Il
totalitarismo comincia con il disprezzo per quello che abbiamo. Il secondo
passo è: ‘Le cose devono cambiare, non importa come, qualsiasi cosa è meglio di
quello che abbiamo’. I governi totalitari organizzano questo sentimento di
massa e organizzandolo lo articolano e articolandolo fanno sì che in qualche
modo le persone lo apprezzino. Prima le persone si sentivano dire: non
uccidere, e loro non uccidevano. Adesso si sentono dire: uccidi, e sebbene
pensino che uccidere sia molto difficile, lo fanno perché ormai rientra nel
normale codice di comportamento. Imparano chi uccidere, come uccidere e come
farlo insieme. È la famosaGleichschaltung, il processo di allineamento. Sei
allineato non con le autorità superiori, ma con il tuo vicino, con la
maggioranza. Solo che invece di comunicare con l’altro, adesso sei incollato a
lui. E naturalmente ti senti bene. Il totalitarismo fa leva sui pericolosi
bisogni emotivi di persone che vivono nel totale isolamento e nel timore
dell’altro.
Bugie. Nel momento in cui non abbiamo più una stampa libera, può succedere di tutto. Quello che consente a uno stato totalitario di governare è che le persone non sono informate. Come fai ad avere un’opinione se non sei informato? Se tutti ti mentono sempre, la conseguenza non è che tu credi alle bugie, ma che nessuno crede più a nulla. Questo succede perché le bugie, per loro natura, devono essere cambiate, e un governo che mente deve riscrivere continuamente la sua storia. Quello che arriva alla gente non è solo una bugia, ma un gran numero di bugie, a seconda di come tira il vento della politica. E un popolo che non può più credere a nulla, non può neanche decidere. È privato non solo della capacità di agire ma anche della capacità di pensare e giudicare. E con un popolo così ci puoi fare quello che vuoi”.
Bugie. Nel momento in cui non abbiamo più una stampa libera, può succedere di tutto. Quello che consente a uno stato totalitario di governare è che le persone non sono informate. Come fai ad avere un’opinione se non sei informato? Se tutti ti mentono sempre, la conseguenza non è che tu credi alle bugie, ma che nessuno crede più a nulla. Questo succede perché le bugie, per loro natura, devono essere cambiate, e un governo che mente deve riscrivere continuamente la sua storia. Quello che arriva alla gente non è solo una bugia, ma un gran numero di bugie, a seconda di come tira il vento della politica. E un popolo che non può più credere a nulla, non può neanche decidere. È privato non solo della capacità di agire ma anche della capacità di pensare e giudicare. E con un popolo così ci puoi fare quello che vuoi”.
Hannah Arendt, The New York
Review of Books,
26 ottobre 1978.
(Traduzione di Bruna Tortorella).
(Traduzione di Bruna Tortorella).
Questa rubrica è uscita il 13 luglio 2018 su Internazionale, a pagina 5
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