martedì 27 febbraio 2024

Una guerra di menzogne

 



Una guerra di menzogne – David Sacks

Un post in materia di Ucraina apparso su «X», a cura dell’imprenditore David Sacks (nato in Sudafrica come Elon Musk e con una carriera da investitore che è andata in parallelo con quella di Musk), segnala che anche in seno all’establishment anglosassone qualcuno comincia a farsi domande radicalmente in contrasto con la narrazione atlantista dominante. Questa impressione è rafforzata da un commento di plauso al post: il commentatore è proprio Musk che dice: «accurate» (“esattamente”).

Leggiamo dunque il post di David Sacks:

«UNA GUERRA DI MENZOGNE

La guerra in Ucraina si basa su bugie: bugie su come è iniziata, su come sta procedendo e su come finirà.

Ci viene detto che l’Ucraina sta vincendo quando in realtà sta perdendo.

Ci viene detto che la guerra rafforza la NATO quando in realtà la sta esaurendo.

Ci viene detto che il problema più grande dell’Ucraina è la mancanza di fondi dal Congresso degli Stati Uniti quando in realtà l’Occidente non può produrre abbastanza munizioni: un problema che richiederà anni per essere risolto.

Ci viene detto che la Russia sta subendo più perdite quando in realtà l’Ucraina sta finendo i soldati: un altro problema che il denaro non può risolvere.

Ci viene detto che il mondo è con noi quando in realtà la Maggioranza Globale ritiene che la politica degli Stati Uniti sia il colmo della follia.

Ci viene detto che non c’è possibilità di fare pace quando in realtà abbiamo rifiutato molteplici opportunità per un accordo negoziato.

Ci viene detto che se l’Ucraina continua a combattere, migliorerà la sua posizione negoziale quando in realtà i termini diventeranno solo molto peggiori di quelli già disponibili e rifiutati.

Tuttavia le bugie riusciranno a trascinare la guerra. Il Congresso stanzierà più fondi. La Russia prenderà più territorio. L’Ucraina mobiliterà più giovani uomini e donne da mandare al macello. Il malcontento aumenterà. Alla fine ci sarà una crisi a Kiev e il governo di Zelensky sarà rovesciato.

E poi, quando la guerra sarà finalmente persa, quando l’intero paese giacerà in rovine fumanti su una pira funeraria di propria costruzione, i bugiardi diranno “beh, ci abbiamo provato.” Avendo impedito qualsiasi alternativa, avendo diffamato chiunque dicesse la verità come burattini del nemico, i bugiardi diranno “Abbiamo fatto del nostro meglio. Abbiamo resistito a Putin.”

In realtà, affermeranno, ce l’avremmo fatta se non fosse stato per la quinta colonna degli apologeti di Putin che hanno pugnalato gli ucraini alle spalle. Poi, dopo aver scaricato su altri la colpa ed essersi autocelebrati, passeranno con disinvoltura alla prossima guerra, come sono passati all’Ucraina dopo i loro disastri in Afghanistan e Iraq.

Le menzogne sono pervasive e inesauribili: ma funzioneranno.»

(David Sacks, 17 febbraio 2024).

——- «Esattamente»

——— (Elon Musk)

da qui




Meloni-Zelensky: un accordo bilaterale per scongiurare la pace – Domenico Gallo

Abbiamo già segnalato il ruolo nefasto svolto dall’accordo bilaterale stipulato dalla Gran Bretagna e l’Ucraina il 12 gennaio. Con questa inusitata alleanza militare il Governo inglese, ancora una volta, ha scongiurato la possibilità di un negoziato per porre termine al conflitto, finanziando e armando l’Ucraina, al fine di consentire la prosecuzione della guerra, alla quale Zelensky, come Netanyahu, ha legato le sue fortune politiche. Dopo la Gran Bretagna, nuovi accordi bilaterali sono stati stipulati con la Germania e la Francia. Secondo una fonte giornalistica, con l’accordo, valido dieci anni, Germania e Ucraina hanno concordato che, in caso di un futuro attacco russo, ciascuna delle due parti potrà richiedere consultazioni e che i passi successivi saranno decisi entro 24 ore. Se la Germania riterrà necessario intervenire, fornirà all’Ucraina «assistenza rapida e duratura in materia di sicurezza, equipaggiamento militare moderno in tutti i settori, se necessario, e assistenza economica». L’accordo con la Francia, invece, delinea un quadro per gli aiuti umanitari e finanziari a lungo termine, il sostegno alla ricostruzione e l’assistenza militare. Parigi si è in ogni caso impegnata a fornire nel 2024 «fino a 3 miliardi di euro» in aiuti militari «supplementari» a Kiev, dopo un aiuto stimato a 1,7 miliardi nel 2022 e 2,1 miliardi nel 2023. Da ultima si è aggiunta la Danimarca che, il 22 febbraio, ha firmato un accordo bilaterale con l’Ucraina che prevede la fornitura in dieci anni di aiuti militari per 250 milioni di dollari.

Non poteva mancare l’Italia. Nella scadenza del secondo anniversario dell’invasione russa, la Meloni si reca a Kiev per firmare, in occasione del Forum dei leader del G7, un accordo bilaterale sulla “sicurezza” con l’Ucraina. Per questo, all’ultimo momento, il 22 febbraio, il Ministro degli esteri ha fornito un’informazione preliminare alle Commissioni esteri e Difesa di Camera e Senato. L’accordo italiano, illustrato ieri da Tajani, prevede «la consultazione e la collaborazione con l’Ucraina per aiutarla a costituire una sua capacità nazionale nel settore della difesa» per «provvedere alla propria sicurezza nel medio-lungo termine». Un altro pilastro sarà «l’assistenza in campo economico» e per la «ricostruzione». E poi ancora, «la tutela delle infrastrutture critiche ed energetiche», il «sostegno umanitario per i civili». Ampio spazio verrà riservato anche alle prospettive europee dell’Ucraina.

Tajani ha cercato di edulcorare il significato dell’accordo, assumendo che «non sarà giuridicamente vincolante [poiché] dal testo non derivano obblighi sul piano del diritto internazionale né impegni finanziari. Non sono previste garanzie automatiche di sostegno politico o militare». Orbene, a parte la gaffe giuridica (tutti gli accordi sono giuridicamente vincolanti per chi li stipula: pacta sunt servanda), il ministro evidentemente intendeva dire che dal testo dell’accordo non emerge un obbligo automatico dell’Italia di entrare in guerra in soccorso all’Ucraina nel caso di un nuovo attacco della Russia. Ciò non toglie nulla alla natura di alleanza militare del Patto stipulato con l’Ucraina. I Patti bilaterali stipulati da Gran Bretagna, Germania, Francia, Danimarca e Italia sono delle alleanze militari: non hanno altro significato se non quello di istigare il governo Zelensky a continuare la guerra con la Russia, con il miraggio della “vittoria”, assicurandogli sostegno militare e finanziario.

Stipulare un’alleanza militare con un paese in guerra, che prevedibilmente per molti anni rimarrà in una situazione di conflitto con la Russia, anche se domani intervenisse il cessate il fuoco, è quanto di più insensato e pericoloso si possa immaginare. Significa vincolare il nostro futuro alle sorti di un conflitto che noi stessi stiamo alimentando in virtù dei patti stipulati.

L’esperienza storica ci insegna che l’Italia è precipitata nella tragedia della Prima e della Seconda guerra mondiale a seguito della stipula di due trattati di alleanza militare, il Patto di Londra del 26 aprile 1915 e il Trattato bilaterale con la Germania, stipulato il 23 maggio 1939, più noto come “Patto d’acciaio”. Il Patto di Londra fu negoziato in gran segreto dal Ministro degli esteri Sidney Sonnino, con l’accordo del Re, e rimase segreto perché il Parlamento, la grande maggioranza del popolo italiano e il Vaticano erano contrari all’entrata in guerra dell’Italia. Oggi viviamo in una situazione di fervore bellico delle classi dirigenti e dei media, non condiviso dalla stragrande maggioranza della popolazione italiana, ma non siamo nel 1915 e non possiamo consentire di essere coinvolti in una guerra per procura contro la Russia, combattuta sulla pelle del popolo ucraino. Certamente il Patto Meloni-Zelensky più che un “Patto d’acciaio” è un “Patto di latta”, data la natura dei contraenti, però è ugualmente pericoloso.

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