Cinque proposte sull’allestimento del Museo del Ricordo, deciso dal governo, di uno dei massimi esperti della “complessa vicenda del confine orientale” e delle sue drammatiche conseguenze. Tra le indicazioni per far conoscere correttamente i fatti ai cittadini, auspicabile un’intera sala dedicata ai 30.000 italiani che hanno combattuto da partigiani in tutta la Jugoslavia, fra il 1943 e il 1945. Nella certezza che dovendo valutare il contributo di più “soggetti pubblici e privati” si saprà ben distinguere gli studiosi onesti dai propagandisti di professione. O no?
Cara Presidente Meloni, caro
Ministro Sangiuliano,
ho appreso con piacere che avete annunciato l’istituzione a Roma di un museo
nazionale del Ricordo delle violenze avvenute al confineitalo-jugoslavo durante
e dopo la Seconda guerra mondiale.
Già i mass-media lo definiscono
entusiasticamente “il museo delle Foibe”. Mi permetto di scrivervi perché nel
comunicato stampa che accompagna il lancio del progetto si auspica il
contributo di “soggetti pubblici e privati” e io, modestamente, studio da decenni
quella vicenda. Ho addirittura scritto un libro che magari avete sentito
nominare: si intitola E
allora le foibe?, edito da Laterza nel 2021.
Ho letto anche che è prevista
la spesa di 8 milioni di euro; ma io, sebbene non abbia uno stipendio dalla crisi
del 2008, vi vorrei offrire la mia collaborazione gratuitamente, perché da
cittadino penso, esattamente come voi, che ognuno debba fare la sua parte per
il bene del Paese. E poi condivido lo scopo di far conoscere agli italiani “la
complessa vicenda del confine orientale” e le sue drammatiche conseguenze: le
foibe e l’esodo. Il nostro obiettivo comune è quello di impedire che drammi del
genere si ripetano, condannarne storicamente i responsabili, e contribuire così
a rendere il mondo un posto migliore, dove i conflitti si possano risolvere con
la mediazione e la trattativa e non con le armi e la violenza.
Data questa premessa, sono
certo che presterete la massima attenzione alle mie proposte, che vanno nella
direzione auspicata dalla legge che vent’anni fa ha istituito il Giorno del
Ricordo. D’altronde che senso avrebbe non ascoltare i consigli degli studiosi
più esperti, gli unici titolati a parlare con cognizione di causa di eventi
storici tanto delicati?
Ecco quindi le mie proposte per il museo che si farà...
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