Guardo la copertina, leggo il libro, e dopo averlo letto riguardo
la copertina.
Mi viene in mente il giovane Holden (il sedicenne Holden Caulfield immagina un
campo di segale altissima in cui bambini
ignari corrono verso un invisibile burrone e lui li prende al volo e li salva
tutti).
Giovanni Gusai, come un novello Holden, segue i
personaggi a cui ha dato la vita, ma forse, come in Pirandello, erano
personaggi in cerca d’autore, Giovanni dà loro voce, parole e silenzi, li
osserva, li segue, li spia, si vede che parteggia per loro, che partecipa alle loro debolezze.
E li lascia liberi di scegliere, tutti sono
continuamente sull’orlo del burrone, sul bordo del mondo, Giovanni vorrebbe
salvarli tutti, si capisce.
Nessuno è perfetto, come succede nella vita, e Nuoro e
Predistràda non fanno eccezione.
Non
esistono protagonisti, migliori o peggiori, tutti fanno la loro vita, cercano
la loro strada.
Cercate
il libro, non ve ne pentirete.
Buona
(periferica) lettura.
Dice Ricardo Piglia: «Si scrive della propria
vita quando si pensa di stare scrivendo intorno alle proprie letture», chissà
se è così anche per Giovanni Gusai.
Qualche
pensiero sulle periferie:
Amo la periferia più della città. Amo tutte le cose
che stanno ai margini. - Carlo Cassola
L'avvenire appartiene alla periferia del globo. - Emil
Cioran
In periferia, è soprattutto con i tram (a Nuoro con il postalino) che la vita arriva al
mattino. - Louis-Ferdinand Céline
Il
centro non è il luogo del rinnovamento creativo, che avviene invece,
spesso incompreso o deriso, ai margini; il centro è un luogo abitudinario,
inerte, arrogante, pago di sé; nell'ombra dei margini, al contrario, un
segno sottile, una tensione impercettibile, un’apparizione…, là, dove
secondo l’opinione comune, si possono dar da fare solo gli specialisti
“inesperti”, quelli usciti dall'orbita"
- Ludwig Hohl
Molti lamentano (in questo frangente dell'austerity) i
disagi dovuti alla mancanza di una vita sociale e culturale organizzata fuori
dal Centro «cattivo» nelle periferie «buone» (viste come dormitori senza verde,
senza servizi, senza autonomia, senza più reali rapporti umani). Lamento
retorico. Se infatti ciò di cui nelle periferie si lamenta la mancanza, ci
fosse, esso sarebbe comunque organizzato dal Centro. Quello stesso Centro che,
in pochi anni, ha distrutto tutte le culture periferiche dalle quali- appunto
fino a pochi anni fa - era assicurata una vita propria, sostanzialmente libera,
anche alle periferie più povere e addirittura miserabili.- Pier Paolo
Pasolini
Un breve sguardo sulla campagna, da sopra un muro di
periferia, mi libera più completamente di quanto un intero viaggio libererebbe
un’altra persona. Ogni punto di osservazione è un apice di una piramide
rovesciata, la cui base è indeterminabile. - Fernando Pessoa
due interviste con lo scrittore:
e
scrivono del libro:
Che piacevole sorpresa conoscere quest’autore, imbattermi in una
sapiente costruzione dell’impianto narrativo, in una scrittura cristallina,
nella prosa che sa modularsi con attenzione attorno alle emozioni e nelle
dettagliate descrizioni ambientali.
Ogni personaggio è magistralmente presentato. Interessanti i ragazzi
– i rapporti che costruiscono, dai contorni sfumati, permeabili – e la figura
di don Elia. Personaggi ai bordi del mondo, gente comune dalla complessa vita
interiore, ognuno marchiato dai propri dolori, ma corali i destini. Tutti ad
attendere la notte magica di San Giovanni, un ancoraggio alle tradizioni, come
fosse un riscatto, lì nella periferia. Sono trattati con delicatezza, non
perdendo mai di vista le sfumature, l’amore – sia tra adolescenti che tra
adulti – il disagio, l’emarginazione. E, nel finale, avvertiamo che la speranza
è benefica, provvidenziale
Con una prosa
efficace e graffiante, una tensione che mai si allenta, Giovanni Gusai
costruisce una storia corale in cui ogni personaggio ha la potenza di una
freccia, scagliata con precisione e capace di colpire cuore e mente del
lettore.
Nuoro, quartiere
di Predistràda. Mancano nove giorni alla festa di San Giovanni Battista e poi
quella periferia bruciata dal sole si trasformerà in un piccolo mondo
esultante. Così dovrebbe essere. Se i destini di troppi ragazzi non si
intrecciassero proprio alla vigilia di quell’evento. Elène Berria e la madre si
sono trasferite lì dopo la fine della scuola. Sono fuggite da un uomo violento.
Andrea e Battista Mannale sono due cugini cresciuti come fratelli. Di una
bellezza selvaggia il primo, fisico robusto il secondo, ma sguardo che tradisce
una certa vacuità. La ritrosia di Elène ha vita breve di fronte alla purezza e
alla bontà disarmanti di Andrea…
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