Se non fosse per la striscia di
Gaza, l’occupazione sarebbe stata da tempo dimenticata. Se non fosse stato per
la Striscia di Gaza Israele avrebbe cancellato il problema palestinese dalla
sua agenda e avrebbe continuato a organizzare i suoi crimini e le sue
annessioni, con la sua routine, come se 4 milioni di persone non vivessero
sotto il suo tallone.
Se non fosse per la Striscia di
Gaza, anche il mondo avrebbe dimenticato. La maggior parte lo ha già fatto.
Ecco perché ora dobbiamo salutare la Striscia di Gaza, in particolare lo
spirito della Striscia di Gaza, l’unico sopravvissuto nella causa disperata e
persa della lotta palestinese per la libertà.
La lotta risoluta della Striscia di
Gaza dovrebbe suscitare ammirazione anche in Israele. Le poche persone
informate dovrebbero ringraziare lo spirito ininterrotto della Striscia di
Gaza, quello della Cisgiordania si è accartocciato dopo il fallimento della
seconda intifada, così come quello dei mediatori di pace israeliani, la maggior
parte dei quali sono andati in frantumi molto tempo fa. Solo lo spirito della
Striscia di Gaza è risoluto nella sua lotta.
E così, chiunque non voglia vivere
per sempre in un paese malvagio deve rispettare i giovani della Striscia di
Gaza che stanno ancora cercando di lottare. Se non fosse per gli aquiloni, gli
incendi, i razzi Qassam, i palestinesi sarebbero stati completamente estinti
con consapevolezza di tutti in Israele. L’interesse sarebbe stato solo per
la Coppa del Mondo e l’Eurovision Song Contest.
Se non fosse per i campi incendiati
nel sud ci sarebbe solo un’enorme bandiera bianca alzata non solo sulla
Striscia di Gaza, ma su tutto il popolo palestinese. Chi vuole giustizia, anche
in Israele, non può aspettare questo tipo di resa.
È difficile, persino insolente,
scrivere queste parole nella città tranquilla e sicura di Tel Aviv, dopo
un’altra notte insonne e da incubo nel sud, a causa della politica
disumana di Israele supportata dalla maggior parte dei suoi cittadini, compresi
quelli che vivono nel sud.
Loro non dovrebbero sostenerne
il prezzo, ma ogni lotta richiede vittime innocenti, contro la loro volontà.
Sabato, la 139ª vittima del fuoco
israeliano lungo il confine è morta. Aveva 20 anni. Venerdì era stato ucciso un
ragazzo di 15 anni. La Striscia di Gaza sta pagando interamente il prezzo col
sangue. Questo non la fa desistere. Questo è il suo spirito. Non si può non
ammirare.
Lo spirito della Striscia di Gaza
non è interrotto da nessun assedio. I demoni di Gerusalemme hanno chiuso il
passaggio al confine di Kerem Shalom e Gaza ha sparato. La malvagità nel
complesso governativo Kirya a Tel Aviv impedisce ai giovani di ricevere cure
mediche in Cisgiordania per salvare le loro gambe dall’amputazione.
Per anni hanno impedito ai pazienti
oncologici, tra cui donne e bambini, di ricevere trattamenti salvavita. Lo
scorso anno sono state accolte solo il 54% delle richieste di lasciare la
Striscia di Gaza per ragioni mediche, rispetto al 93% del 2012. Questo è
malvagio. Bisognerebbe leggere la lettera scritta a giugno da 31 oncologi
israeliani che chiedono la cessazione degli abusi sulle donne di
Gaza malate di cancro i cui permessi per uscire da Gaza richiedono mesi
per essere esaminati, decidendo così il loro destino.
I 31 razzi lanciati dalla
Striscia di Gaza venerdì sera verso Israele sono una risposta moderata a questa
malvagità. Non sono altro che un tenue promemoria del destino della Striscia di
Gaza, indirizzato alle persone che pensano che 2 milioni di persone possano
essere trattate in questo modo da oltre 10 anni mentre tutto continua come se
nulla stesse accadendo…
La Striscia di Gaza non ha scelta.
Neanche Hamas. Ogni tentativo di incolpare l’organizzazione – che desidero solo
fosse più laica, più femminista e più democratica – è un’evasione di
responsabilità. Non è stato Hamas ad assediare la Striscia di Gaza. Né gli
abitanti della Striscia di Gaza si sono rinchiusi.
Israele (e l’Egitto) l’hanno fatto.
Ogni esitante tentativo di Hamas di fare qualche progresso con Israele riceve
automaticamente il rifiuto israeliano.
Né il mondo è disposto a
parlare, chissà perché.
Tutto ciò è affidato agli
aquiloni, e potrebbe portare a nuovi bombardamenti senza pietà da
parte di Israele, che ovviamente Israele non vuole. Ma quale scelta ha la
Striscia di Gaza? Una bandiera bianca di resa sui suoi confini, come i
palestinesi della Cisgiordania? Un sogno di un’isola verde al largo delle coste
del Mediterraneo, dove il ministro israeliano Yisrael Katz costruirà per loro?
La lotta è l’unica strada che
rimane, un percorso che dovrebbe essere rispettato, anche se sei un israeliano
e potresti essere la sua vittima.
Trad.
Invictapalestina.org
Fonte: https://www.haaretz.com/opinion/.premium-we-should-be-saluting-the-gaza-strip-1.6270636
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