In un
articolo di fine ottobre 2016 (qui)
leggo i dati Inps relativi alla spesa per pensioni:
“lo scorso anno la spesa
pensionistica è cresciuta dell'1,2% a 280,2 miliardi di euro, mentre i
trattamenti complessivi sono calati a 23,1 milioni con una media di 1,4 assegni
a pensionato. I beneficiari sono quindi 16,2 milioni, con un importo medio per
trattamenti che arriva a 12.136 euro annui.”
Faccio qualche conto: dividendo
l’importo totale della spesa pensionistica per il numero dei pensionati si
ottiene poco più di 17mila euro lordi, che diviso 13 dà 1440 euro mensili
lordi, che corrispondono a circa 1050 euro netti al mese (qui una tabella per passare dal lordo al
netto).
Vale a dire che se da domani si
spendesse lo stesso monte pensioni tutti i pensionati avrebbero almeno 1000
euro netti al mese, una "pensione di cittadinanza".
Chi ci guadagna: tutti quelli che
oggi prendono pensioni sociali, minime, di fame, chi è stato disoccupato per
molto tempo, chi ha avuto problemi nella vita.
Penso anche ai (pochi)
beneficiari della legge Bacchelli, intellettuali poveri, dei migliori, ai
quali, forse, prima che crepino, daranno l’elemosina prevista da quella legge.
Con la 2pensione di
cittadinanza" tutti avranno una vecchiaia dignitosa, ma sento già le
grida di quelli che arrivano a migliaia e migliaia di euro al mese, contro gli
espropri proletari e il comunismo, li si potrebbe zittire facendogli notare che
in 30-40 anni di lavoro con alti redditi avranno messo da parte qualcosa,
avranno una bella casa, e se non ce la fanno a mantenere molte case potranno vendere
“un bel castello, o un caseggiato, di 32 che ne ha” (da qui)
Obiezioni
Si ledono i diritti acquisiti –
sarebbe un terremoto, è vero, forse che i terremoti si interessano dei diritti
acquisiti?
Chi ci perde: evidentemente tutti
quelli che hanno e avrebbero pensioni a quattro cifre prima della virgola,
tutti gli ex parlamentari, gli ex magistrati, i dirigenti d’azienda, i
funzionari pubblici., per primi, e molti altri, evidentemente.
Ci perdono anche molti che hanno
pensioni fra 1000 e meno di duemila euro, in cambio per tutti i pensionati
potrebbe esserci l’esenzione totale per la sanità pubblica.
Le situazioni di pensionati con
figli a carico, per esempio, o alcune situazioni particolari potrebbero essere
integrate e finanziate dal grande risparmio che lo stato avrebbe col taglio
delle prestazioni ai patronati, oltre che con tagli all’INPS.
Ecco perché non si farà mai:
a votare una legge sulla
“pensione di cittadinanza” dovrebbe essere il ceto politico (qui un rappresentante degno di quel ceto),
addio pensioni extralarge, e sarebbero contrari i sindacati che gestiscono
patronati (fonte di entrate cospicue e forme di potere, in senso lato,
gestiscono le pensioni, e la vita della gente), con la scusa dei diritti
acquisiti (leggi qui).
Eppure sarebbe una scelta
economica degna di una socialdemocrazia matura, che consentirebbe a tutti gli
anziani una vecchiaia dignitosa, senza dipendere dalla carità di qualche chiesa
o di qualche fondazione.
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