Non è
affatto facile riprendere a scrivere dopo alcuni giorni di silenzio a lutto per
le morti in mare di tanti disperati che vorrebbero rifugiarsi nella mitica
Europa. Ho rotto il silenzio sul mio blog con la bella citazione di Hannah
Arendt che 40 anni fa descriveva ciò che ci sta accadendo:
lo spaesamento dettato dalla paura di pericoli inesistenti creati ad arte da
chi manipola l’informazione che crea l’attruppamento del popolo dietro a figure
e sistemi totalitari che si basano sull’ignoranza e la menzogna.
Così ho
deciso di raccontarvi questo caldo sabato pomeriggio romano trascorso in
compagnia di una autentica madre coraggio che conclude un periodo di almeno
dieci anni di lavoro in Italia a badare ai nostri vecchi. Torna in Romania dai
suoi quattro figli che ha fatto laureare, che lavorano in patria in ruoli
di tutto riguardo. Va ad accudire un nipotino di qualche mese più grande del
nostro Pietrino. Così i nostri racconti di neo nonni si legano alla visione
delle foto e dei video nei nostri telefonini.
Maria, così
si chiama, è una donna felice ma l’abbiamo conosciuta in momenti duri e
difficili. Il relativo benessere attuale se lo è costruito ora per ora
rinunciando ai riposi contrattuali, segregandosi con anziani la cui vicinanza
avrebbe fatto impazzire chiunque. In Romania faceva la maestra ma dopo la
caduta del regime comunista ciò che si poteva guadagnare in occidente, in
Italia era un miraggio che rendeva fattibile il sogno di far studiare i figli
fino alla laurea.
Fu una immigrata
clandestina e lavorava in nero presso un ospizio per anziani ma in una
ispezione che ne determinò la chiusura fu raggiunta da un foglio di via.
Si dette alla macchia continuando a servire in nero nelle case di privati come
badante uscendo poco di casa, lo stretto necessario per non essere individuata
dalla polizia. L’essere in regola con le contribuzioni sociali fu una
condizione per lavorare per la nostra famiglia. Per fortuna la Romania entrò 11
anni fa nella EU e così Maria potè circolare liberamente e il suo sfruttamento
nel lavoro nero potè finire. Il marito ubriacone, forse violento, ma non
sappiamo molto, non ha contribuito al successo della famiglia, lei da donna
forte e coraggiosa è stata l’organizzatrice di tante altre badanti rumene che
popolano questa Roma invecchiata e decadente. Così quando nostri amici
cercavano urgentemente una badante o una donna di servizio si telefonava a
Maria che aveva il suo giro e organizzava le colleghe quasi fosse un ufficio di
collocamento. Ma organizzava anche feste, pic nic nei parchi pubblici, gite al
mare perché la solitudine di queste immigrate nel pieno della pacchia italica
non sempre era facile. Scoprì che nel parco di Villa Chigi c’erano
numerosi alberi di olive e nei giorni liberi si era specializzata nella
raccolta delle olive che accumulava nella cantina di nostra zia e poi
distribuiva ad amici e parenti in quantità sorprendenti. Anche oggi è venuta
con dei vasi di olive sotto sale, gliel’ho portate per il suo pane! mi ha detto
salutandomi.
E’ venuta a
verificare se il trattamento avuto dall’ultimo datore di lavoro fosse regolare
o no. Lucilla ed io abbiamo cercato di capire il dettaglio dei fogli paga ed
abbiamo così scoperto un altro aspetto della ‘pacchia’ italica: l’anziana che
accudiva sinora Maria era l’unica sopravvissuta di una famiglia interamente
scomparsa prematuramente a causa di tumori, nessun parente neppure cugini di
terzo o quarto grado. Il suo patrimonio e la sua vita sono gestiti da un
avvocato designato come tutore dall’autorità giudiziaria.
Contrariamente
a quanto è a volte raccontato nei romanzi ottocenteschi, questo avvocato ha
applicato a Maria tutte le norme a lei più favorevoli, ha cercato di facilitare
questo passaggio, di soddisfare il desiderio di lasciare il lavoro di dare
continuità all’assistenza dell’anziana di cui l’avvocato si occupa. Sfogliando
quelle carte, e ascoltando i racconti di Maria ho provato una certa
fierezza per le nostre regole che proteggono i più sfortunati e i deboli.
Sono
contento per Maria, è stata una risorsa umana preziosa di cui la nostra società
si è servita e che ci ha arricchito. Senza l’Europa la sua storia non sarebbe
stata questa, con una legislazione italiana più accogliente forse queste
energie positive sarebbero un nostro patrimonio … sono un patrimonio europeo ma
ci sono degli imbecilli che vorrebbero rompere quel poco di integrazione che
negli anni si è costruita. Auguri Maria buon ritorno in Romania, ma rimaniamo
in contatto.
da qui
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