A Londra migliaia di dimostranti hanno inscenato
azioni dirette per bloccare una delle più grandi fiere delle armi del mondo. La Defense and Security Equipment
International [(Fiera) Internazionale degli Armamenti di Difesa e Sicurezza], o
DSEI, è stata inaugurata il 12 settembre, ma il centro di esposizioni in cui si
teneva è stato ripetutamente bloccato durante la settimana prima dell’inizio,
quando gli attivisti hanno inscenato azioni dirette per bloccare i preparativi
della fiera. Sono state arrestate
più di cento persone in mezzo a voci
che la preparazione della fiera aveva accumulato giorni di ritardo.
Questo segna una grande intensificazione delle azioni degli anni precedenti.
È accaduto che la grande dimensione della resistenza
nell’ultima settimana ha sopraffatto la polizia e gli organizzatori
dell’evento, così come la creatività e la dimensione della miriade di gruppi
coinvolti nelle proteste. Ogni
giornata è stata organizzata da gruppi differenti che costituiscono la
coalizione Stop
the Arms Fair [Stop alla fiera delle armi] per consentir loro
di pianificare le proprie azioni al fianco di persone di simile orientamento e
con interessi simili. I vari temi hanno incluso solidarietà con la Palestina,
No alla Fede nella Guerra, No al Nucleare e alle Armi e Sì alle Rinnovabili, e
solidarietà oltre i confini. C’è stata anche una conferenza accademica agli
ingressi, con un Festival di Resistenza e un seminario La Guerra di Ferma Qui
nel weekend.
Questo
approccio ha consentito a gruppi e campagne che solitamente non lavorano
insieme di trovare una causa comune opponendosi alla fiera. Quelli che volevano
concentrarsi sulla loro iniziativa specifica hanno potuto farlo, fiduciosi che
altrettanta energia confluiva negli altri giorni di resistenza. Ha anche
consentito a persone nuove al movimento di trovare un gruppo con il quale si
sentivano a loro agio nel collaborare. Con il coinvolgimento di facce nuove
nella campagna si è sviluppato un senso di “riscontro [feedback] positivo” con
l’energia investita in una singola azione riflessa nel lavoro di molte altre.
Avere un insieme così diversificato di partecipanti
ha condotto a una vasta gamma di azioni creative e spiritose, compresa l’azione
“super-cattivi picchettano la fiera delle armi”, il centro esposizioni dove si tiene la DSEI ospita
anche regolari convegni di fantascienza, con un Dalek di “Doctor Who” che ricorda alle persone i loro diritti legali prima
di essere arrestate. Ci sono stati anche
numerosi casi di gruppi d’affinità che hanno collaborato efficacemente per
mettere in atto blocchi di disturbo. Ad esempio quando una
barriera è stata alla fine rimossa dalla strada da parte di una squadra della
polizia nel corso del blocco organizzato da gruppi religiosi, altri si sono
calati da un ponte vicino per bloccare un’altra strada.
La DSEI si tiene ogni due anni nella zona portuale
di Londra. Vi prendono parte più di 1.500 società che espongono armi da guerra
a più di 30.000 persone, comprese delegazioni militari da paesi con testimonianze
spaventose riguardo ai diritti umani e paesi in guerra. In commercio al DSEI sono
regolarmente scoperti equipaggiamenti e armi illegali, tra cui strumenti di tortura e bombe a grappolo.
È importante segnalare, tuttavia, che gli attivisti contro la DSEI non vogliono
semplicemente una fiera pulita, legale o sterilizzata; loro vogliono fermare
del tutto la fiera delle armi. la DSEI è organizzata da una società privata di
nome Clarion Events, con il pieno
sostegno del governo britannico, che distribuisce inviti ufficiali a
delegazioni militari di tutto il mondo.
Opporsi a
fiere delle armi come la DSEI è importante perché sono una delle manifestazioni
più chiare e forti del commercio delle armi; venditori reali di armi che
pubblicizzano gli strumenti di guerra che costruiscono a militari in cerca
delle tecnologie più recenti. Già quest’anno le fiere delle armi in Spagna,
Canada, Israele e Repubblica Ceca hanno incontrato azioni dirette da promotori
locali, l’ADEX di Seoul e l’ExpoDefensa di Bogota che si terranno nei prossimi
mesi.
L’industria
delle armi, come tutte le industrie, dipende per operare da una licenza
sociale, il che significa che oltre a ricevere un sostegno legale ha anche
bisogno dell’appoggio della società in generale. Questa licenza sociale
consente all’industria delle armi di ammantarsi di legittimità e opporsi al
commercio delle armi dovunque si manifesti è un chiaro modo di contestare tale
licenza sociale.
Attualmente l’industria delle armi suppone che le
sue attività siano quasi legittimate di fatto, ma ciò è dovuto al fatto che la maggior parte delle
persone raramente, o mai, pensa alla sua esistenza e a come opera. Inscenare
azioni dirette contro eventi come la DSEI ci consente di “puntare il dito” e di
attirare l’attenzione sul più generale commercio delle armi, contestandone la
legittimità e contemporaneamente contrastando la sua capacità di agire. Alcune
settimane prima dell’inizio previsto della fiera il neoeletto sindaco di
Londra, Sadiq Khan, ha detto che voleva vedere al bando la DSEI ma
che non aveva il potere di impedirla.
Mega-eventi come la DSEI possono essere
relativamente difficili da ostacolare in modo sostanziale. Questo è uno dei
motivi per i quali sono stati presi di mira i preparativi per la fiera delle
armi, cosa che costituisce una strategia relativamente nuova. La coalizione aveva concentrato le
sue energie su quella fase nel 2015, l’ultima volta che è stata tenuta la fiera
delle armi, e gli organizzatori ne hanno visto il potenziale. L’anello
più debole dell’evento è innanzitutto la complessità logistica della sua
organizzazione e il potenziale che ciò offre a una campagna di azione diretta e
di disobbedienza civile è
chiaro. L’apparente impenetrabilità di un’industria così complessa e piena di
risorse appare un po’ più traballante quando gli attivisti la intralciano con i
propri corpi, si calano da ponti e usano barriere per coordinare blocchi dei
camion che trasportano gli equipaggiamenti.
Mentre commercianti
di armi e rappresentanti di eserciti osserveranno le vetrine delle armi nei
prossimi tre giorni alla DSEI, probabilmente proseguiranno veglie e azioni, e
per tutta la settimana si terrà in prossimità del centro una mostra d’arte
radicale intitolata “Art the Arms
Fair”. Tra
gli organizzatori c’è una reale sensazione che sia in costruzione un movimento
forte e attivo che sarà in grado di continuare a mostrare un’efficace
opposizione alla DSEI negli anni a venire.
.
Andrew Metheven è un attivista del Programma
Nonviolenza dell’Internazionale degli Oppositori alla Guerra. È attivo nella
coalizione Stop the Arms Fair e ha partecipato ad azioni dirette nonviolente
contro la sostituzione del sistema di armi nucleari Trident.
Questo articolo, fonte originale: Waging Nonviolence, è stato tradotto
da Giuseppe Volpe per znetitaly.org (©
2017 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3).
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