi), esaminato in seduta da martedì al Senato,
il governo vuole andare oltre. Poiché “il campo dei reati ammissibili a questa
procedura continua a crescere” (di sua iniziativa), intende “armonizzare il
sistema”. L’articolo 14 prevede la generalizzazione della sanzione penale fissa
a tutti i reati punibili sia con la semplice sanzione pecuniaria sia con la
reclusione fino a un anno. Questo è il compimento di una promessa elettorale
del candidato Emmanuel Macron.
Il Consiglio di Stato, nel suo parere sul progetto, ha
calcolato che esso avrebbe l’effetto di “estendere tale procedura a quasi 3.400
reati, di varia natura e gravità”, purché “semplici e accertati”. Tra i reati
che possono entrare in questa casistica, alcuni sono particolarmente delicati,
come il disprezzo o la partecipazione ai raduni dopo l’avvertimento di scioglimento
dato dalle polizie.
L’AFD rimarrebbe soggetto a determinate condizioni:
non può riguardare né recidivi né minori. Il governo, che prevedeva di
estenderlo ai minori dai 16 ai 18 anni, ha preferito arrendersi di fronte
all’opposizione del Consiglio di Stato. Ma ha anche raccomandato al governo di
non generalizzare la multa fissa come sta per fare, senza nemmeno aver valutato
i risultati degli ultimi anni. «La scelta se ricorrere o meno alla sanzione
fissa sarà basata sulla valutazione degli ufficiali di polizia», scrive il Consiglio
di Stato, per i quali «si tradurrà inevitabilmente, in assenza di un quadro, a
rischio di arbitrarietà e disparità di trattamento contrarie al principio di
uguaglianza davanti alla legge”. Piuttosto che una soglia per la sanzione
inflitta, chiede al legislatore di elencare caso per caso i reati punibili.
In commissione legge, il rovescio della medaglia dei
senatori
Non essendo stato ascoltato dal governo, il messaggio
è stato trasmesso ai senatori. Nel corso della discussione in commissione
legge, su emendamento dei due relatori (Unione di Centro e LR), i parlamentari
sono tornati ad una lista. L’AFD verrebbe esteso a una dozzina di reati
aggiuntivi tra cui i tag (o scritte murali), l’ostacolo al traffico, l’uso
ingiustificato del segnale di allarme nei treni, l’intrusione in un istituto
scolastico, la vendita e l’acquisto di un cane da attacco, ecc. Secondo i
limiti fissati dal Consiglio Costituzionale, la sanzione fissata per illecito
può riguardare solo “i reati di minore gravità” e dar luogo a sanzioni di
“minore importo”, nel rispetto del “principio di uguaglianza davanti alla
giustizia”. Devono anche essere impugnabili davanti a un giudice. Tuttavia, in
un parere emesso il 3 ottobre, la Commissione consultiva nazionale sui diritti
umani (CNCDH) indica “un calo dei diritti per i contendenti” e un rischio per
la “coesione sociale”. In particolare perché la procedura di impugnazione
risulta essere “particolarmente dissuasiva per le parti in causa, soprattutto
le persone più indigenti”. “In pratica, il più delle volte le persone
rinunciano al diritto di ricorso, in particolare per motivi finanziari”.
Nel merito, il CNCDH ricorda che “delegare agli agenti
di polizia una funzione che spetta in linea di principio all’autorità
giudiziaria” ha gravi conseguenze: i principi del “rispetto del
contraddittorio” e della “individuazione della pena”, ad esempio sulla
situazione sociale ed economica del condannato, scompaiono.
Come il Consiglio di Stato, anche il CNCDH ritiene che
questa procedura comporti un “rischio di arbitrarietà” o “abuso di questo
potere di verbalizzazione” poiché solo la polizia o il gendarme decidono di
imporre una sanzione.
Le multe Covid, distribuite nel 2021 e nel 2022, fanno
intravedere questo rischio di arbitrarietà. Come riportato da Mediapart a
maggio, i giovani parigini dei quartieri popolari hanno ricevuto “salve” di
multe che rasentano le molestie della polizia, con conseguenti migliaia di euro
di debiti. Mentre alcuni francesi non vengono controllati da due anni, altri
allineano sette multe in un mese, otto in tre giorni o quattro nello stesso
giorno, anche in pochi minuti.
La dottoranda in scienze politiche Aline Daillère, che
da diversi anni si occupa del fenomeno delle “verbalizzazioni multiple” di
giovani dei quartieri popolari e di origine straniera, ritiene che le multe
costituiscano “una forma di (in)giustizia attuata in strada”, direttamente dalla polizia.
Sostiene che gli agenti hanno un vero e proprio “potere di contravvenzioni”,
vale a dire un ampio margine di apprezzamento, poiché sul campo possono
scegliere di prendere di mira tale e tale area durante i loro pattugliamenti,
di intervenire (o meno) nel di fronte a un reato, verbalizzare o meno.
Delle multe criticate per la loro natura
“discriminatoria”
In quanto tale, il primo accertamento della sanzione
penale fissa a 200 euro l’uso di sostanze stupefacenti, generalizzato a tutto
il territorio a settembre 2020, è ricco di insegnamenti. Nel corso dell’anno
2021 sono state redatte 106.000 di queste multe (97% per la cannabis),
consentendo un aumento della statistica dei “reati osservati”, uno degli
indicatori dell’azione delle forze dell’ordine.
*[la misura della produttività delle polizie che con
Sarkozy fu chiamata sarkometro]
Utilizzato in modo massiccio ma diversificato sul
territorio, secondo le politiche penali guidate dalle procure e le priorità
della polizia locale, raggiunge le vette a Seine-Saint-Denis, nelle
Bouches-du-Rhône e nel Rhône (regione di Marsiglia).
In un articolo pubblicato su Le Monde, l’accademico Yann Bisiou, molto
critico nei confronti dei dispositivi repressivi antidroga, ritiene che “la
politica perseguita dal ministro dell’Interno si stia rivelando
discriminatoria, inefficiente, costosa e preoccupante per la salute pubblica”.
Vi si sofferma sulla multa fissa, che “prende di mira una popolazione ben
precisa: i giovani consumatori maschi adulti di cannabis nei centri urbani”,
sovra-rappresentati tra le persone multate rispetto al loro consumo effettivo.
Incrociando le statistiche del ministero dell’Interno
con i dati disponibili sulla salute pubblica, Yann Bisiou calcola che “la
sanzione fissa penalizza il consumo di una canna su quasi 3.000, abbastanza per
dare ai consumatori verbalizzati la sensazione di un giorno di sfortuna
piuttosto che un giorno di punizione legittima». Inoltre, il tasso di
riscossione delle sanzioni non supera il 34%. «In due casi su tre», prosegue il
ricercatore, «la polizia lavora nel vuoto, lontana dagli obiettivi di
“produttività” prospettati durante i dibattiti parlamentari” e dà lavoro ad
altre amministrazioni incaricate di riscuotere i soldi.
Quanto all’AFD di 500 euro per installazione illecita,
sperimentato dall’ottobre 2021 in sei province, essa è criticata per la sua
dimensione discriminatoria verso i rom (gente di viaggio), quando numerosi
comuni non rispettano i lori obblighi in materia di aere d’ accoglienza. Anche
in questo caso, la complessità del contenzioso scoraggia molti contendenti.
In un comunicato congiunto, diffuso all’inizio del
2022, diverse associazioni e sindacati hanno già denunciato l’estensione delle
multe fisse, “un’oscillazione irresponsabile e pericolosissima”.
“Questo nuovo prototipo di penalizzazione automatica,
senza contatto umano, senza effettivo ricorso al giudice, senza accesso alla
difesa produce un’ulteriore erosione del senso di giustizia e un sentimento di
ingiustizia per le persone così represse. Ciò contribuisce ancora di più al
deterioramento dei rapporti tra polizia e popolazione, quanto alla fiducia
nelle istituzioni della Repubblica”.
Un’allerta di tutt’altra natura è arrivata dalla
procura di Rennes, responsabile del Centro nazionale di trasformazione (CNT)
per le sanzioni. Secondo il procuratore generale Frédéric Benet-Chambellan,
intervenuto a gennaio a Ouest-France, l’agenzia responsabile è già “al massimo
di ciò che può offrire” e “l’estensione dell’AFD solleverà la questione di
operatori”.
da Mediapart
traduzione e note a cura di Salvatore Palidda
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