sabato 7 gennaio 2023

auspici ideali per il 2023 – Enrico Euli

 

La Chiesa segua Ratzinger nella sola scelta interessante che è stato capace di fare nel suo pontificato : dia le dimissioni!

Ha tradito la sua missione ed ha fallito.

Si è fatta mondo e proprio per questo non ha più alcun senso nel mondo e per il mondo.

La faccia finita con riti, cerimonie, prediche ed anatemi.

Chi se la sente prosegua a credere in Cristo Gesù, ma dichiari chiusa quest'esperienza millenaria.

Si dichiari sconfitto dalla storia e lasci perdere.


Gli stati nazionali si arrendano definitivamente alle multinazionali ed alla finanza.

Abroghino se stessi con un decreto e lascino campo libero a chi ha vinto e li ha vinti.

Quando funzionavano detenevano il monopolio della violenza, la gestione del dominio e la potenza del denaro. Ora che il funzionalismo ha perso anche il suo unico valore, quello di funzionare, anche lo stato -al pari di tutto il resto- non funziona più.

É evidente a tutti che proseguiamo a obbedire ai suoi ordini soltanto per paura e convenienza, e non per consenso o fiducia nei confronti delle decisioni che assume (sempre che questo sia mai accaduto).

Chi se la sente prosegua pure a credere nei suoi proclami, ma tutti gli altri dichiarino finito il suo tempo e lo spingano a smetterla di opprimere i suoi cittadini per gli interessi dei pochi che lo sovrastano dall'alto della loro potenza economica.

 

L'Unione Europea si sciolga al più presto.

É ormai soltanto uno stato tra gli stati, un mega-stato di cose che non ci libererà dagli stati che la compongono, ma ne ingrandirà soltanto la violenza e la corruzione.

Esiste soltanto per creare, distribuire, gestire denaro e potere.

Chi se la sente continui a credere nell'unione dei popoli e nell'abolizione delle frontiere, ma dichiari chiusa questo esperimento breve e malriuscito.

 

Gli esseri umani si rassegnino alla catastrofe dell'umanità.

Abbiamo avuto la nostra chance nella storia del pianeta e ne abbiamo approfittato solo per noi stessi.

Fermiamoci e dedichiamoci alla meditazione su quel che è stato e, tra sgomento e lungimiranza, assistiamo silenti e attoniti a quel che sta accadendo ed accadrà.

Non agitiamoci più a fare il nostro lavoro, a risolvere problemi, a lottare per la sopravvivenza.

Non è più il momento.

Chi vuole proseguire a credere nella salvezza dell'umanità, faccia quel che sente giusto, finchè ne avrà il tempo e la voglia.

Che tutti gli altri piantino la loro tenda nel deserto e -se ci riescono ancora- si frequentino tra loro, con affetto e gratitudine.

E soprattutto riprendano a sentire la vita nella sua fragilità e tenerezza.

Accarezzino la terra, gli animali e le piante, alzino gli occhi al cielo e alle nuvole, assaporino il sole e l'aria, come non avevano mai fatto prima d'ora.

da qui

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