mercoledì 15 novembre 2017

non c'è più neanche l'indignazione


Dopo i Panama Papers, i Malta files, i Paradise Papers, dopo aver saputo che nei conti off-shore ci sono importi pari a due volte il Pil Usa, dopo che leggono tutti i giorni notizie come questa e quest’altra, si legge qualche attacco di indignazione da parte di alcuni giornalisti (ad esempio Pino Scaccia e Giovanni De Mauro, a Daphne Caruana Galizia hanno chiuso la bocca per sempre, chi parla troppo muore, sarà un avvertimento per tutti?), e nulla più.
Da parte delle migliaia e migliaia di politici che ci rappresentano, anche se non li abbiamo votati, si è sentito solo silenzio totale.
Sembra che sia una situazione immodificabile.
Molti, troppi lo pensano.
Certo, invadere l’Iraq e l’Afghanistan, fare accordi con i libici, ammazzare e fare ammazzare migliaia e forse milioni di persone è più facile che requisire i soldi dell’Isis e degli scafisti nelle banche col doppiopetto.
Per un Paese civile, magari per la Comunità Europea, dichiarare banditi quegli staterelli paradisi fiscali, entità giuridiche di finzione, casseforti dei proventi di droga, corruzione, guerre, evasione fiscale... dovrebbe essere la madre di tutte le battaglie, altro che fare guerre in giro e affamare molti milioni di esseri umani, anche in Italia.
Bastano un po’ di ispettori e funzionari dei ministeri delle finanze dei Paesi che si dicono civili ed è fatta.
Bastano pochi giorni.
Sarebbe una guerra senza morti e feriti, con straordinari benefici per il 99% dell’umanità.
Invece neanche ci si indigna più per la schifezza dei paradisi fiscali.
Per conquistare il futuro bisogna prima sognarlo, diceva - fra gli altri - Blaise Pascal.

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