sabato 23 settembre 2017

I Super-cattivi contro la Fiera delle armi - Andrew Metheven


A Londra migliaia di dimostranti hanno inscenato azioni dirette per bloccare una delle più grandi fiere delle armi del mondo. La Defense and Security Equipment International [(Fiera) Internazionale degli Armamenti di Difesa e Sicurezza], o DSEI, è stata inaugurata il 12 settembre, ma il centro di esposizioni in cui si teneva è stato ripetutamente bloccato durante la settimana prima dell’inizio, quando gli attivisti hanno inscenato azioni dirette per bloccare i preparativi della fiera. Sono state arrestate più di cento persone in mezzo a voci che la preparazione della fiera aveva accumulato giorni di ritardo. Questo segna una grande intensificazione delle azioni degli anni precedenti.
È accaduto che la grande dimensione della resistenza nell’ultima settimana ha sopraffatto la polizia e gli organizzatori dell’evento, così come la creatività e la dimensione della miriade di gruppi coinvolti nelle proteste. Ogni giornata è stata organizzata da gruppi differenti che costituiscono la coalizione Stop the Arms Fair [Stop alla fiera delle armi] per consentir loro di pianificare le proprie azioni al fianco di persone di simile orientamento e con interessi simili. I vari temi hanno incluso solidarietà con la Palestina, No alla Fede nella Guerra, No al Nucleare e alle Armi e Sì alle Rinnovabili, e solidarietà oltre i confini. C’è stata anche una conferenza accademica agli ingressi, con un Festival di Resistenza e un seminario La Guerra di Ferma Qui nel weekend.
Questo approccio ha consentito a gruppi e campagne che solitamente non lavorano insieme di trovare una causa comune opponendosi alla fiera. Quelli che volevano concentrarsi sulla loro iniziativa specifica hanno potuto farlo, fiduciosi che altrettanta energia confluiva negli altri giorni di resistenza. Ha anche consentito a persone nuove al movimento di trovare un gruppo con il quale si sentivano a loro agio nel collaborare. Con il coinvolgimento di facce nuove nella campagna si è sviluppato un senso di “riscontro [feedback] positivo” con l’energia investita in una singola azione riflessa nel lavoro di molte altre.
Avere un insieme così diversificato di partecipanti ha condotto a una vasta gamma di azioni creative e spiritose, compresa l’azione “super-cattivi picchettano la fiera delle armi”, il centro esposizioni dove si tiene la DSEI ospita anche regolari convegni di fantascienza, con un Dalek di “Doctor Who” che ricorda alle persone i loro diritti legali prima di essere arrestate. Ci sono stati anche numerosi casi di gruppi d’affinità che hanno collaborato efficacemente per mettere in atto blocchi di disturbo. Ad esempio quando una barriera è stata alla fine rimossa dalla strada da parte di una squadra della polizia nel corso del blocco organizzato da gruppi religiosi, altri si sono calati da un ponte vicino per bloccare un’altra strada.
La DSEI si tiene ogni due anni nella zona portuale di Londra. Vi prendono parte più di 1.500 società che espongono armi da guerra a più di 30.000 persone, comprese delegazioni militari da paesi con testimonianze spaventose riguardo ai diritti umani e paesi in guerra. In commercio al DSEI sono regolarmente scoperti equipaggiamenti e armi illegali, tra cui strumenti di tortura e bombe a grappolo. È importante segnalare, tuttavia, che gli attivisti contro la DSEI non vogliono semplicemente una fiera pulita, legale o sterilizzata; loro vogliono fermare del tutto la fiera delle armi. la DSEI è organizzata da una società privata di nome Clarion Events, con il pieno sostegno del governo britannico, che distribuisce inviti ufficiali a delegazioni militari di tutto il mondo.
Opporsi a fiere delle armi come la DSEI è importante perché sono una delle manifestazioni più chiare e forti del commercio delle armi; venditori reali di armi che pubblicizzano gli strumenti di guerra che costruiscono a militari in cerca delle tecnologie più recenti. Già quest’anno le fiere delle armi in Spagna, Canada, Israele e Repubblica Ceca hanno incontrato azioni dirette da promotori locali, l’ADEX di Seoul e l’ExpoDefensa di Bogota che si terranno nei prossimi mesi.
L’industria delle armi, come tutte le industrie, dipende per operare da una licenza sociale, il che significa che oltre a ricevere un sostegno legale ha anche bisogno dell’appoggio della società in generale. Questa licenza sociale consente all’industria delle armi di ammantarsi di legittimità e opporsi al commercio delle armi dovunque si manifesti è un chiaro modo di contestare tale licenza sociale.
Attualmente l’industria delle armi suppone che le sue attività siano quasi legittimate di fatto, ma ciò è dovuto al fatto che la maggior parte delle persone raramente, o mai, pensa alla sua esistenza e a come opera. Inscenare azioni dirette contro eventi come la DSEI ci consente di “puntare il dito” e di attirare l’attenzione sul più generale commercio delle armi, contestandone la legittimità e contemporaneamente contrastando la sua capacità di agire. Alcune settimane prima dell’inizio previsto della fiera il neoeletto sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha detto che voleva vedere al bando la DSEI ma che non aveva il potere di impedirla.
Mega-eventi come la DSEI possono essere relativamente difficili da ostacolare in modo sostanziale. Questo è uno dei motivi per i quali sono stati presi di mira i preparativi per la fiera delle armi, cosa che costituisce una strategia relativamente nuova. La coalizione aveva concentrato le sue energie su quella fase nel 2015, l’ultima volta che è stata tenuta la fiera delle armi, e gli organizzatori ne hanno visto il potenziale. L’anello più debole dell’evento è innanzitutto la complessità logistica della sua organizzazione e il potenziale che ciò offre a una campagna di azione diretta e di disobbedienza civile è chiaro. L’apparente impenetrabilità di un’industria così complessa e piena di risorse appare un po’ più traballante quando gli attivisti la intralciano con i propri corpi, si calano da ponti e usano barriere per coordinare blocchi dei camion che trasportano gli equipaggiamenti.
Mentre commercianti di armi e rappresentanti di eserciti osserveranno le vetrine delle armi nei prossimi tre giorni alla DSEI, probabilmente proseguiranno veglie e azioni, e per tutta la settimana si terrà in prossimità del centro una mostra d’arte radicale intitolata Art the Arms FairTra gli organizzatori c’è una reale sensazione che sia in costruzione un movimento forte e attivo che sarà in grado di continuare a mostrare un’efficace opposizione alla DSEI negli anni a venire.
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Andrew Metheven è un attivista del Programma Nonviolenza dell’Internazionale degli Oppositori alla Guerra. È attivo nella coalizione Stop the Arms Fair e ha partecipato ad azioni dirette nonviolente contro la sostituzione del sistema di armi nucleari Trident.
Questo articolo, fonte originale: Waging Nonviolence, è stato tradotto da Giuseppe Volpe per znetitaly.org (© 2017 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3).


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