giovedì 24 novembre 2016

Se le bombe in Yemen non fanno notizia - Fulvio Scaglione

 

Dal 2014, Medici senza Frontiere aiuta con forniture mediche, e non solo, otto ospedali nei quartieri Est di Aleppo, quelli tuttora sotto il controllo di ribelli e jihadisti. Sono i quartieri dove da mesi più acuto è lo scontro tra le forze leali a Bashar al-Assad e i miliziani e MsF non si stanca di denunciare i bombardamenti che colpiscono anche le strutture sanitarie. Denunce che sono puntualmente (e giustamente) riprese dalla stampa internazionale.
Immaginiamo quindi quale debba essere la frustrazione dell’organizzazione nel vedere quanto sia a senso unico, e quindi poco credibile, la pietà del giornali e delle televisioni. Gli stessi Medici senza Frontiere, infatti, hanno denunciato l’analogo andamento della guerra condotta nello Yemen dalla coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita con l’assistenza logistica e di intelligence degli Stati Uniti. Ma in quel caso gli appelli, per quanto accorati, sono stati bellamente ignorati e non hanno avuto alcun riflesso sui media.
Ecco che cosa ha raccontato Djoen Besselink, capo della missione di MsF nello Yemen: “Da maggio 2015 MSF ha curato più di 10.000 feriti di guerra solamente nella città di Taiz. A ottobre, gli ospedali supportati da MSF a Taiz hanno ricevuto circa 500 pazienti con ferite dovute alla violenza, di cui il 23% erano donne e bambini. Molti dei feriti… erano a casa, al mercato o in cammino verso i loro campi quando sono stati colpiti da incursioni aeree, bombardamenti e spari da arma da fuoco”. Il 17 novembre, primo di due giorni di cessate il fuoco, i Medici senza Frontiere hanno dovuto ricoverare 76 feriti e seppellire 21 morti nella sola città di Taiz. Ne avete avuto notizia? Mi sa di no.
Così come difficilmente avrete saputo che l’Arabia Saudita ha violato 114 volte il cessate il fuoco di due soli giorni che peraltro era stato richiesto dall’ex presidente dello Yemen, Habd Rabbuh Mansur Hadi, e gentilmente concesso da re Salman dell’Arabia Saudita.
Dall’inizio della campagna saudita (marzo 2015), quasi 12 mila civili yemeniti sono stati uccisi. Gli sfollati sono più di 3 milioni (su 27 milioni di abitanti), metà della popolazione vive di aiuti umanitari e solo 1 bambino su 10 arriva all’età di cinque anni.
Gli occhi che lacrimano per Aleppo Est restano però asciutti per lo Yemen, dove a far morire adulti non combattenti e bambini sono i nostri alleati e clienti, quelli ai quali Usa, Francia e in parte anche l’Italia (sono prodotte in Italia, anche se da aziende straniere, le bombe per i caccia sauditi) forniscono gli strumenti per ucciderli. Il punto esatto in cui la pietà diventa ideologia e la compassione puro interesse economico.
da qui

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