Nessun politico vuole raccontarci la vera storia: la disponibilità di combustibili fossili si sta esaurendo. Siamo infatti già a corto di petrolio, carbone e gas naturale perché i costi diretti e indiretti di estrazione stanno raggiungendo un punto in cui il prezzo di vendita del cibo e di altri beni di prima necessità deve essere fissato ad un livello talmente alto, ed inaccettabile, da compromettere l’operabilità del sistema economico globale, nel suo assetto attuale. Allo stesso tempo, l’energia eolica, solare e altre fonti di “energia pulita” non sono ancora in grado, neppure in misura parziale ma tale da consentire un funzionamento “sui minimi” del sistema, di sostituire la quantità di combustibili fossili perduta.
Il problema economico, che ha per protagonista l’energia, è essenzialmente
un problema di fisica. L’energia pro capite e, di fatto, le risorse pro capite
(qualsiasi produzione richiede infatti energia), devono rimanere
sufficientemente elevate in presenza di una crescita della popolazione a cui fa
capo una determinata realtà economica. Quando ciò non accade, come la storia ci
dimostra, le civiltà tendono a – o perlomeno rischiano di – crollare.
I politici non possono però ammettere apertamente che l’economia mondiale
possa oggi essere diretta verso il collasso, come peraltro già accaduto a
molte/tutte le civiltà precedenti. Devono dare invece l’illusione di essere al
comando, di avere la situazione sotto controllo. Ciò spinge i politici a dare
al pubblico, in qualche modo, motivazioni per cui i cambiamenti futuri
potrebbero essere o desiderabili, (ad es. per evitare il cambiamento climatico)
o, perlomeno, che le difficoltà sollevate siano temporanee/condizionate (ad es.
a causa delle sanzioni contro la Russia).
Di seguito esaminiamo più in dettaglio alcune delle problematiche in realtà
sottese alla situazione attuale.
[1] I cittadini di tutto il mondo “percepiscono” che qualcosa non funziona.
L’impressione è, comunque, che l’economia possa cadere in una grave recessione
nel breve termine.
Il sentimento dei consumatori USA è oggi a un livello straordinariamente
basso, peggiore della grande recessione del 2008-2009 secondo il grafico (su
riportato in Figura 2) mostrato relativo al ”Survey of Consumers” dell’Università del Michigan .
Secondo la stessa fonte, quasi il 48% dei consumatori da la colpa di aver eroso
il proprio tenore di vita all’inflazione. I prezzi del cibo sono aumentati
significativamente. Nell’ultimo anno, il costo di un’auto (in proprietà) è
aumentato vistosamente, così come il costo dell’acquisto o dell’affitto di una
casa...
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