I presidenti, vice presidenti e segretari generali dei Comitati
internazionali dei campi di concentramento nazisti di Buchenwald-Dora, Dachau,
Mauthausen, Natzweiler-Struthof e Ravensbrück si sono riuniti alla Casa della
Memoria di Milano il 1° luglio 2018 su iniziativa dell’ANED (Associazione
Nazionale Ex Deportati nei Campi nazisti).
Di fronte alle comprovate minacce contro la Memoria e il futuro stesso dell’Europa e dei suoi cittadini lanciano questo appello:
Di fronte alle comprovate minacce contro la Memoria e il futuro stesso dell’Europa e dei suoi cittadini lanciano questo appello:
Noi siamo depositari delle testimonianze dei superstiti dei crimini
nazisti, portatori di una memoria viva e dolorosa; ci facciamo portavoce delle
migliaia di uomini e donne sopravvissuti ai campi, dei loro discendenti e dei
tanti semplici cittadini che militano nelle nostre rispettive associazioni.
Siamo impegnati nel preservare dall’oblio, dalla banalizzazione e dalla distruzione fisica gli ex campi di concentramento, luoghi di Memoria dell’Umanità, basandoci nella nostra azione, tra l’altro, sulla Risoluzione del Parlamento Europeo del 11 febbraio 1993 relativa alla “protezione europea e internazionale, come monumenti storici, dei siti dei campi di concentramento nazisti”. I recenti attacchi alle strutture di Mauthausen e di Flossenbürg suscitano la nostra indignazione.
Siamo impegnati nel preservare dall’oblio, dalla banalizzazione e dalla distruzione fisica gli ex campi di concentramento, luoghi di Memoria dell’Umanità, basandoci nella nostra azione, tra l’altro, sulla Risoluzione del Parlamento Europeo del 11 febbraio 1993 relativa alla “protezione europea e internazionale, come monumenti storici, dei siti dei campi di concentramento nazisti”. I recenti attacchi alle strutture di Mauthausen e di Flossenbürg suscitano la nostra indignazione.
Ci indigna l’astensione degli Stati dell’Unione Europea sulla risoluzione
presentata all’ONU il 21 novembre 2014, avente per oggetto “la lotta
contro la glorificazione del nazismo”.
Restiamo vigili di fronte ai tentativi nazionalisti e populisti di
cancellare dalla memoria europea questi luoghi di barbarie ma anche di lotta e
di solidarietà.
La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948 ricorda che “il
disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di
barbarie che offendono la coscienza dell’umanità”. Centinaia di migliaia di
deportati nei campi nazisti sono state vittime di tali barbarie.
Da oltre 70 anni i sopravvissuti e i loro discendenti sono fedeli agli
impegni assunti al momento della liberazione dei campi. Hanno operato senza
tregua per la pace e la solidarietà fraterna tra i popoli. Portando le loro
testimonianze hanno lottato contro il razzismo, l’antisemitismo, la xenofobia e
le tesi dell’estrema destra in Europa.
Oggi, di fronte all’arrivo dei rifugiati spinti dalle guerre e dalla
miseria, la risposta di alcuni stati europei non è l’accoglimento umanitario ma
la chiusura delle frontiere.
Il Mediterraneo è divenuto un immenso cimitero nel quale si sono spente le
speranze di migliaia di uomini, donne e bambini.
L’Europa sembra aver perduto la propria memoria. Molti europei, prima e
dopo la guerra, sono stati a loro volta rifugiati e hanno conosciuto la
solidarietà ma anche la discriminazione e il rifiuto. L’Europa deve ricordare
le lezioni terribili della sua storia recente e non chiudere gli occhi di
fronte alle proprie responsabilità.
Quali valori vogliamo trasmettere alle giovani generazioni? L’egoismo e la
paura dell’altro non devono prendere il posto dei valori umani che sono al
centro della nostra storia comune e dei nostri impegni.
Facciamo appello a tutti gli eletti nelle istituzioni nazionali ed europee
affinché la comune ricerca di risposte adeguate ai fenomeni migratori, sia
guidata prima di tutto dal rispetto della dignità umana.
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