martedì 5 settembre 2023

Il bordo del mondo - Giovanni Gusai

 

Guardo la copertina, leggo il libro, e dopo averlo letto riguardo la copertina.

Mi viene in mente il giovane Holden (il sedicenne Holden Caulfield immagina un campo di segale altissima in cui bambini ignari corrono verso un invisibile burrone e lui li prende al volo e li salva tutti).

Giovanni Gusai, come un novello Holden, segue i personaggi a cui ha dato la vita, ma forse, come in Pirandello, erano personaggi in cerca d’autore, Giovanni dà loro voce, parole e silenzi, li osserva, li segue, li spia, si vede che parteggia per loro, che partecipa alle loro debolezze.

E li lascia liberi di scegliere, tutti sono continuamente sull’orlo del burrone, sul bordo del mondo, Giovanni vorrebbe salvarli tutti, si capisce.

Nessuno è perfetto, come succede nella vita, e Nuoro e Predistràda non fanno eccezione.

Non esistono protagonisti, migliori o peggiori, tutti fanno la loro vita, cercano la loro strada.

 

Cercate il libro, non ve ne pentirete.

 

Buona (periferica) lettura.

 

 

 

Dice Ricardo Piglia: «Si scrive della propria vita quando si pensa di stare scrivendo intorno alle proprie letture», chissà se è così anche per Giovanni Gusai.

  

Qualche pensiero sulle periferie:

 

Amo la periferia più della città. Amo tutte le cose che stanno ai margini. - Carlo Cassola

 

L'avvenire appartiene alla periferia del globo. - Emil Cioran

 

In periferia, è soprattutto con i tram (a Nuoro con il postalino) che la vita arriva al mattino. - Louis-Ferdinand Céline

 

Il centro non è il luogo del rinnovamento creativo, che avviene invece,
spesso incompreso o deriso, ai margini; il centro è un luogo abitudinario,
inerte, arrogante, pago di sé; nell'ombra dei margini, al contrario, un
segno sottile, una tensione impercettibile, un’apparizione…, là, dove
secondo l’opinione comune, si possono dar da fare solo gli specialisti
“inesperti”, quelli usciti dall'orbita"  - Ludwig Hohl

 

Molti lamentano (in questo frangente dell'austerity) i disagi dovuti alla mancanza di una vita sociale e culturale organizzata fuori dal Centro «cattivo» nelle periferie «buone» (viste come dormitori senza verde, senza servizi, senza autonomia, senza più reali rapporti umani). Lamento retorico. Se infatti ciò di cui nelle periferie si lamenta la mancanza, ci fosse, esso sarebbe comunque organizzato dal Centro. Quello stesso Centro che, in pochi anni, ha distrutto tutte le culture periferiche dalle quali- appunto fino a pochi anni fa - era assicurata una vita propria, sostanzialmente libera, anche alle periferie più povere e addirittura miserabili.- Pier Paolo Pasolini

 

Un breve sguardo sulla campagna, da sopra un muro di periferia, mi libera più completamente di quanto un intero viaggio libererebbe un’altra persona. Ogni punto di osservazione è un apice di una piramide rovesciata, la cui base è indeterminabile. - Fernando Pessoa

 

 

due interviste con lo scrittore:

 

qui

e

qui 

 

 

scrivono del libro:

 

Che piacevole sorpresa conoscere quest’autore, imbattermi in una sapiente costruzione dell’impianto narrativo, in una scrittura cristallina, nella prosa che sa modularsi con attenzione attorno alle emozioni e nelle dettagliate descrizioni ambientali.

Ogni personaggio è magistralmente presentato. Interessanti i ragazzi – i rapporti che costruiscono, dai contorni sfumati, permeabili – e la figura di don Elia. Personaggi ai bordi del mondo, gente comune dalla complessa vita interiore, ognuno marchiato dai propri dolori, ma corali i destini. Tutti ad attendere la notte magica di San Giovanni, un ancoraggio alle tradizioni, come fosse un riscatto, lì nella periferia. Sono trattati con delicatezza, non perdendo mai di vista le sfumature, l’amore – sia tra adolescenti che tra adulti – il disagio, l’emarginazione. E, nel finale, avvertiamo che la speranza è benefica, provvidenziale

da qui

 

 

Con una prosa efficace e graffiante, una tensione che mai si allenta, Giovanni Gusai costruisce una storia corale in cui ogni personaggio ha la potenza di una freccia, scagliata con precisione e capace di colpire cuore e mente del lettore.

Nuoro, quartiere di Predistràda. Mancano nove giorni alla festa di San Giovanni Battista e poi quella periferia bruciata dal sole si trasformerà in un piccolo mondo esultante. Così dovrebbe essere. Se i destini di troppi ragazzi non si intrecciassero proprio alla vigilia di quell’evento. Elène Berria e la madre si sono trasferite lì dopo la fine della scuola. Sono fuggite da un uomo violento. Andrea e Battista Mannale sono due cugini cresciuti come fratelli. Di una bellezza selvaggia il primo, fisico robusto il secondo, ma sguardo che tradisce una certa vacuità. La ritrosia di Elène ha vita breve di fronte alla purezza e alla bontà disarmanti di Andrea…

da qui

 

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