Come curatore dell’Osservatorio Indipendente di
Bologna morti sul lavoro e metalmeccanico in pensione volevo spiegare a chi mi
conosce e apprezza il mio lavoro volontario dei motivi del mio No al
Referendum.
Alcuni sono proprio sul referendum. Il primo motivo è
la legge chiamata Italicum, che da un premio di maggioranza incredibile a chi
prende più voti.
Se un partito prende anche solo il 25% dei voti ma è
quello con più voti prende la maggioranza assoluta dei seggi. Immaginate il
partito più lontano da voi, quello che tramate al pensiero che possa prendere
il potere, e che questo con la sua maggioranza possa addirittura fare leggi per
distruggere l’unità del Paese e che attraverso questa maggioranza elegge
senatori, il Presidente della Repubblica, i membri della Corte Costituzionale
ecc. Verrà modificato in casa del vittoria del Si? Io non posso non ricordarmi
di “un stai sereno” riferito all’allora primo ministro Letta. Tantissimi
italiani non verrebbero così rappresentati in Parlamento. Secondo motivo il
Senato non viene abolito come in tanti auspicavano, ma viene tolta solo la
possibilità che i senatori siano eletti dai cittadini, visto che i senatori
verrebbero di fatto nominati dai partiti politici. Il Senato esiste già dai
tempi dell’antica Roma e già 2000 anni fa le classi meno abbiente eleggevano
direttamente i loro senatori. Tra l’altro il risparmio con questa riforma è
irrisorio, visto che tutta la struttura burocratica del Senato rimane. Già
questi motivi basterebbero per votare No.
Come curatore dell’Osservatorio Indipendente di
Bologna morti sul lavoro posso affermare, senza temere smentite che la
maggioranza dei morti sul lavoro in questi nove anni di monitoraggio sono nelle
piccole aziende, tra gli agricoltori, gli artigiani e le Partite Iva. Quasi
inesistenti nelle aziende dove il Sindacato è presente. Il disinteresse del
Governo Renzi verso queste tragedie è stato totale, se pur avvertiti con mail
fin dall’insediamento della strage di agricoltori schiacciati dal trattore
delle imminenti stragi che si verificano puntuali ogni anno, non è mai stata
spesa una parola di Solidarietà e neppure di interventi mirati per far
diminuire questa carneficina. Da quando si sono insediati il Primo Ministro
Renzi, il Ministro del Lavoro Poletti e quello delle Politiche Agricole Martina
i morti schiacciati dal trattore sono stati oltre 400, un numero pazzesco se
pensiamo che sono vite umane perse di tutte le età. Twittano su tutto, ma mai
sentito niente sui lavoratori che l’anno scorso sono morti numerosissimi, con
un incremento anche rispetto al 2008, anno d’apertura dell’Osservatorio.
Ma quello che più mi ha inquietato di questo governo è
stato il Jobs act. Nulla di più nefasto di questa legge per i lavoratori
dipendenti che di fatto diventano tutti precari, sia i nuovi assunti che quelli
che continuano a mantenere l’articolo 18. Ne spiego i motivi. Senza l’articolo
18, si limita di fatto la libera iscrizione a un sindacato che non sia al
servizio delle aziende. E questo basta poco a capirlo, chi avrà il coraggio di
iscriversi a un sindacato scomodo se con una scusa (ma anche senza) può essere
licenziato? Crolleranno le iscrizioni al sindacato e con questo la possibilità
per i lavoratori di dire la loro opinione sull’organizzazione aziendale, sulla
Sicurezza, su un’ingiustizia subita, sui salari che crolleranno. Insomma senza l’articolo 18 i lavoratori sono
alla mercé di ogni tipo di angheria. Ci sono anche ottimi imprenditori e qui a
Bologna ce ne sono tanti, ma ce ne sono almeno altrettanti che approfitteranno
di questa libertà di “fare” per imporre tutto quello che vogliono. Io lavoravo
prima dell’introduzione dello Statuto dei Lavoratori e potrei raccontarne
tantissime su questo arbitrio che c’era sui luoghi di lavoro. Le prossime
vittime del Jobs act saranno i lavoratori non indispensabili assunti a tempo
indeterminato, in caso di crisi, vera o creata appositamente. Saranno loro a
essere licenziati per poi essere rimpiazzati da lavoratori senza più l’articolo
18. Se poi io fossi un Dipendente Pubblico non dormirei sonni tranquilli su
questo fronte. Con la vincita del Si questo governo si spingerà oltre e la
possibilità d’introduzione del jobs act anche per questi lavoratori sarà nella
logica delle cose.
Si, spero proprio che questo governo cada, che questo
Parlamento dominato da lobby di ogni tipo vada a casa, che si vada finalmente
alle elezioni sperando che i lavoratori dipendenti e pensionati si accorgano
finalmente che in parlamento non hanno nessuno che li rappresenti e li tuteli,
che in questi ultimi vent’anni hanno votato partiti e parlamentari che non
hanno mai difeso i loro interessi, che decine di milioni di voti non hanno
nessuna rappresentanza politica organizzata.
(Carlo Soricelli Curatore dell’Osservatorio Indipendente
di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it)
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