giovedì 28 settembre 2017

Il ring invisibile - Alban Lefranc

Alban Lefranc sceglie una chiave per raccontare Muhammad Alì, ed è quella della presenza continua di Emmett Till nella mente del pugile.
Muhammad Alì racconta che "Emmett Till and I were about the same age," Ali wrote in The Greatest. "A week after he was murdered in Sunflower County, Mississippi, I stood on the corner with a gang of boys, looking at pictures of him in the black newspapers and magazines. In one, he was laughing and happy. In the other, his head was swollen and based in. His mother had done a bold thing. She refused to let him be buried until thousands marched past his open casket in Chicago and looked down at his mutilated body. I felt a deep kinship to him especially when I learned he was born the same year and day I was. My father talked about it at night and dramatized the crime." (da qui)
il libro affronta i primi anni della carriera di pugile di Muhammad Alì, quando ancora era Cassius Clay, fino alla vittoria su Sonny Liston del 25 febbraio del 1964.
da ragazzo a campione del mondo, con Emmett Till sempre in testa, un ragazzo come lui, un monito, un avvertimento.
scommessa riuscita di Alban Lefranc.
buona lettura (e buona visione del documentario)










Dentro il ring invisibile che Alban Lefranc costruisce intorno al giovane Cassius Clay, verità e immaginazione lottano corpo a corpo per dare vita a una biografia visionaria e incandescente. Tutto nasce da un fatto di cronaca che ha cambiato la storia degli Stati Uniti: il macabro omicidio di Emmett Till, l’adolescente afroamericano massacrato il 28 agosto 1955 nella cittadina di Money, Mississippi, per aver osato importunare una donna bianca. Cassius ha quasi la stessa età della vittima e ancora non sa che un giorno diventerà Muhammad Ali, «The Greatest», ma sarà proprio l’immagine scioccante di quel volto sfigurato – pubblicata su tutti i giornali del paese – a trasformare un ragazzino di Louisville nel più straordinario dei combattenti. «La sera mio padre ci parlava di Emmett e ci raccontava in modo accorato il delitto. Continuai a pensare a lui, fino al giorno in cui mi venne in mente come far pagare ai bianchi la sua morte». È da questa confessione che Lefranc parte per raccontare Ali prima di Ali – ovvero la genesi dell’atleta che più di ogni altro ha saputo trasformare l’impresa sportiva in un atto politico, civile e rivoluzionario.

Il ring invisibile è il frutto di questo obiettivo programmatico: con un linguaggio capace di veicolare anche le emozioni più forti e i sentimenti meno esprimibili, Alban Lefranc ha messo la sua sensibilità al servizio del giovane Cassius Clay e ha immaginato di concedere una penna o un microfono alle sue ansie, alle sue paure e alla sua rabbia di giovane negro; i pensieri che sgorgano dalla sua mente e che si bloccano nella sua gola riflettono la drammatica consapevolezza delle lacerazioni razziali e delle piaghe sociali che affliggono il Sud segregato. Il ritmo caotico delle sue inquietudini si accorda con l’angoscia che assale un ragazzino afroamericano quando suo padre, che non riesce a vincere l’eterno duello con l’alcol, gli sbatte in faccia la notizia del massacro di un suo coetaneo, Emmett Till. La predestinazione alla grandezza, l’ossessione per la purezza, il terrore del volo e della morte, la scoperta del proprio corpo e la consapevolezza delle iniquità dell’America degli anni Cinquanta concorrono a formare un’ossessione che è al tempo stesso il motore e l’obiettivo del giovane Cassius Clay, la causa e la conseguenza della sua grandezza futura. La Medaglia d’Oro dei pesi massimi delle Olimpiadi di Roma comincia la sua ascesa poiché supera i fantasmi che lo tormentano abbattendoli sui ring invisibili della sua esistenza e impara a trasformare in una spietata leggiadria le contraddizioni della sua giovinezza; soltanto al termine di un lungo percorso iniziatico, l’uomo-Ali riesce a lasciarsi alle spalle il mito oscuro di Jack Johnson, l’eredità mutila di Joe Louis e i sospetti legati al KO di Sonny Liston, ma finisce per perdersi in una dimensione pubblica che annulla il suo ring invisibile e soffoca la sua vera personalità…

Sono parole misurate ma pesanti come macigni, quelle di Lefranc. Come in una gravitazione a più satelliti, molteplici sono le tematiche che entrano in gioco: la rivalsa personale, l’ambizione, la delusione, il rispetto verso gli insegnamenti paterni, la forza interiore, la propria fallibilità, le tentazioni e la paura, senza le quali nessun pugile può mai aspirare a diventare tale. È un linguaggio succinto e immaginifico, capace di trasportarci al centro di quel ring mentale e farci osservare contorni e limiti di quello spazio, muovendoci manieristicamente alla ricerca della perfezione, prevedendo e scansando ogni ostacolo. Ma la vita non può essere riprodotta, né tanto meno anticipata, nemmeno nel chiuso dei nostri pensieri, e l’imprevedibilità umana gioca sempre un ruolo preminente nella nostra esistenza.


Nessun commento:

Posta un commento